La regina senza corona. Il romanzo di Margherita d’Asburgo – Lisa Laffi

RECENSIONE DI SARA VALENTINO

Leggere Lisa Laffi è sempre un grande piacere, mi accompagna “a spasso per la Storia”, proprio come piace a me, lo fa romanzando le vicende di una donna di cui poco ho letto e altrettanto raramente si è scritto.

Anno 1480, nasce Margherita d’Asburgo, una donna che è riuscita a conquistare la corona con i suoi meriti, una sovrana che ha dato lustro ai Paesi Bassi.

Figlia dell’imperatore Massimiliano I e di Maria di Borgogna, promessa dall’età di tre anni a Carlo VIII di Valois, era considerata la giovane più fortunata di Francia, a quel tempo aveva solo undici anni.

“Quelli furono gli ultimi istanti in cui tutti furono certi di vedere di lì a poco la piccola bambola di porcellana fiamminga diventare regina di Francia. In pochi secondi i fili delle vite dei due ragazzi, che erano stati perfettamente intrecciati, come quelli delle meravigliose vesti che portavano addosso, si ruppero davanti agli occhi di centinaia di francesi.”

Sappiamo perfettamente come le parche siano leste nel tessere le loro tele, la giovane si rifugia ferita nelle sue stanze, le dame che fino a poco prima l’avevano invidiata, provano un moto di pena quando viene dinanzi ai suoi occhi sventolato un nuovo vessillo, un nuovo accordo matrimoniale dunque, quello di Anna di Bretagna.

“Persino gli animali sembravano provare pena per lei, una compassione che non voleva da nessuno, men che meno da tutti i francesi che erano, invece, destinati ad amarla”

Segregata nel castello di Medun, nessun banchetto nè ricevimento, nessuna ambasceria, un ostaggio senza più alcun titolo in Francia e sulla sua testa il peso della lettura astrologica della sua carta natale, una maledizione, un destino segnato.

Solo osservando un quadro e il viso della Vergine Margherita comprende una grande verità, “la vita e la vera ricchezza andavano oltre il trono di Francia”, comprende il valore dell’immortalità con la cultura, l’arte e l’amore, non con guerre e matrimoni.

Gli uomini del tempo detenevano il potere indiscusso anche sul destino delle donne, Margherita d’Aragona sfida tutto questo, non abbassa il capo. Un grande insegnamento le è stato donato: le risposte vanno cercate dentro di noi. Il romanzo ne mette in luce la sua fierezza, l’audacia e il coraggio.

I brividi non hanno che potuto portare palpiti e tremori in me, nel momento della partenza dalla Francia per far ritorno nelle Fiandre, nelle parole di addio, o meglio diremmo di arrivederci, al suo grande amico Filiberto di Savoia.

“Ti auguro di essere felice, Margherita. Sii artefice del tuo destino quanto più ti è possibile e, chissà, magari riusciremo a rincontrarci un giorno”

Il destino mette in campo le pedine, le alleanze politiche premono sulla sorte dei fratelli d’Asburgo, Margherita però sente il grande peso sul capo per la morte della madre, accaduta parecchi anni prima, l’inganno della colpevolezza e la consapevolezza che per questo suo padre non l’avrebbe mai amata.

Parallelamente viviamo la storia di Conrad, un artista realmente vissuto, il suo incontro con Margherita, lo si legge nel romanzo, pare amore allo stato puro, eccelso e fuso nell’amore per l’arte. Un uomo che fugge dal destino e che se lo trova dinanzi, un uomo costretto a soffrire i soprusi verso le sue radici. La voce della vendetta si fonde con il richiamo dell’arte, il pensiero dell’amore perduto si scioglie nelle mani di un grande artista.

“Nel freddo marmo che mi darete tutti vedranno l’amore che mi brucia ogni giorno”

Legami si spezzano, anime si allontanano, la guerra di Carlo VIII e la sua discesa in Italia sono dipinte nei grandi drammi e soprusi dalle parole vergate da Filiberto per la sua, mai scordata, Margherita, il suo “duca di capre e rocce”.

Si libra su tutte le vicende dei sovrani d’Europa, sulle alleanze, sui matrimoni falliti, su quelli consumati, sulle morti premature, sempre la profezia di Margherita. Essa imparerà che per fare felici, e per essere felici è necessario dare un po’ di sè.

Un romanzo che si compie come la vita e come i desideri dei suoi protagonisti, grandiosi progetti, amicizia e sostegno perpetuo. Ma anche una favola per raccontarci e ricordarci quali sono i veri grandi valori che conteranno quando sarà tempo per la dipartita.

“Non so se aspiro davvero a fama e gloria. Mi basterebbe solo essere felice”

 

1483: Margherita ha solo tre anni quando il padre, Massimiliano d’Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero, la promette in sposa a Carlo VIII, re di Francia, per porre fine ai contrasti tra francesi e fiamminghi. Nello splendido castello di Amboise, la duchessa cresce spensierata, ma quando, anni dopo, Carlo VIII stipula per sé un accordo matrimoniale più vantaggioso, a Margherita non resta che tornare nelle Fiandre. Finalmente può dedicarsi anima e corpo alla sua passione principale, l’arte, e così conosce Conrad Meit, scultore che apprezza e di cui s’innamora perdutamente. L’imperatore, però, sta già stringendo una nuova alleanza matrimoniale, che la porterà a indossare la corona di Spagna. Ancora una volta lontana da casa, Margherita trascorre un periodo felice con il marito, il Principe delle Asturie. Ma Giovanni è fragile e malato, e pochi mesi dopo la ragazza è vedova. Tornata nelle Fiandre, Margherita lentamente ritrova la serenità. Ha imparato che una donna può essere artefice del proprio destino, e sceglie di essere “sovrana” in campo artistico. Ma l’imperatore del Sacro Romano Impero non può accettare che Margherita rinunci al suo destino di regina… Tra amori, intrighi di palazzo e una grande passione per l’arte, il ritratto di una donna coraggiosa che ha sfidato le regole del suo tempo, mostrando a tutti le qualità davvero necessarie per essere regina.

  • Peso articolo : 520 g

  • Copertina rigida : 312 pagine

  • ISBN-10 : 8867026046

  • ISBN-13 : 978-8867026043

  • Dimensioni e/o peso : 22.5 x 3.5 x 15.5 cm

  • Editore : TRE60 (23 luglio 2020)

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