La gazza Autore: Claude Monet

a cura di Catia Santoni

Lasciamo l’azzurrino frizzante del cielo e i colori vivaci dai toni aurei dell’autunno per dare spazio ai paesaggi innevati invernali in cui domina un colore monocromatico e magico, quello dei preziosi fiocchi. I quadri in cui si raffigura la neve mi trasmettono sempre un senso di pace e tranquillità e una sensazione di appagamento emotivo. Il quadro che più mi desta tali emozioni e quello che oggi vorrei proporvi:

La gazza
Autore: Claude Monet 1869 Parigi, Musée d’Orsay

In una campagna coperta da un ‘abbondante nevicata abbattutasi sulla Normandia, l’attenzione di Claude Monet si sofferma su una gazza appoggiata sopra ad una staccionata. Sembra di essere in un villaggio fantasma. Eliminando ulteriori protagonisti nell’opera, la nostra attenzione non può fare altro che ricadere sull’uccello nero appollaiato sul cancelletto in legno. La veduta, realizzata a Etretat , località marittima luogo di frequenti soggiorni dell’artista, è una delle più poetiche di questo periodo :l’opera risale al 1869 e appartiene ad una produzione che sta già evolvendo verso l’impressionismo in quanto già votata a cogliere l’essenza del momento, dell’impressione .Anzi: per la critica, La gazza può già essere considerata un paesaggio impressionista. Ad accrescere questa sensazione di trovarsi di fronte a un paesaggio da vedere in un attimo fugace, c’è la ridottissima gamma cromatica scelta da Monet, che l’artista ha però voluto modulare secondo effetti di contrasto tra luce e ombra particolarmente evocativi Il lavoro di Monet mostra una notevole attenzione sulle ombre colorate.
Se si guarda con attenzione i colori che prevalgono sono il blu ed il giallo, ovvero 2 colori complementari.L’illuminante calore del sole è reso con l’utilizzo di un giallo molto freddo, e l’ombra riflessa sulla neve è bluastra, quasi viola.

La gazza particolare
Se si continua a guardare il resto della scena di Monet gazza: la neve è estremamente realistica e naturale, e dietro le fronde degli alberi innevati sulla destra, si intravede un piccolo gruppo di case in legno. Il pittore utilizza il colore marrone per questi edifici: si tratta dell’unico tono “caldo” che risalta in tutta la composizione, dominato da tonalità invernali.

Le “ombre colorate” non sono state “inventate” da Monet, né tantomeno sono presenti soltanto nelle sue opere; molti altri pittori impressionisti hanno tentato di padroneggiare questa tecnica al meglio, cercando di distaccarsi dalla tradizionale resa dell’ombra, caratterizzata unicamente da un tono scuro.
Nel 19° secolo nasce la “teoria dei colori” (da cui si sviluppa anche questa teoria delle ombre colorate), ipotizzata dallo scienziato tedesco Johann Wolfgang von Goethe.
Monet presentò l’opera al Salon del 1869, ma fu rifiutata: evidentemente la giuria dell’esposizione non aveva ancora compreso la portata estremamente innovativa del dipinto. In passato appartenne al celebre mercante Paul Durand-Ruel: nel 1957 passò tra le mani di un altro collezionista e nel 1984 La gazza fu acquisita dallo Stato francese che la destinò al Musée d’Orsay dove si può tuttora ammirare. Oggi è considerata uno dei più importanti lavori di Monet.

Fonti:https://www.finestresullarte.info/operadelgiorno/2017/576-claude-monet-la-gazza.php
https://www.arteworld.it/la-gazza-monet-analisi/

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