Il vento dei demoni – Marco Buticchi

Un fantasma si aggira per la Storia, una pietra scagliata da Dio nella notte dei tempi, portatrice di morte per chiunque vi si avvicini. Una pietra maledetta, cardine di una travolgente avventura che si snoda lungo misteri lontani secoli.

Tutto ha inizio in un villaggio dell’Età dei Metalli, dove due tribù dalle consuetudini diversissime entrano in conflitto per il controllo della Pietra Sacra, nascosta in una grotta nota solo al re e sacerdote di uno dei clan.

Molto tempo dopo, nella Linguadoca del Duecento, una mappa segreta che porta a una caverna nei pressi di un antico castello sarà il motivo delle avventure di un giovane musico, sullo sfondo delle guerre pontificie contro l’eresia catara. E in quello stesso posto, agli inizi degli anni 30 del Novecento, arriva un personaggio ambiguo, il tedesco Otto Rahn, che in virtù delle sue ricerche occulte entrerà in contatto con lo stato maggiore nazista.

Ma la pietra rimbalza nelle brame degli uomini di potere fino ai giorni nostri, dove è oggetto di desiderio nei luoghi in cui spira il vento dei demoni Ed è proprio sullo scenario odierno che riappaiono due personaggi cari al lettore di Buticchi: Oswald Breil e Sara Terracini, la cui solida amicizia potrebbe subire un’inaspettata svolta.

  • Editore ‏ : ‎ TEA (7 novembre 2019)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 589 pagine

Commento a cura di Sara Valentino

Il romanzo di Buticchi ha avuto un grande pregio, creare la possibilità di conoscere e quindi di approfondire i tanti fatti Storici narrati nonché luoghi descritti nel suo Il vento dei demoni. Tecnicamente posso dire che l’autore utilizza una scrittura fluida e pertanto la lettura mi è risultata scorrevole. Vengono analizzati diversi periodi Storici che si snodano per poi ricongiungersi: l’era dei metalli ,che è probabilmente quella che mi ha appassionato di più forse perché ho una predilezione per le età antiche;il 1200 anch’essa mi ha appassionata molto e devo dire che in questo periodo sono entrata più in empatia con i personaggi; gli anni 30-40 che aimé per un mio limite personale ho proprio faticato a seguire; la contemporaneità che non mi affascina particolarmente se nonché Buticchi ha scelto due protagonisti particolari Sara Terracini un’archeologa ( Diciamocelo l’omonimia ed il suo lavoro sono per me sufficienti a far sì che l’abbia adorata) e Breil il piccolo uomo, ho seguito le vicende di entrambi con passione. Unica pecca, che è solo una questione personale, avrei forse dovuto leggere la saga dal primo romanzo per avere più chiara la storia di Sara e Breil , come sia nata la loro amicizia

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