La quinta carta: Cinque delitti, quattro assi e la carta della morte per Ardigò – Fabrizio Carcano

Milano, giugno 2023. La metropoli, distratta dalla prima afa estiva e dalla improvvisa scomparsa di Silvio Berlusconi, è insanguinata da una serie di delitti ravvicinati. Tocca al vicequestore Bruno Ardigò, responsabile della sezione Omicidi, calarsi in un’inchiesta oscura, all’inseguimento di un assassino che annuncia e rivendica le sue uccisioni con carte da gioco, con quattro assi, e conserva la quinta e ultima carta per lui. Quale incubo è tornato dal passato per presentargli il conto? Per il cacciatore di assassini un’indagine diversa dalle altre, in una corsa contro il tempo, perché la posta in palio è la sua stessa vita.

  • Editore ‏ : ‎ Ugo Mursia Editore (23 novembre 2023)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 254 pagine

Recensione a cura di Lia Angy Fiore

Giugno 2023. Siamo nella Milano dei giorni nostri, una metropoli frenetica, con le sue vie popolate di gente che corre incessantemente per guadagnarsi da vivere onestamente e di tanti altri che, per soddisfare la sete di denaro, ricorrono a scorciatoie illegali. 

In questa giungla di cemento, sopravvivono antichi edifici storici, testimonianza di altre epoche, forse meno squallide della nostra, ma in cui il vizio e la corruzione non mancavano di certo. 

È il caso della “Gualtiera”, una villa del Cinquecento, che prende il nome da quello del suo primo proprietario, Gualtiero Bascapè, il cancelliere di Ludovico Il Moro. 

“Lì dimoravano solo fantasmi, da secoli, e spettri in carne e ossa da pochi anni: gli invisibili, i senza tetto, gli immigrati clandestini […]. Ma in estate non ci dormiva nessuno […]. D’estate La Gualtiera riposava nel silenzio. E nella solitudine. Sola con il suo passato oscuro e misterioso, alimentato da leggende truculente.”

L’edificio è noto anche come “Villa Simonetta”, dal nome della famiglia che visse tra queste mura nell’Ottocento. E a loro è dovuta la fama sinistra della Villa.

In questo romanzo, La Gualtiera è avvolta dalle fiamme, a causa di un incendio doloso. Solo i sotterranei, con la sua chiesa sconsacrata e la cripta, sono stati risparmiati dal fuoco. 

Bruno Ardigò è un uomo sulla soglia dei cinquant’anni, che dall’età di ventisei anni è commissario di polizia alla sezione Omicidi e reati contro la persona. Un lavoro non facile, del quale sembra avvertire tutto il peso. Mentre fuori splende il sole e tutti sembrano entusiasti per questo anticipo d’estate, lui è immerso nelle sue cupe riflessioni. 

“Con il doppio degli anni sul groppone, non riusciva a farsi contagiare da quell’euforia collettiva regalata dal solleone. Da quella luce abbacinante a diradare il buio dei mesi invernali. 

Il buio per lui c’era sempre. Lo vedeva, lo incontrava, lo toccava. 

Nel male quotidiano della vita di tutti i giorni, nelle sue storture, brutture, cattiverie.”

Ma per uno che fa il suo mestiere, non c’è mai tempo per fermarsi. In concomitanza con l’incendio della Gualtiera, arriva una busta gialla per Ardigò. Il mittente, battuto a macchina, come anche il destinatario, è un certo Guy Fawkes, residente in “Via dell’Inferno”… Peccato che a Milano non ci sia nessuna via con quel nome e che Guy Fawkes sia morto ormai da secoli. Il mittente ha scelto, infatti, di firmarsi con il nome di un cospiratore britannico del Seicento che cercò di uccidere il re d’Inghilterra Giacomo I nella Congiura delle Polveri. 

La busta contiene una lettera, il cui incipit “Lettera dall’inferno” rimanda alle missive inviate da Jack Lo Squartatore alla fine dell’Ottocento. Il testo sembra una filastrocca o un indovinello. Ma c’è dell’altro… Una carta da gioco: un asso, di un seme inesistente e sconosciuto, e di colore viola. 

“… Al posto del seme c’erano quattro teschi, uno per angolo, appoggiati sopra due tibie incrociate. Nello spazio centrale un quinto teschio, con delle serpi che fuoriuscivano dalle cavità oculari e dalla bocca. Il simbolo della morte. Quello canonico disegnato sulla bandiera dei pirati o sui cartelli di avviso di pericolo affissi ai cavi elettrici o ad altri luoghi rischiosi al contatto.”

Difficile per Ardigò interpretare un messaggio così criptico, metaforico e simbolico. Ed è soltanto il primo…

 Una cosa, però, gli è chiara da subito: qualcuno ce l’ha con lui e vuole fargliela pagare. Sarà uno dei tanti criminali arrestati in quasi venticinque anni alla Omicidi e reati?

Questo misterioso vendicatore, forse riemerso dal passato, pianifica tutto nei minimi dettagli, ricorrendo a simboli e metafore. È simbolico anche il nome che attribuisce alle sue vittime, annunciate nelle varie lettere spedite ad Ardigò, tutte accompagnate da una carta da gioco, sempre diversa e ricca di segni da decifrare. 

Che connessione può esserci tra la prima vittima, un ex criminale pentito, e Levi, meglio noto come l’apostolo Matteo? E tra la seconda vittima e Gulliver? C’è un legame tra questo oscuro vendicatore e il Cartaio, il serial killer delle carte da gioco, incontrato da Ardigò più di vent’anni prima? Un caso complesso, un vero e proprio rompicapo per il Commissario e anche per noi lettori. 

Pagina dopo pagina, la tensione sale e il ritmo si fa sempre più incalzante. Il nostro Commissario ha le ore contate… Se non riuscirà a identificare e a fermare questo serial killer colto e raffinato, sarà lui la quinta vittima.

“… POTREI UCCIDERTI SUBITO, MA VOGLIO FARTI 

GIOCARE QUESTA PARTITA

PERCHÈ L’ATTESA DEL PIACERE È IL PIACERE 

STESSO, NO? E IL MIO PIACERE SARÀ LA TUA PAURA

SAI CONTARE FINO A CINQUE? 

COMINCIA A FARLO… È INIZIATO IL TUO CON-

TO ALLA ROVESCIA”

Ardigò non ha paura della morte, ci sono cose che teme molto di più, come la malattia o la solitudine… Ma questa partita non vuole perderla senza aver prima provato a vincerla.

 Il finale è di quelli mozzafiato, ed è ambientato in una location davvero suggestiva e da brividi, alla quale ho già accennato.

“La quinta carta” è un romanzo noir della collana dedicata ai misteri di Milano. È un thriller psicologico, perché fa entrare il lettore nella mente dell’assassino, mettendo a nudo i suoi pensieri, i suoi sentimenti, le sue emozioni, le sue luci e le sue ombre. Capitolo dopo capitolo, entriamo nella sua vita fatta di piaceri sfrenati, conosciamo il suo passato e il suo presente, scopriamo i suoi segreti, il movente dei suoi delitti e la ragione di tanto odio verso Ardigò. E lo stesso avviene anche con il Commissario, del quale ascoltiamo ogni ragionamento e sensazione. L’autore punta su questo elemento, più che sui dettagli splatter degli omicidi, ed è una scelta che ho apprezzato molto.

Gli appassionati di esoterismo e di simbologia troveranno pane per i loro denti, e saranno sicuramente affascinati e sedotti da questo noir ben congegnato e raffinato. Una raffinatezza che contrasta con lo squallore della nostra società e dei nostri tempi, in cui la vicenda si inserisce. 

L’autore, Fabrizio Carcano, che è giornalista politico e sportivo, e direttore editoriale della prestigiosa collana “Giungla Gialla” di Ugo Mursia Editore, ha preso spunto da alcuni fatti di cronaca reali, e fa riferimento anche a una terribile tragedia, che forse molti avranno già dimenticato: il rogo della Casa di Riposo Ferrari, avvenuto lo scorso Luglio.

Ho trovato molto interessante la simbologia legata alle carte da gioco e alle dinamiche dei delitti, come anche le curiosità e le leggende su Villa Simonetta (o La Gualtiera) e altri luoghi e simboli di Milano, come il famoso Biscione.

È stata una lettura molto coinvolgente, adrenalinica e sorprendente. 

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