La luce nella Masseria – Saverio D’Ercole e Roberto Moliterni

Matera, all’inizio degli anni Sessanta, cammina in equilibrio instabile fra due mondi, quello del passato, legato alla terra, che resiste identico da decenni, e quello del futuro, e di un’Italia ben più grande e lontana, che arriva dentro le case grazie al soffio di un vento nuovo profumato di miracolo: la televisione. I Rondinone sono contadini da generazioni, e intorno alla masseria di famiglia si giocano da sempre le loro esistenze. Mentre Pinuccio, il piccolo di casa, scopre la scatola magica della televisione, che comincia a diffondersi anche in quella città del Sud isolata dal resto del Paese, dove il tempo sembra immobile, il progresso e le avversità arrivano invece a scompaginare la vita della famiglia. Saranno proprio gli occhi di Pinuccio a raccontarci lo smarrimento di nonno Eustachio di fronte al futuro che incombe, i sacrifici di sua madre, le aspirazioni di sua sorella, e le tentazioni dei suoi zii di andare a lavorare in fabbrica o di emigrare, così come il desiderio dei suoi cugini di restare tutti uniti in masseria. E soprattutto il sogno di un amore puro di Imma e le speranze di Vincenzo, il suo zio preferito, costretto prima di tutti a capire che l’unico modo per non cambiare è accettare di farlo. Sarà grazie a lui e alla passione di Pinuccio per la televisione che la famiglia Rondinone troverà un nuovo equilibrio. La storia che ha ispirato l’omonimo film per festeggiare i settant’anni della nascita della RAI non è solo un racconto sul potere salvifico degli affetti, ma anche un tuffo in quegli anni in bianco e nero che colorano la nostra memoria.

  • Editore ‏ : ‎ Mondadori (9 gennaio 2024)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina rigida ‏ : ‎ 228 pagine

Recensione a cura di Stefania De Leonardis

Questa è la storia di una famiglia e di un elettrodomestico chiamato televisione.

La famiglia Rondinone di cui le nuvole del destino si diverte a mutar la forma e la televisione che colora l’ esistenza e spegne la solitudine”.

Uniti, martoriati dalla fatica , dal sangue e dal dolore, lottano in quella terra per sfuggire alla miseria in una città come Matera che negli anni 60 del secolo scorso non era come la conosciamo oggi.

Il destino toglie a questa piccola comunità di stampo patriarcale, famiglia Rondinone per l’appunto, il principale sostentamento.

Il capofamiglia è l’anziano Eustachio, conservatore e diffidente di fronte al progresso strumentale e ideologico. Egli spegne qualsiasi desiderio e qualsiasi progetto che viene proposto- Egli infatti non permetterà ai figli di acquistare il trattore come mezzo per alleggerire il lavoro nei campi- a favore del fabbisogno famgliare.

Vive nella masseria con i figli e le loro rispettive famiglie:

La pragmatica Damianina con I figli Marietta e Pinuccio, i progressisti e ribelli Casmiro e Michele e Vincenzo esuberante e sognatore.

La morte dell’anziano Eustachio sarà la rovina della famiglia.

una sventura che se loro resteranno ancora preda del rancore il lettore li vedrà sicuramente soccombere come foglie d’autunno.”

La questione dell’eredità e la mancanza di un punto di riferimento disorientano I membri della famiglia che li portano ad odiarsi tra di loro e a pensare di partire per terre lontane o al nord per un nuovo lavoro.

Due anni prima il padre di Pinuccio partì per il Belgio a lavorare alle miniere e Vincenzo che, grazie a suo padre Eustachio, apre il negozio di Tabacchi a Matera.

Prima della morte di Eustachio, un altra nube si abbatte sul giovane e robusto Vincenzo. Egli, durante un giorno di festa alla Masseria, tra canti gioiosi e molte allegria, ha un malore e con lui si trova la giovane Imma che, su consiglio di lei, va da un medico a fare una visita.

La diagnosi è terribile: sclerosi a placche (sclerosi multipla) malattia che nella prima metà degli anni 60 era poco o per niente conosciuta. Purtroppo è una malattia incurabile e nessuna cura potrà far tornare il Vincenzo del tempo che fu.

Bisogna vivere il presente con tutte le proprie forze e vivere di un nuovo lavoro: il negozio di Tabacchi al centro di Matera.

C’è Pinuccio, il piccolo dei Rondinone, che assomiglia di carattere a suo zio Vincenzo e voce narrante della storia.

Un bambino che si nutre continuamente di scoperta e meraviglia, accogliendo tutta la bellezza che il mondo della televisione poteva dare a quel tempo e vivendo una divertente infatuazione per Mariolina Cannuli, volto noto della televisione.

Lui e I suoi cugini andavano a vedere la televisione esposta nella vetrina di un negozio di eletrodomestici. Appuntamento fisso dell’ora della merenda.

Il suo sogno era di comprare una televisione e vedere la famiglia riunita di nuovo sotto il tetto della Masseria. Un sogno che si avvera grazie allo zio Vincenzo e ad Imma.

Il titolo del libro stesso trova una precisa spiegazione:

La luce è la televisione e la masseria è la famiglia.

Infatti la famiglia trascorre le feste di Natale e il Capodanno ognuno per proprio conto.

Il sei gennaio del 1965 parte la finale di Canzonissima.

Pinuccio, I cugini, lo zio Vincenzo e con l’aiuto di Imma architettano un piano: riunire I Rondinone nella Masseria per guardare la finale. Fanno in modo che ognuno non sa della presenza dell’altro finchè non arrivano a destinazione.

Il piano stava per fallire ma la sigla di Canzonissima cattura I presenti incollandoli davanti alla televisione.

Quella televisione che non divide, non frammenta ma unisce.

Finchè ci sarà ancora qualcuno a raccontare storie davanti al camino nelle fredde serate d’inverno o qualcun altro disposto ad ascoltare si potrà sempre creare legami dove nessuno cadrà nel vuoto o cederà al rancore.

«A volte…» concluse nonno «basterebbe guardarsi in faccia e parlarsi,

per evitare le guerre…»”

Si vive di vincoli e di distanze oggi !

Viviamo in un epoca di individualismo e carenze affettive e questo libro ci parla di unione familiare e sul potere salvifico degli affetti.

Ci fa fare un tuffo su quello che erano I favolosi anni Sessanta in Italia dove il progresso avanzava inesorabile cambiando modi e costume.

Gli autori, come scelta narrativa, utilizzano la prima persona per tutta la narrazione del romanzo. Usano uno stile semplice ma ricco di termini dialettali regalando una lettura piacevole e intrattenente.

Qualche mese fa hanno dato in televisione l’omonimo film per festeggiare i settant’anni della nascita della RAI.

La trasposizione del libro a film è stupenda anche se per ragioni filmiche ci sono state delle differenze, una di questa la cuginetta di Pinuccio che nel libro parla, nel film, invece, soffre di mutismo dovuto ad un trauma ma, a fine film , parla.

E’ una favola più che un libro, una favola che ci ricorda che l’amore vince su tutto.

Please follow and like us:
error0
fb-share-icon20
Tweet 20
fb-share-icon20

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.