La moglie di Dante – di Marina Marazza

Recensione di Sara Valentino

Ammiro da parecchi anni la scrittura, lo stile narrativo evocativo, la ricerca storica puntigliosa di Marina Marazza. Da sempre attenta alla Storia, in particolare delle donne, soprattutto di quelle donne che sono vissute nell’ombra di un uomo, che sia il figlio, che sia il marito.

Oggi, l’autrice, nell’anno di Dante ci parla di lui sì, ma ce ne parla attraverso gli occhi di quella che fu sua moglie, Gemma Donati, colei che visse con lui, che lo supportò e … credo di non essere blasfema, sopportò. Ci parla di una donna che nell’ombra ha vissuto, nell’ombra ha cresciuto i figli che la vita ha donato a questa coppia, nell’ombra se n’è andata e di lei nessuno parla mai.

Nemmeno Dante scrisse di lei, per lui la musa era Beatrice, a lei si ispirava, per molto tempo ho saputo solamente la storia di Dante e Beatrice, del loro amore a senso unico e del tutto platonico, di colei che sarà la luce ne La Comedìa. Allora forse anche Gemma Donati poteva essere una Beatrice per lui in vita.

Il romanzo prende avvio da una giovanissima Gemma, testa di ruggine, il soprannome datole dal cugino Corso Donati per via della sua folta capigliatura rossa. Attraverso le sue vicende, che leggeremo fino a scoprire gli ultimi suoi giorni, potremo avere un quadro estremamente curato e dettagliato delle vicende storiche e politiche di Firenze ma anche naturalmente dell’Italia di quello squarcio storico.

Gemma, come tutte le donzelle di tutti i tempi, subisce il fascino di un uomo come Corso, che però alla fine ci sarà sempre per lei, un uomo violento e indomito, ambizioso ma molto devoto alla famiglia.

“Senza ambizione non si va da nessuna parte, Gemma. Ma se è troppa finisce col divorarti come un drago famelico e divorare chi ti sta intorno”

Proprio al crocicchio di sentimenti che non avrebbero potuto essere ricambiati, Gemma per Corso e Dante per Beatrice, i nostri si incontrano. Il tempo di giovinetta per Gemma sta per scadere e con l’aiuto di Cavalcanti riuscirà nell’intento sposare Dante, non ricco, ma un poeta e dovrà essere forte per entrambi, così la profezia di un sogno le recita, così sarà davvero.

“come a dire che quando una donna cerca di scegliere il suo destino, provoca davvero dei terribili sconquassi”

E in un tempo in cui per la donna non era possibile anelare a poter scegliere del proprio destino c’era bisogno di essere scelte.

“La moglie di Dante” è un romanzo storico che consiglio agli amanti del periodo, la ricerca storica è importante in questo scritto e sicuramente è stata un lavoro da certosino, sappiamo bene che non si conosce nemmeno per esattezza la data di nascita di Dante Alighieri, e c’è anche un documento da poco ritrovato, che ha potuto consultare l’autrice, si tratta del documento di fidanzamento tra Gemma e Dante.

I personaggi sono praticamente tutti reali, emergono nelle loro qualità e nei loro difetti umani, questo è un punto importante che amo molto nei romanzi storici, serve per creare empatia o antipatia … la Storia, lo sappiamo bene, non ha bisogno di invenzioni per essere avvincente e interessante e ne dà prova in questo testo che racconta del passaggio della cometa e del ritrovamento degli ultimi tredici canti della Commedia.

“Sa danzare, cacciare, amare… Solo che è un poeta. E io questo volevo diventare: la moglie di un poeta”

Gemma, impariamo a conoscerla, a esserle amici, a soffrire le sue pene, a fremere le sue stesse passioni, quelle di una donna di un tempo, come di ogni tempo perchè tutti siamo sotto lo stesso cielo. Dante è un uomo, del suo tempo, letterato, orgoglioso, permaloso, ostinato ma ne esce anche con un abito umano fatto di passione, di carne. Possiamo immaginare cosa è stato per entrambi, in modo tanto diverso, l’esilio.

I sentimenti e le emozioni sono tanti e parecchie, tristezza per le tante disgrazie, illusioni e delusioni, commozione, onestà e redenzione.

Gemma, la donna di cui Dante non scrisse mai. Che tempra deve aver avuto, questa fiorentina che nessuno ricorda? Sposa, per amore, un uomo sconsigliabile: non ricco, privo di potere politico e per di più poeta. Non si lascia sgomentare quando lui si trova sul fronte sbagliato, in una Firenze in cui la lotta aspra tra fazioni distrugge vite e patrimoni. Ne affronta il lungo esilio diventando una «vedova bianca» a trent’anni: dapprima deve gestire le difficoltà economiche, quattro figli che crescono, l’ostilità politica che monta intorno alla famiglia del «nemico» Alighieri; poi si vede confiscare tutti i beni e deve fuggire, incinta, dalla città per rifugiarsi con i ragazzi in una malsana palude. E a ogni svolta del destino le si para davanti suo cugino Corso Donati, il barone bello come un san Michele, violento e seduttore ma anche protettivo e leale, che lei respinge ma da cui in realtà è attratta. E la rivale, l’angelicata Beatrice? Non è un suo problema. Perché è lei, sempre accanto a Dante, forte nella sventura e artefice delle sue fortune, la vera musa della sua vita. Una moglie lo sa benissimo. È solo la storia che lo ha dimenticato. In un Trecento feroce e splendido di castelli, duelli e fazioni, di fede e scomuniche, Gemma è carne, sangue, intelligenza e passione. Ed è solo un errore del destino se Dante è diventato immortale e lei invisibile. Con questo romanzo Marina Marazza le restituisce una storia personale ricca di vicissitudini e la riporta alla vita nella dimensione che è sua: quella delle grandi eroine e delle grandi donne.

  • Editore ‏ : ‎ Solferino (17 giugno 2021)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 560 pagine
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