La dama e l’unicorno – Tracy Chevalier

È un giorno della Quaresima del 1490 a Parigi, un giorno davvero particolare per Nicolas des Innocents, pittore di insegne e miniaturista conosciuto a corte per la sua mano ferma nel dipingere volti grandi come un’unghia, e al Coq d’Or e nelle altre taverne al di qua della Senna per la sua mano lesta con le servette di bell’aspetto. Jean Le Viste, il signore dagli occhi come lame di coltello, il gentiluomo le cui insegne sono ovunque tra i campi e gli acquitrini di Saint-Germain-des-Prés, proprio come lo sterco dei cavalli, l’ha invitato nella Grande Salle della sua casa al di là della Senna e in quella sala disadorna, nonostante il soffitto a cassettoni finemente intagliato, gli ha commissionato non stemmi imponenti o vetrate colorate o miniature delicate ma arazzi per coprire tutte le pareti. Arazzi immensi che raffigurino la battaglia di Nancy, con cavalli intrecciati a braccia e gambe umane, picche, spade, scudi e sangue a profusione. Una commissione da parte di Jean Le Viste significa cibo sulla tavola per settimane e notti di bagordi al Coq d’Or, e Nicolas, che può resistere a tutto fuorché alle delizie della vita, non ha esitato un istante ad accettare. Non ha esitato, però, nemmeno ad annuire davanti alla proposta di Geneviève de Nanterre, moglie di Jean Le Viste e signora di quella casa.

  • Editore ‏ : ‎ BEAT (2 novembre 2017)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina rigida ‏ : ‎ 286 pagine

Eliana Corrado

Della Chevalier ho letto diversi libri, alcuni mi hanno convinto, altri delusa. Questo si colloca in una via di mezzo. Mi ha convinto e avvinto per tutta la parte relativa alla storia degli arazzi – come si progettano, si “costruiscono”, si conservano – che è il fulcro della storia che narra proprio dell’arazzo “la dama e l’unicorno” partendo dalla sua commissione per decorare le pareti di un palazzo nobiliare alla sua realizzazione. Mi è piaciuto, anche se a tratti l’ho trovato dispersivo, la narrazione corale, con i vari protagonisti che, di volta in volta, raccontano il loro punto di vista, la loro parte nella vicenda, che per alcuni, come il lisser e la sua famiglia, diventano il pretesto per narrare il contesto storico e sociale in cui operavano.

Non mi è piaciuto per l’eccessiva volgarità, a volte plateale altre sottintesa che permea certi personaggi e certe vicende. Pur apprezzando il realismo con cui la Chevalier tenta di pennellare alcuni personaggi, a mio avviso finisce col calcare troppo la mano.

Il ritmo è lento all’inizio, forse troppo, con ridondanze inutili, descrizioni che si ripetono, permea tutta una narrazione che stenta a decollare, mentre prende più corpo e sostanza verso la seconda metà del libro, quando finalmente i personaggi prendono più vita e le trame si intrecciano.

Una lettura piacevole, e gradevole, ma non indimenticabile, che mi resta un po’ fredda e poco coinvolgente.

Isabella Novelli

Non è il libro migliore della Chevalier anche se ho amato la sua descrizione e la narrazione sul come si realizzavano gli arazzi.La storia è abbastanza banale ,accade poco e quel poco è un po’ scontato.Interessante il personaggio principale,Nicolas,anche se non una bella figura di un uomo che usa le donne per poi gettarle via.La storia si riscatta nel finale,giusto epilogo per una storia che non poteva che finire in quel modo.Un libro ben scritto,ma niente di eccezionale.

Cinzia Cogni

Le alte aspettative che avevo riposto in questo romanzo, sia per la bravura della scrittrice che per le recensioni positive degli altri lettori, sono svanite già ai primi capitoli, a causa del protagonista, il pittore Nicolas des Innocents, descritto come un donnaiolo, maschilista, grezzo, sboccato…insomma un personaggio decisamente negativo.

Fortunatamente nella seconda parte la trama prende una piega diversa, si concentra sulla realizzazione degli arazzi, i veri protagonisti del romanzo, e si entra in un mondo poco noto, fatto di colori, tessuti e simbolismi, davvero affascinante.

L’idea della autrice di narrare la storia di questi arazzi, realizzati alla fine del XV secolo nel nord della Francia, voluti dal nobile Jean Le Viste per decorare la sala della sua casa, è davvero originale, peccato che abbia ideato una trama carente, dove le giovani protagoniste femminili sono succubi del pittore e il loro modo di parlare e il loro comportamento, l’ho trovato poco consono al periodo in cui si svolge la storia.

Essendo l’autrice una donna, mi ha lasciato perplessa come ha descritto a livello psicologico le protagoniste, con troppa superficialità e ben poco sentimento.

Tracy Chevalier è comunque un’ottima scrittrice e ricercatrice storica, molto brava anche nella descrizione delle opere d’arte, e per questo mi aspettavo una storia più profonda, e speranzosa ho atteso il colpo di scena che ribaltasse la situazione, quel salto di qualità che alla fine non c’è stato…

Sara Valentino

Sono rimasta piuttosto delusa da questa lettura.

Non è il primo libro che leggo di questa autrice, ne ho letti due suoi e sempre mi sono molto piaciuti.

In questo caso, sebbene il contesto storico sia abbastanza definito e la parte riguardante gli arazzi sia quella che più mi ha avvinta, non sono riuscita a entrare in empatia con nessun personaggio. Né maschile e né femminile. Ho trovato anche una narrazione piuttosto maschilista, nonostante riconosca che il periodo storico non fosse certo a favore delle donne. In questo caso è andata un po’ oltre perché credo che le donne di questo romanzo meritassero di avere un po’ più di autostima e non essere dipinte come povere giovani in languida attesa di un uomo.

Però salvo la parte dedicata alla creazione e anche la descrizione di come avveniva e di come tutti partecipavano attivamente.

Faticato a portarlo a termine perché, lo ripeto, non mi sono affezionata a nessuno dei personaggi. La Chevalier aveva tutte le possibilità per rendere un bel romanzo anche in virtù dell’assist che gli era ben servito dai cinque sensi ai quali gli arazzi sono dedicati.

Paola Nevola

Se penso alla prima sensazione che ho avuto concluso il libro è stata di delusione, dopo aver letto La ragazza con l’orecchino di perla me lo aspettavo molto più coinvolgente e articolato.

Ho gradito la scelta dell’autrice di far raccontare la storia ai vari protagonisti, per alcuni è stata più interessante ed empatica per altri e soprattutto per il pittore Nicolas des Innocents l’ho trovata fastidiosa e volgare. Ha dato un senso prosaico al significato dell’unicorno che seduce una vergine, in quanto il pittore utilizza questa leggenda per le sue conquiste al solo scopo sessuale per poi abbandonarle in modo deplorevole. Mentre ho apprezzato molto di più tutta la parte riguardante il Lissier e la sua bottega che permette di scoprire le regole del mercato e delle gilde. La moglie e la figlia Alienor sono due figure che mi hanno colpita in particolare per la complicità tra madre e figlia, il loro agire dando a credere agli uomini di essere sottomesse. Tramite questi ultimi personaggi si scoprono le tecniche di produzione degli Arazzi e i segreti del mestiere.

Un romanzo che si legge velocemente e che ha il pregio di portare ad approfondire e ammirare la bellezza raffinata di questi manufatti, vero capolavori, anche se la trama lascia a desiderare.

Patrizia Martellini

Inizio dicendo che amo Tracy Chevalier, ma a differenza di altri autori, che sono tra i miei preferiti, di cui apprezzo tutti i romanzi, con lei accade una cosa strana.

Alcuni suoi romanzi mi piacciono tantissimo, come “La ragazza con l’orecchino di perla”, “Strane creature” e “L’angelo azzurro” altri mi hanno annoiato: “La fuggitiva”, “I frutti del vento”, l’ultimo non l’ho mai letto!

È da tanto che mi chiedo come una brava autrice possa avere questi alti e bassi.

“La dama e l’unicorno” proprio non mi è piaciuto, noiosissimo nella prima parte si riscatta con le parti dedicate ai personaggi di Bruxelles e alla produzione degli arazzi.

Il libro poteva essere bello se non avesse messo il pittore Nicolas des Innocents, un maschilista idiota, senza cervello, che ingravida ogni donna che incontra.

Immaginate come poteva essere gradevole il romanzo con pittore abile, gentile ed educato?

Un’occasione persa.

Giovanna Cosatto

Sara ,grazie del tuo commento..più volte in questo mese preso in mano e lasciato ..,perché già dall’inizio non catturava la mia attenzione ,però ora proseguo perché mi interessano molto gli arazzi ..

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