La tana del serpente bianco – Bram Stoker

Recensione a cura di Sara Valentino

Un regalo di Natale davvero molto apprezzato. “La tana del serpente bianco” è il terzo romanzo che leggo di Stoker, l’immenso che ha scritto “Dracula”. Ovviamente, sebbene in alcuni punti si riesce a rievocare parzialmente l’atmosfera del più celebre gotico, non è alla sua altezza e magari molti storceranno il naso.

Il romanzo è stato scritto nel 1911 ed è ispirato ad una leggenda popolare del folklore: La leggenda del verme di Lambton. Qui vi lascio un articolo dove ne parlo. Il nome originale del romanzo è infatti “La tana del verme bianco”. Scritto in epoca posteriore a “Dracula” e a “Il gioiello delle sette stelle”, che consiglio vivamente per gli appassionati dei misteri egizi. E’ l’ultimo romanzo pubblicato prima della sua morte, è stato poi rimaneggiato e ridotto notevolmente tanto da portare i critici a trovare incoerenza nel finale. Questo approfondimento l’ho fatto dopo la lettura quindi non ho risentito del giudizio nel mio pensiero personale

Siamo nel 1860 e nell’antico regno di Mercia, ovverosia  uno dei sette regni anglosassoni, in quella che ora è l’Inghilterra. Adam Salton, il protagonista, invitato dal prozio per l’eredità, si rende immediatamente conto dell’aura malefica che ricopre i luoghi attorno alla loro residenza.

Inspiegabili morti e il ritrovamento di una giovane con due strani fori sul collo sono solo l’inizio di una serie di accadimenti che porteranno il nostro protagonista a indagare sui fatti oscuri e misteriosi.

La conoscenza della non meno misteriosa Lady Arabella, con il suo sinuoso abito bianco, le vibrazioni di terrore che la sua presenza incute nelle manguste acquistate allo scopo di eliminare i numerosi serpenti della zona, sarà una ennesima riprova che qualcosa di malefico, orrido e terribile si annida nelle viscere di quel luogo.

“A colazione sir Nathaniel notò che Adam era turbato, ma non disse nulla. La lezione del silenzio si ricorda meglio in età avanzata”

“Mi pare che ci sia qualcosa di terribile dietro questa storia, qualcosa che potrebbe cambiare la nostra esistenza, qualcosa che potrebbe mettere ognuno di noi davanti a una questione di vita o di morte”

Di che romanzo si tratta? Un horror dalle tinte gotiche e con quel “briciolo” di fantascienza tipica dell’autore. Il ritmo è blando per i nostri giorni ma si tratta pur sempre di un classico d’altri tempi. Ho letto anche giudizi negativi circa la presunta vena razzista di Stoker ma va ricordato il contesto storico in cui visse.

Certamente amo le descrizioni dei luoghi, il trasudare terrore in maniera sottile, il dire e il non dire, una lotta ancora una volta tra il bene e il male.

“”bene” e “male” sono termini così ampi da racchiudere l’intero schema della creazione”

L’immaginazione, la nostra e quella dei protagonisti, viene messa a dura prova. La sparizione in circostanze macabre di un uomo, strane luci verdi nella notte tra gli alberi, un lezzo terribile fuoriuscire dalle viscere di un fondo pozzo, cosa si nasconde nel boschetto? E come è collegata alla inquietante vicenda Lady Arabella?

“Dato ciò che egli sapeva, la scena era terribile, sebbene la notte fosse ormai così buia che in realtà vi era ben poco da vedere”

Trama. Quando l’australiano di belle speranze Adam Salton sbarca tra le brume del Derbyshire, ad accoglierlo non trova soltanto il vecchio prozio inglese. Costui l’ha in effetti sollecitato a raggiungerlo per farne il suo erede, essendo Adam l’ultimo rampollo della casata. Sin dal suo arrivo, il giovane percepisce la presenza di qualcosa di oscuro e perverso che si annida nei paraggi. E l’inquietudine non fa che crescere al primo incontro con i vicini: l’algida e sensuale lady Arabella March, proprietaria di una sinistra dimora nel Boschetto di Diana, e sir Edgar Caswall, erede della tenuta confinante, follemente dedito ai suoi esperimenti ipnotici e seguito perennemente dall’enigmatico servitore africano Ulanga. In un crescendo di mistero e orrore, Adam si ritrova irretito in una fitta trama di enigmi: la proprietà infestata da serpenti, l’uccisione della mangusta acquistata per debellarli, il ritrovamento di una bambina con uno strano morso al collo. Finché un giorno assiste all’assassinio di Ulanga, trascinato in un antro da cui non farà più ritorno. Da quel momento Adam decide di scoprire il segreto che lady Arabella nasconde nella sua magione. Scritto nel 1911, “La tana del serpente bianco” si muove sugli stessi binari narrativi che avevano determinato il successo di Dracula. Anche per questo romanzo, Stoker attinge a una leggenda popolare, quella del serpente di Lambton, un villaggio nel Nord-est dell’Inghilterra, all’origine di uno sconfinato repertorio folklorico.

  • Editore : Donzelli (13 aprile 2010)
  • Copertina rigida : 184 pagine
Please follow and like us:
error0
fb-share-icon20
Tweet 20
fb-share-icon20

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.