IT – Stephen King

Trama: A Derry, una piccola cittadina del Maine, l’autunno si è annunciato con una pioggia torrenziale che sembra non finire mai. Per un bambino come George Denbrough, ben coperto dal suo impermeabile giallo, il più grande divertimento è seguire la barchetta di carta che gli ha costruito il fratello maggiore Bill. Ma le strade sono sdrucciolevoli e George rischia di perdere il suo giocattolo, che infatti si infila in un canale di scolo lungo il marciapiede e sparisce nelle viscere della terra. Cercare di recuperarlo è l’ultimo gesto di George: una creatura spaventosa travestita da clown gli strappa un braccio uccidendolo. A combattere It, il mostro misterioso che prende la forma delle nostre peggiori paure, rimangono Bill e il gruppo di amici con i quali ha fondato il Club dei Perdenti, sette ragazzini capaci di immaginare un mondo senza mostri. Ma It è un nemico implacabile e per sconfiggerlo i ragazzi devono affrontare prove durissime e rischiare la loro stessa vita. E se l’estate successiva, che li ritrova giovani adulti, sembra quella della sconfitta di It, i Perdenti sanno di dover fare una promessa: qualunque cosa succeda, torneranno a Derry per combattere ancora.

La nostra lettura condivisa di Giugno e Luglio!!! di seguito i nostri commenti.

Lia Fiore

Ho iniziato a leggere “It” con tanta curiosità, ma anche con un po’ di timore, chiedendomi se ce l’avrei fatta a leggerlo in due mesi. Come mi è capitato con tutti i libri di King letti sino ad ora, anche questo libro mi ha letteralmente presa in ostaggio. Non sono riuscita a staccarmi dalle pagine o ad alternarlo con altre letture.

Mi aspettavo un romanzo più terrificante, con una maggiore componente paranormale, ma non si può certo dire che l’orrore non sia presente… È orrore l’insieme di violenze e di abusi subiti dai protagonisti; è orrore quello compiuto dagli antagonisti verso persone e animali (ho fatto un po’ fatica a leggere questo tipo di scene); è orrore scoprire che la propria casa non è un nido sicuro, ma un luogo in cui si è vittime di maltrattamenti e di attenzioni insane e morbose, e nel quale hanno avuto origine i nostri traumi. C’è tanto orrore tra queste pagine.

Un tema fondamentale è sicuramente quello della paura. Cosa c’è di più spaventoso del vedere le proprie paure diventare realtà? It è l’incarnazione delle paure di ognuno dei protagonisti, ed è per questo che assume diverse sembianze. Come si possono superare le proprie paure? Guardandole in faccia e affrontandole, perché scappare o ignorarle serve solo a rafforzarle, ma soprattutto restando uniti.

L’Amicizia, sincera e incondizionata, è ciò che permette ai ragazzini del Club dei perdenti, diventati adulti, di affrontare It. È la loro arma più potente contro il Mostro.

Mi ha molto colpita la scelta finale di Bev… Quella descritta da King è una scena molto potente, che lascia sgomenti, a chiedersi se per salvare un amico saremmo davvero disposti a tutto…

Ho provato molta tenerezza per i ragazzi del “Club dei perdenti”, che con le loro storie fatte di abusi e di emerginazione, riescono ad entrare nel cuore dei lettori.

Nel complesso è stata una lettura intensa, coinvolgente e ricca di spunti di riflessione, che nei libri di King non mancano mai.

Sono veramente tanti i temi racchiusi

tra le pagine di questo libro: il delicato passaggio dall’adolescenza all’età adulta, i traumi infantili e la loro elaborazione, il lutto, la paura, l’amicizia, l’indifferenza come alleata del male (senza la quale quest’ultimo non agirebbe indisturbato), il bullismo, la pedofilia, la violenza domestica…

Pur essendomi chiaro il significato simbolico, ho trovato un po’ confusionarie le parti in cui si parla della Tartaruga, contrapposta ad It. Questa è l’unica nota “negativa”, insieme alle descrizioni, troppo crude e morbose, di torture a persone e animali.

È un romanzo che merita di essere letto, anche se il mio preferito di King resta “Il miglio verde”.

Concludo con questa citazione che mi ha particolarmente colpita:

“Forse, considerò, non esistono nemmeno amici buoni o cattivi, forse ci sono solo amici, persone che prendono le tue parti quando stai male e che ti aiutano a non sentirti solo. Forse per un amico vale sempre la pena avere paura e sperare e vivere. Forse vale anche la pena persino morire per lui, se così ha da essere. Niente amici buoni. Niente amici cattivi. Persone e basta che vuoi avere vicino, persone con le quali hai bisogno di essere; persone che hanno costruito la loro dimora nel tuo cuore.”

Cinzia Cogni

Definire It un romanzo horror lo trovo riduttivo, è un romanzo di formazione e un thriller psicologico, una storia inquietante in cui emergono tutte le tematiche e i valori più importanti che riguardano l’umanità, dove, purtroppo, la parte buona ha un ruolo minimo mentre il male dilaga in tutto il suo orrore…ma in fondo è proprio questa la realtà che cerchiamo di nascondere perfino a noi stessi e che Stephen King ci mostra in tutta la sua crudeltà.

Non c’è dubbio che sia una trama geniale, complessa, non di facile lettura (almeno per me), ma alla fine ho raccolto i vari messaggi disseminati lungo il romanzo e ho capito quanto questa storia sia veramente un’analisi perfetta della nostra società. Oggi come allora, viviamo le stesse piaghe descritte da King come il razzismo, il bullismo, il maschilismo, l’assenza di empatia e l’indifferenza verso il prossimo, ecc… eppure non abbiamo ancora capito che le uniche armi a nostra disposizione per sconfiggerle sono l’amore e l’amicizia.

A Derry , un paesino qualunque nel Maine, ogni 27 anni riappare It, un essere uscito dalle fogne che incarna il male e le paure dei suoi abitanti, uccidendo e riducendo a pezzi bambini e adolescenti, e forse non è un caso che sia proprio un gruppo di ragazzini chiamati “i perdenti” ad iniziare la caccia contro questo mostro.

Inseguendo It, la vita dei protagonisti viene descritta e analizzata profondamente, scandagliando sentimenti e turbamenti in particolar modo dell’adolescenza e quando riescono a sconfiggerlo, la loro amicizia è così ben consolidata che promettono tutti di tornare a Derry nel caso It riapparisse dopo 27 anni e ucciderlo per sempre.

Ed è ciò che accade e il ritorno di ognuno di loro sarà un tuffo nel passato, ma anche un modo per guardarsi dentro, e scoprire se anche da adulti certi valori sono rimasti o persi per sempre.

Isabella Novelli

Un libro che mi è piaciuto molto.Una storia horror in cui c’è molto di più: il mondo dell’infanzia,l ‘amicizia indissolubile e tanto altro.La vicenda attrae così come i suoi protagonisti a cui ci si affeziona e ci si immedesima sino alla fine.Una lotta contro il male che sembra non finire mai,un male che subisce molte trasformazioni e sembra risorgere continuamente.L’amicizia e l’unione tra le persone hanno un ruolo predominante, così come il sacrificio per un amico,anche a costo della propria vita.

Il Club dei perdenti rimane nel cuore così come il loro modo di affrontare le loro paure.Ben,Bill,Michey,Richie,Eddy,Stan e Bev sono sette bambini inseparabili che affrontano un futuro pieno di insidie e provengono da un passato troppo brutto che faticano a ricordare ,ma che li inseguirà per anni,sino ad uno straordinario epilogo.

Un gran bel thriller molto lungo ed impegnativo che sono però felice di aver letto e di cui conserverò il ricordo.

Sara Valentino

Purtroppo l’ho iniziato con voi per la terza volta e anche questa volta non sono riuscita a leggerlo.

Grazie alla vostra compagnia e ai vostri commenti sono arrivata a metà però.

Il genere non è tra i miei preferiti però la scrittura è indubbiamente straordinaria. Il problema è che a un certo punto ha iniziato a farmi cambiare umore così ho deciso che non può fare per me. Mi dispiace

Fabiola Màdaro

Per me era una rilettura dopo 27 anni, sapete che King è il mio autore del cuore, quindi sono un po’ di parte. ☺️

Cosa si può dire di IT che non sia ancora stato detto?! Romanzo Horror?! Niente di più lontano da questo. It non è un romanzo Horror, It è un romanzo di “paura”. La paura in tutte le sue forme, la paura vista con gli occhi di un bambino. O più precisamente di sette bambini. I sette Perdenti. In questo romanzo Stephen King racconta le vite di 7 bambini, delle loro singole paure, dei loro mostri nascosti dove meno ci si aspetta. Ognuno di loro vive un conflitto interno, personale e reale, nessuno degli altri ha lo stesso problema, ma la forza della loro amicizia sta proprio in questo, ognuno di loro riesce a capire il dolore dell’altro. King racconta del loro incontro e della forza scaturita dalla loro unione. Nessuna paura può rimanere ingestita, se hai amici a cui affidare i tuoi più oscuri segreti, le tue fobie più nascoste. Si incontrano, diventano una sorta di un’unica entità. Le loro singole paure, insieme, diventano una forza e ognuno di loro salva gli altri, li protegge, quando sono uniti le loro singole paure diventano pura energia in grado di affrontare i mostri… quelli veri.

It racconta la storia della scoperta di un sentimento forte come l’amicizia vera, ma anche la scoperta dei primi amori, il passaggio dalla fanciullezza all’età adulta, in tutte le sue sfumature: la fiducia per gli amici, il batticuore per i primi amori, il terrore per la vicinanza di gente cattiva… i veri mostri esistono e sono ovunque. È un libro immenso, 1238 pagine, ma ogni pagina di questo libro è fondamentale, non ne toglierei nemmeno una, perché King racconta i sentimenti, la forza, l’importanza di avere qualcuno con cui condividere le cose belle come quelle brutte e lo fa in modo così raffinato e scorrevole, che non ci si rende conto di quanto si viene assorbiti dalla lettura. Questo romanzo racconta l’importanza di mantenere una promessa seppur fatta da bambini; di come, con un amico vicino, si può trovare il coraggio di affrontare qualsiasi difficoltà.

It è un libro che racconta la rivalsa sociale dei suoi protagonisti; ognuno di loro, ogni Perdente, ha trovato spazio nella società e tutto ciò è stato possibile solo grazie alla loro unione. Un’amicizia viscerale e commovente, profonda al punto di essere disposti a morire per un amico, gli amori adolescenziali e la scoperta della sessualità descritti in modo spietato e diretto, reale e senza fronzoli, così come si affaccia alla mente e al cuore di ogni bambino quando si trova su quella linea sottile che separa l’infanzia dalla vita adulta.

It racconta dei nostri traumi infantili, delle nostre paure più recondite, troppo spesso sopiti crescendo oppure nascosti persino a noi stessi, convinti che non serva affrontarli, ma che quasi sempre restano lì in un angolo della mente e influenzano inevitabilmente la nostra vita adulta e se non hai un amico con cui condividerli, spesso ti tormentano pur non sapendo più di cosa si tratta. Ecco chi è It: It è il mostro che ci portiamo dentro e di cui non possiamo parlare con chiunque. Solo pochi eletti sanno, solo pochi eletti possono aiutarci… solo gli Amici che vivono nel cuore.

Quindi si, It è un libro immenso… ma non per la sua mole! Lo è per l’importanza del messaggio che lascia. Un libro di formazione, di crescita e di riscoperta interiore, che tutti dovrebbero leggere almeno una volta nella vita, ma che secondo me va riletto nel tempo, nelle diverse fasi della nostra vita, per non dimenticare…

Matteo Palli

Ho seguito con piacere la condivisa, approfittando per rileggere qualche parte di un libro che amo molto. In altri commenti è già stato detto tutto ed inquadrato quello che secondo me sono i punti di forza del romanzo. Innanzitutto sarebbe molto riduttivo classificarlo come un semplice romanzo horror. E questo nonostante il libro faccia paura in tante parti e la trama, indubbiamente, spinga verso tale tipo di classificazione. Come ho letto in un altro post, è più corretto dire che IT è un romanzo sulla paura. La paura di affrontare la vita da adulti, quella vissuta nelle pareti domestiche, la paura della solitudine e quella per ciò che non si conosce. Una delle trovate geniali del libro (e ce ne sono tante) è che ognuno dei protagonisti vede IT nella forma di ciò che più lo spaventa al mondo e questo è l’emblema di come la paura sia uno degli elementi trainanti. A chi chiedesse cosa vuole dire romanzo di formazione, termine spesso abusato, consiglierei questo libro. IT è una dei più bei racconti mai letti sul passaggio dall’infanzia all’adolescenza, sui primi amori, sul senso del gruppo perché “l’unione fa la forza” e l’idea che, se non sei solo e hai persone accanto che ti vogliono bene, sei pronto anche a sfidare un mostro che fa a pezzi i bambini è un grande segnale. IT è un romanzo cattivo, ma contro le cattiverie. Le ingiustizie, il razzismo, il maschilismo vengono trattate con durezza, ma con un filo di speranza. IT è il mostro dentro ognuno di noi, perché si manifesta con le nostre paure, perché fa voltare per non vedere l’orrore (pensiamo agli adulti del romanzo che non si accorgono di niente). E il segnale che lancia è molto profondo. Tutto si può superare con l’amicizia, la solidarietà, l’unione e la protezione del più debole. Ogni tanto sui social si vedono le classifiche dei libri più belli mai letti e in tanti citano i classici super noti, i romanzi fondamentali della nostra letteratura. Io sorrido sempre un po’. Primo perché vorrei vedere se le persone li hanno letti davvero, secondo perché ho sempre l’impressione che siano citati perché fa chic citarli e perché è peccato dire di non averli letti. Lungi da me voler criticare romanzi intramontabili, ma io lo dico senza paura. IT è uno dei romanzi che non si può non leggere. Chi non lo fa perché non ama il genere o vede con un po’ di snobismo King come un autore commerciale si perde veramente tanto. Per me è il libro più bello che abbia mai letto. Ogni romanzo che affronto spero di scalzarlo dal podio, ma ancora non mi è riuscito. Grazie per l’opportunità concessa da parte di Sara Valentino e da Septem. Concludo con una citazione. Famosa e scontata, ma c’è veramente l’anima del libro. “Allora vai senza perdere altro tempo, vai veloce mentre l’ultima luce si spegne, vattene da Derry, allontanati dal ricordo… ma non dal desiderio. Quello resta, tutto ciò che eravamo e tutto ciò che credevamo da bambini, tutto quello che brillava nei nostri occhi quando eravamo sperduti e il vento soffiava nella notte. Parti e cerca di continuare a sorridere. Trovati un po’ di rock and roll alla radio e vai verso tutta la vita che c’è con tutto il coraggio che riesci a trovare e tutta la fiducia che riesci ad alimentare. Sii valoroso, sii coraggioso, resisti. Tutto il resto è buio.“

Mariagrazia Dicarlo

Purtroppo sono arrivata al 45%, in questi due mesi l’ho letto in piccole pillole… non perché non mi piacesse ma alcune parti o meglio certe descrizioni (di mostri o di come venivano ritrovati certi cadaveri) non sono state il mio forte.

Per quello che ho letto mi è piaciuta che ha legato questi ragazzini/adulti, che nonostante tutto e nonostante il tempo in un modo o nell’altro sono rimasti uniti, con l’intento di poter riuscire a sconfiggere quello che sta “distruggendo” la popolazione di Derry.

Certamente ora ho la curiosità di sapere se ci riusciranno, e quindi piano piano ora cercherò di arrivare alla fine.

Paola Nevola

È il primo libro che leggo di King ed è stata una lettura impegnativa, nonostante ciò mi ha appassionata molto. Non è affatto semplice commentare un libro monumentale come questo e non per il numero di pagine, ma per la scrittura e i diversi significati, bisognerebbe soffermarsi su ogni capitolo e rifletterci.

Innanzitutto bisogna sfatare il fatto che sia un semplice horror, non è così. È un libro che ci accompagna nei mali e problemi che affliggono l’umanità: il razzismo, la violenza domestica, il bullismo, l’intolleranza, le incomprensioni, il rapporto tra genitori e figli. Ma evidenzia anche valori positivi che dovremmo tenere a cuore, come l’amicizia, la solidarietà, l’amore, la spensieratezza giovanile ecc.

Ma chi è IT? IT sono le nostre paure che si fanno mostro. IT è il male che si nutre di bambini, ragazzi e adulti colti nelle loro fragilità, errori e paure, non fa differenza tra buoni o cattivi. IT è il male che si nasconde nell’uomo, nelle viscere di Derry, nelle profondità, IT è primordiale. La città di Derry è un luogo immaginario, ma potrebbe essere la nostra città.

IT è anche un romanzo di formazione, sette bambini passano l’estate insieme, ognuno ha i suoi problemi famigliari, i suoi complessi. Le molestie da parte di un gruppo di bulli da modo che si uniscano in gruppo, una crescita di consapevolezza delle loro capacità, la coesione dà loro il coraggio per affrontare le paure, i mostri, IT. Il gruppo si chiamerà Il Circolo dei Perdenti.

L’unico modo per sconfiggere IT è la loro unione, l’amicizia, la solidarietà, la comprensione, l’amore.

“… Quello che conta è l’amore, il volere bene… è sempre il desiderio, mai il tempo. Forse è tutto quello che ci è dato portate con noi quando usciamo dal blu ed entriamo nel nero.”

I sette con i loro rituali magici e la loro energia benevola riescono a rimandare IT nel suo inferno e giurano con un patto di sangue di ritornare nel caso fosse ricominciato.

È una narrazione che vede due diversi piani temporali, il ’58 e l’85, qui entra in gioco la memoria, il ricordo, il subconscio che vuole dimenticare il male, ma il male è lì latente. King inserisce dei brani “interludio” ad hoc che narrano le vicende storiche di Derry, episodi violenti che dal passato si susseguono con una cadenza di 27 anni, perché il male ha bisogno di rigenerarsi. King è fantastico per la sua scrittura e fantasia così realistica, ha uno stile eccezionale nel collegare i diversi piani temporali; una frase, una parola fanno da collegamento, non solo per unire episodi, ma anche nel dare lo stesso significato, incisività, per affabulare nella lettura.

Ecco i Perdenti (vorrei scrivere molto di loro, li adoro):Bill il leader detto Tartaglia sconvolto dalla morte del suo fratellino Georgie per mano di It, Richie detto Linguaccia con lenti spesse come fondi di bottiglia, Eddie malato di asma psicologica sempre col suo inalatore in tasca, Stanley l’ebreo appassionato di uccelli, Ben tanto buono quanto grasso amante dei libri e di costruzioni, Beverly l’unica ragazza isolata dalle compagne benché è molto bella, suo padre è un uomo violento, infine Mike il nero colui che tiene la memoria scritta, l’unico che resta a Derry colui che si prende il sofferto compito di chiamare gli altri se dovesse ritornare IT.

“…E quasi per sbaglio Eddie scoprì una delle grandi verità della sua infanzia: i veri mostri sono gli adulti”.

I sei che andranno via da Derry avranno tutti successo sconfiggendo i loro mostri personali, per poi ritornare con la maturità degli adulti a fronteggiare di nuovo IT con il timore di non ritrovare quella magia d’infanzia, dovranno sforzarsi di ricordare per cercare in se stessi l’amore dell’amicizia.

Se IT è il Male c’è un’antitesi, la Tartaruga il Bene ed è immensa è la voce che Bill sente e segue.

Un libro che mi ha emozionata molto, alcune frasi rileggendole mi fanno ancora lo stesso effetto.

“… Allora vai senza perdere tempo, allontanati dal ricordo… ma non dal desiderio. Quello resta, tutto ciò che eravamo e tutto ciò che credavamo da bambini, tutto quello che brillava nei nostri occhi quando eravamo sperduti e il vento soffiava nella notte.

Parti e cerca di continuare a sorridere. Trovati un po’ di rock and roll alla radio e vai verso tutta la vita che c’è… Sii valoroso, sii coraggioso, resisti. Tutto il resto è buio. “

Marinella Moreschi

Sono almeno alla quarta rilettura, scopro sottintesi sempre più intriganti sull’origine di IT e sui comportamenti della popolazione di Derry, evidentemente complice del Male. La principale chiave di lettura- non la sola- secondo me sta proprio in questo

E che dire della tartaruga? Vorrei spezzare una lancia in favore della vecchia miniserie televisiva, dove, in mezzo ad un cast di tutto rispetto, giganteggiava Tim Curry. I recenti film sono mosci, il clown è ridicolo

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