A cura di Isabella Novelli
Nel dicembre del 1368 un giovane principe, Filippo d’Acaja fu condannato a morte per tradimento ed aver attentato alla vita del cugino, il Conte Verde Amedeo VI.
Giacomo d’Acaja, padre di Filippo, si era ribellato al Conte Verde Amedeo VI, motivo per cui era stato costretto a diseredare il figlio. Alla morte di Giacomo, Filippo provò a sconfiggere il cugino, grazie all’aiuto dell’esercito milanese, fallendo. A seguito di una breve prigionia nel castello di Avigliana fu condannato a morte per annegamento nel Lago Grande di Avigliana il 21 dicembre 1368.
Filippo fu portato al lago e dopo aver guardato il prete che lo accompagnava per salutarlo saltò nelle acque gelide. E qui prendono vita due leggende.
La prima racconta che Filippo sia stato miracolosamente salvato dal beato Umberto di Savoia, del quale aveva un medaglione al collo, e trasportato a Fatima, in Portogallo, dove sarebbe morto in serenità nel 1418; la seconda immagina che, pur morendo, abbia lasciato vagare la propria anima sulle acque, dove, a volte, è possibile vederla.
Sono Alfonso Marino
Il palazzo era nostro