Lady Tan e il circolo dei fiori di loto – Lisa See

Cina, XV secolo. Secondo Confucio «una donna istruita è una donna senza valore», ma Tan Yunxian non è d’accordo. Rimasta senza la madre, fin da bambina le vengono insegnati dai nonni i pilastri della medicina cinese, i Quattro Esami – guardare, chiedere e ascoltare, annusare e toccare, sentire il polso –, un approccio che un medico uomo non può mai mettere in atto con una paziente donna perché la tradizione lo vieta, giudicandolo sconveniente. E così ci sono donne che devono curare altre donne, come Meiling, promettente levatrice che conosce la consistenza dei corpi e la viscosità del sangue: per lei toccare è prassi quotidiana, mentre per un medico è riprovevole. Yunxian e Meiling si scambiano nozioni e rimedi, diventano amiche e giurano che condivideranno gioie e battaglie. «Niente fango, niente loto», si dicono: dalle avversità può sbocciare la bellezza. Ma poi Yunxian è costretta a sposarsi e tutto quello che ha costruito sembra franare. Tutto quello che ha imparato sembra dover essere dimenticato, ora che è una moglie. Ma il suo desiderio di curare, di aiutare donne e ragazze di ogni ceto sociale è più forte persino della tradizione, alla quale si ribella. Con l’aiuto di Meiling, Yunxian si spingerà così dove nessuna donna cinese era mai arrivata, contribuendo in modo indelebile al progresso della medicina. Ispirato dalla vita straordinaria della prima donna medico cinese, Lady Tan e il circolo dei fiori di loto è una storia avvincente di donne che aiutano altre donne.

  • Editore ‏ : ‎ Longanesi (27 febbraio 2024)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 396 pagine

Recensione a cura di Lia Angy Fiore

Possa il gioiello della conoscenza risplendere in questa casa più fulgido del sole e della luna; possa ogni libro letto sostenerti nel fiume della vita. Una montagna di libri ha una sua via e la diligenza è il cammino; il mare dell’apprendimento non ha fine e il duro lavoro è la barca.”

Siamo nella Cina del XV secolo.

Tan Yunxian ha otto anni e la sua famiglia si occupa di medicina da generazioni, anche se suo padre ha scelto una strada diversa ed è un prefetto.

Non è mai uscita dalla residenza di famiglia e non sa come sia il mondo fuori. Passa il tempo con la sua famiglia, con la concubina Zhao e con Papavero, la ragazza che suo padre ha comprato affinché diventasse la sua dama di compagnia, e che farà parte della sua dote. Solo il giorno in cui si sposerà, potrà varcare l’ingresso principale.

 Sua mamma, chiamata “Degna di Rispetto” per la sua saggezza, mentre si occupa della fasciatura dei suoi piedi, le insegna che nella vita di ogni donna, indipendentemente dal suo status sociale, si susseguono quattro fasi.

Nei suoi “giorni del latte”, Tan apprende l’importanza della fasciatura dei piedi, attraverso la quale ogni donna capisce sin dall’infanzia che il Loto fiorisce dal fango, non si può provare gioia senza aver sperimentato il dolore.

«Mia madre diceva sempre: ’Niente fango, niente loto’. Sai cosa significa?»

«Significa che dalle difficoltà può scaturire qualcosa di buono. Che da un’avversità può germogliare un trionfo…»

È in questa fase che sua madre le insegna anche tutti i doveri di una buona moglie e madre.

“Bestie o donne, siamo proprietà di un uomo. Noi donne esistiamo per dargli eredi e nutrirlo, vestirlo, dargli diletto. Non dimenticarlo mai.”

Degna di Rispetto, però, non vedrà mai sua figlia crescere. 

“Mi addolora che la vita sia come un raggio di sole che passa attraverso una crepa nel muro e che non vivrò abbastanza per vederti diventare moglie e madre. Non vivremo la pena delle separazioni o la felicità di ritrovarci. Non potrò aiutarti quando ti sentirai delusa né gioire con te nei momenti fortunati.”

Alla sua morte, Tan va a vivere dai nonni paterni a Wuxi, accompagnata dall’inseparabile Papavero e dalla concubina Zhao. 

I suoi nonni sono entrambi medici. Suo nonno è diventato un “medico di fama” grazie allo studio; sua nonna, invece, proviene da una famiglia con una lunga tradizione nel campo della medicina.

Tan è affascinata dalla loro farmacia con gli armadietti color ambra, i vasi di terracotta e i cassetti contrassegnati da etichette. 

Il suo interesse per i medicamenti non sfugge ai nonni, che decidono di iniziarla ai principi della medicina tradizionale. 

Da suo nonno apprende le nozioni di qi, di yin e yang.

“Tutto nell’universo, è permeato dal qi. Montagne, stelle, animali, persone, emozioni… Mi piace dire che il qi è la pulsazione del cosmo, mentre il corpo è un riflesso del cosmo, il tutto governato da yin e yang.

Yin e yang sono oscurità e luce, basso e alto, dentro e fuori, vecchio e giovane, acqua e fuoco, Terra e Cielo.”

 Mentre sua nonna, attraverso un grosso libro di duecento anni e i suoi taccuini, le tramanda i segreti della  “medicina per le donne”.

Tan impara a prestare attenzione al colorito e alla trama della pelle, all’opacità o alla lucentezza dei capelli per capire lo stato di salute delle donne che la circondano.

È sua nonna a volere che la nipote stringa amicizia con Mailing, sebbene appartenga ad una casta sociale inferiore e sia la nipote di una levatrice, un mestiere considerato impuro.

Un’amicizia che, pur non essendo immune da incomprensioni e gelosie, durerà una vita intera. 

“L’amicizia è un contratto fra due cuori. Quando i cuori sono uniti, le donne possono ridere e piangere, vivere e morire insieme.”

A quindici anni, gli “anni dei fermagli“, Tan sposa Maoren, il figlio di un ricca famiglia che possiede piantagioni di gelsi, bachi e fabbriche di seta.

Ha inizio per lei la fase più lunga ed impegnativa nella vita di una donna: quella dei “giorni del riso e del sale“.

  La nuova dimora – il Giardino delle Delizie fragranti – non è esattamente un’oasi di pace come potrebbe far pensare il nome… Tan sperimenta l’ostilità di sua suocera, che vorrebbe tenerla lontana dalla pratica medica e dalla sua amica Mailing, e si trova coinvolta nella misteriosa morte di una delle donne residenti a palazzo. Non mancano intrighi e giochi di potere.

Anche la vita coniugale, con suo marito spesso assente, non è proprio come la immaginava…

Pur essendo, come ogni donna, subordinata all’autorità del marito, non è disposta a rinunciare alla sua attività di medico. Quando la “malattia dei fiori celesti” (il vaiolo) varca l’ingresso del Giardino delle Delizie Fragranti, seminando dolore e morte, può dimostrare alla sua nuova famiglia il suo valore e le sue capacità, guadagnandosi la stima e il rispetto di sua suocera.

Nei suoi “giorni della quiete seduta”, dopo una vita spesa ad alleviare le sofferenze del prossimo e a salvare altre vite, aiutata da Mailing, si dedica alla stesura di quella che è considerata la prima opera di medicina cinese scritta da una donna. Molte delle ricette trascritte da Tan sono usate ancora oggi nella medicina tradizionale cinese.

“Credo che una donna potrà utilizzare i miei trattamenti per aiutare i ragazzi e gli uomini della sua famiglia, nel caso in cui un medico non sia disponibile o la sua famiglia non possa permetterselo.”

Lisa See, che avevo già avuto modo di apprezzare in altri suoi romanzi, ha racchiuso tra queste pagine una miniera di informazioni sulla medicina confuciana, sulla condizione delle donne nel XV secolo, e su usi e costumi del tempo. È stata una lettura molto interessante. 

La prima metà l’ho trovata meno coinvolgente e più “fredda”; la seconda metà, invece, mi ha maggiormente coinvolta emotivamente. 

Gli insegnamenti della nonna di Tan sono delle perle di saggezza da leggere e rileggere.

«Il qi è limitato, come la riserva di olio di una lampada», recita con un filo di voce. «La morte è una malattia che non si può curare […]. Sei triste. Lo capisco. Ma […]. È impossibile modificare il destino assegnatoci dal tempo. Anche nel banchetto più sfarzoso, a un certo punto gli ospiti se ne vanno.»

Mi sento di ringraziare l’autrice per avermi permesso di conoscere la storia di Tan Yunxian, una donna che ebbe il coraggio di ribellarsi alla tradizione per seguire la sua vocazione di curare ragazze e donne di ogni ceto sociale, e che diede un importante contributo al progresso della medicina. 

Storie come questa sono un insegnamento prezioso e una fonte d’ispirazione. 

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