La ragazza delle fragole di Lisa Strømme

Norvegia, 1893. Nel pittoresco villaggio di Åsgårdstrand, che si affaccia sui fiordi del Mare del Nord, a qualche chilometro da Oslo, molti artisti trascorrono le vacanze estive. A pochi passi dal mare c’è anche la piccola casa di Edvard Munch, il pittore “malato” che la comunità locale guarda con grande sospetto. Nonostante il divieto di rivolgergli la parola e di contemplare le sue tele, la piccola Johanne non resiste, e ogni volta che viene mandata a raccogliere le fragole da vendere ai turisti, si intrattiene con il giovane artista. È proprio la pittura e il mondo dell’arte ad affascinarla e Munch sembra l’unico ad averlo intuito e a incoraggiarla in quella direzione. L’estate di libertà di Johanne finisce però quando sua madre la manda a servizio da una delle famiglie più in vista del luogo, per tenere compagnia a Tullik, una ragazza di qualche anno più grande di lei. Ed è così che Johanne sarà testimone di un evento sconcertante: tra Tullik e Munch scoppia una passione febbrile e pericolosa. Un sentimento tanto impetuoso quanto osteggiato che sconvolgerà la vita delle due ragazze fino a mettere in pericolo le stesse opere del pittore. Liberamente ispirato a un episodio poco noto della vita di Edvard Munch, “La ragazza delle fragole” di Lisa Strømme è un romanzo d’amore, che combina arte, storia e romance sullo sfondo di un clima culturale “fin de siècle” ricostruito con grande fedeltà.

  • Editore ‏ : ‎ Giunti (25 maggio 2016)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 322 pagine

Recensione di Lia Fiori

Norvegia, 1893. Nel pittoresco villaggio di Asgardstrand, affacciato sui fiordi del Mare del Nord, la piccola Johanne raccoglie le fragole per venderle ai turisti. A pochi passi dal mare c’è un piccolo capanno, al cui esterno sono spesso esposte delle tele. È qui che vive Edvard Munch, povero e disprezzato dalla comunità, per la quale lui non è “Edvard” o il “signor Munch”, ma “il Peccatore”.
Vietato rivolgergli la parola, proibito osservare quei dipinti osceni, peccaminosi ed immorali.Johanne lo sa bene, ma il fascino che l’arte e i colori esercitano su di lei, fanno di quella povera casupola un luogo al cui richiamo è impossibile resistere.”Volevo la libertà che si irradiava dal giardino di Munch. Volevo assaggiarla, anche se era contaminata…”
Tra la ragazza e Munch nasce un’amicizia; è lui a donarle la prima tela sulla quale dipingere, a mettere a disposizione la sua tavolozza e a insegnarle che dipingere significa trasferire su tela le proprie emozioni, i propri stati d’animo attraverso i quali diamo forma al mondo. “Non dipingere quello che vedi, Johanne. Dipingi ciò che senti”
Munch ha una personalità complessa, difficile da comprendere, incline alla malinconia e alla tristezza, che traspaiono dai suoi occhi azzurri. I suoi enigmatici dipinti sono dei vortici di colore che sembrano voler risucchiare chi li osserva, chi osa avvicinarsi ad essi e al loro artefice… Un vortice dal quale è impossibile risalire.

“L‘urlo mi fissava con occhi tondi e bianchi […] Stare davanti a quel quadro equivaleva a conoscere il terrore di essere separati dalla propria essenza, dalle cose che ci rendono ciò che siamo; la separazione tra le anime, la paura di un mondo privo d’amore o di significato” 

In seguito Johanne viene mandata a servizio presso una delle famiglie più in vista del villaggio, gli Ihlen. Nasce così una forte amicizia con Tullik, una delle figlie dell’ammiraglio. Sarà proprio questa giovane donna, ribelle e passionale, a dar vita all’intensa e travagliata storia d’amore narrata in queste pagine.
“La ragazza delle fragole” è la storia di una passione travolgente, impetuosa e devastante; di un fuoco che riscalda chi mantiene la giusta distanza, ma brucia e incenerisce qualunque cosa si avvicini troppo ad esso.Una vita fatta senza dare ascolto al proprio cuore può diventare una vita di rimpianti, ma, a volte, il prezzo per aver seguito il cuore può essere davvero troppo alto… Il rischio è quello di perdere tutto, perfino se stessi.

Lisa Stromme ha dato vita ad un romanzo in cui le parole diventano colori. Sono proprio loro,  i colori, i veri protagonisti di questa storia in cui realtà e fantasia si mescolano.Li ritroviamo nella natura, meravigliosamente descritta; nei dipinti di Munch, che vediamo prender forma, pennellata dopo pennellata; nei pensieri di Johanne, che ad ogni emozione e ad ogni persona associa una diversa sfumatura… Marrone scuro come l’astio di una domestica infedele e inaridita dalla vita; grigio come il rancore di una sorella invidiosa; color ruggine come la frustrazione nell’assistere impotenti all’autodistruzione di una persona cara. 
Nella postfazione, l’autrice ci racconta di aver preso ispirazione dal diario di un abitante di Asgardstrand, il cui patrigno fu amico di Munch. In questo diario si fa riferimento ad una ragazza di nome Regine, figlia di un ammiraglio, che ebbe una storia d’amore estiva con il pittore. Tuttavia, non ci sono altre prove che avvalorino questa testimonianza. Dai diari di Munch risulta una relazione con una giovane attrice di nome Milly Ihlen, e dagli archivi pare che quest’ultima avesse una sorella minore di nome regine, soprannominata “Tullik”.
Ho sempre amato il connubio tra arte e letteratura, e questo romanzo mi ha subito incuriosita per un motivo: vengono pubblicati continuamente romanzi su altri artisti come Leonardo, Caravaggio, ecc…

È la prima volta, invece, che mi imbatto in un romanzo che vede protagonista il celebre artista norvegese.Ho trovato bellissime le descrizioni del paesaggio ed è stato emozionante assistere alla nascita dell’ “Urlo” e di altri famosi dipinti di Munch, ma questo romanzo non mi ha totalmente conquistata. È stata una lettura altalenante, con un inizio ed una parte finale molto coinvolgenti ed una parte centrale che, invece, ho trovato molto ripetitiva nelle dinamiche e nelle situazioni descritte. Anche la caratterizzazione dei personaggi, prima fra tutte proprio quella di Munch, mi è parsa un po’ debole.Nel complesso è stata, comunque, una lettura piacevole ed appassionante.

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