Le magnifiche. 33 vite di donne che hanno fatto la storia d’Italia di Daniela Musini

A cura di Sara Valentino

Conosco Daniela Musini e leggo spesso i suoi #coriandoli, ecco da questa rubrica nasce “Le magnifiche”, il ritratto di trentatrè donne che hanno fatto la storia. Donne che hanno fatto della loro passione una ragione di vita, che ci hanno creduto fermamente e per questo vanno ricordate e amate, oltre che ammirate. Sono sempre lieta di leggere testi che si dedicano alle donne del nostro passato perchè per molto tempo non hanno avuto un posto nel mondo.

Daniela Musini ha una narrazione sublime, inebriante, termini ricercati punteggiano i capitoli di questo libro. Il suo stile impeccabile e fluido permette al lettore di vivere, attraverso le finestre passionali che lei dipinge, le fasi più importanti e caratteristiche delle “sue” donne.

Si parte da molto lontano, io amo profondamente la storia più antica e mi sono tuffata in viaggi inebrianti in compagnia di Cleopatra, un connubio perfetto per me: una grande donna, il mio amato Egitto. Calamitata dall’autrice nel passato rivedo una donna splendida:

“Anche in lei un’energia misteriosa covava sotto quell’olimpica calma; pare appartenesse al segno dello Scorpione, il segno della seduzione misterica, delle passioni fatali. Segno d’acqua, ma di un’acqua torbida, oscura, perigliosa, dagli imprevedibili sussurri emotivi, dalla straripante forza distruttiva e rigenerativa. Come il Nilo”

“Tutto in lei era febbre, eros, mistero: gli occhi, dai contorni allungati e bistrati di nero, la bocca piccola e tumida atteggiata in un sorriso segreto..”

Tra le vie della straordinaria Alessandria passeggiamo nella Biblioteca, ammiriamo il faro, ci inebriamo dei profumi, delle essenze, della meraviglia dei monumenti.

Il libro che ho tra le mani è un palcoscenico itinerante dove straordinarie donne vengono esaltate e recitano per noi le loro gesta.

Attraverso i secoli voliamo a Roma e conosciamo Messalina, la scandalosa “meretrix augusta”. Siamo in un giardino, le folate di vento rabbrividiscono noi mentre notiamo due donne assise su una panchina di marmo rosa. La narrazione è visiva e potente, nulla lascia all’immaginazione, si può sentire vibrare una sorta di turbamento fisico leggendo di lei.

“Qui, vestita solo di una tunica trasparente, i capezzoli tinti d’oro, gli occhi bistrati pesantemente e i capelli, notte senza stelle, nascosti da una parrucca rossa, si offriva ai rozzi plebei con il nome di Licisca, in latino “lupa”, perchè tali erano le sue voglie, mai paghe.”

Il destino la travolse insieme al console Gaio Silio, il più bello tra i giovani romani e non posso che citare le parole dell’autrice :“… insieme bruceranno su giacigli di rose e tra il fuoco degli inferi. Fu amore il loro, bello come il peccato, lucente come una lama, violento come la follia”.

La stessa sete insaziabile si accanisce su di me che vorrei leggerne di più, inebriarmi di questa scrittura e invadere le vite di queste donne con ancora più impeto, tale è il desiderio a cui mi spinge l’autrice.

La linea temporale, inesorabile procede e non posso, mio malgrado, raccontarvele tutte queste donne, ma vale la pena di conoscerle, ho scoperto curiosità incredibili.

Ancora incontriamo la Monaca di Monza, Lucrezia Borgia, La papessa Giovanna, e donna Florio, l’amore di Eloisa e Abelardo. Ho avuto il piacere di ritrovare La Fornarina, la musa, l’amante del divino Raffaello, colei che immortalata per l’eternità “morì, in un giorno qualunque di un anno qualunque. Nessuno la pianse”. 

La più grande pittrice italiana, torturata, vittima trattata come una colpevole, ecco sul nostro palcoscenico Artemisia Gentileschi.

Giungiamo fin quasi ai giorni nostri con Luisa Spagnoli e la Montessori ma l’ultima donna, colei che mi ha affascinata moltissimo, di cui voglio fare menzione è Anita Garibaldi. La figlia del vento, una storia incredibile tristissima, una storia d’amore grandiosa, la storia di una donna superba, splendida e prodigiosa. Storia che mi ha commossa…

“Anita è a cavallo di uno scalpitante destriero, pistola in pugno, fiera e indomita proprio come quella figlia del vento che fu realmente nella sua breve e gloriosa vita”

Trama. Chi fu davvero la papessa e come tenne in scacco il papato? Quali segreti si celano dietro alle crudeli congiure ai tempi dei romani? Chi è la prima donna laureata della storia? Da dove nasce l’odio ancestrale tra Isabella d’Este e Lucrezia Borgia? Quale vita si nasconde dietro alla dottrina pedagogica di Maria Montessori? In questi ritratti dal 60 a.C. agli anni ’60 del Novecento, Daniela Musini ha voluto raccontare le vite fiammeggianti di trentatré donne emblematiche, le loro passioni temerarie, le scelte audaci, la fragilità e l’intensità delle loro anime, ma anche l’inarrendevolezza, il talento e la determinazione che le hanno connotate: un excursus avvincente e suggestivo attraverso la femminilità e lo scorrere del tempo. Donne forti e artefici del proprio destino, ai cui piedi si inchinava tutto il mondo, ma anche donne murate dentro al proprio personaggio e, di conseguenza, irrimediabilmente sole. Da Messalina a Grazia Deledda, dalla regina Margherita di Savoia a Wanda Osiris, passando per colei che ispirò il Manzoni per la monaca di Monza, trentatré donne, diversissime tra loro ma accomunate dalla grandezza del proprio operato. Dal canto alla scienza, dal cinematografo alla guida di uno stato, ognuna di loro ha lasciato il segno nella nostra storia.

  • Editore : Piemme (3 novembre 2020)
  • Lingua: : Italiano
  • Copertina rigida : 400 pagine
  • ISBN-10 : 8856675234
  • ISBN-13 : 978-8856675238
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