Le pagine perdute – Ugo Nasi

Viola Borroni, una giovane magistrata della Procura di Roma, viene incaricata di svolgere delle indagini sulla strana morte di un uomo, ritrovato con la punta di una freccia medievale nel cuore. Nel frattempo il padre di Viola scompare. Le due vicende sono connesse tra loro? Nei primi anni del Novecento il priore del convento di Mondragone – padre Giuseppe Strickland – vende a un mercante polacco un manoscritto dell’XI secolo con iscrizioni sconosciute, enigmatiche raffigurazioni di figure femminili, di piante e di costellazioni. Prima di consegnarlo, però, rimuove ad insaputa dell’acquirente le prime quattordici pagine nascondendole nel suo scriptorium. Cosa contengono quei fogli e perché occultarli? Quelle pagine perdute diventano l’ossessione persino di Adolf Hitler che durante la Seconda guerra mondiale organizza una Commissione di ricerca e di studio per ritrovarle. Una storia ricca di suspense in un andirivieni nel tempo dove si intrecciano le vicende della protagonista e quelle di un antico quanto enigmatico vescovo.

Recensione a cura di Cinzia Cogni

Uno dei misteri che da secoli affascina studiosi e non ,è il Manoscritto Voynich, un codice illustrato, datato XV sec. che contiene immagini ed una scrittura mai identificate; pertanto, pensavo che scrivere un thriller storico incentrato su questo enigma, fosse un azzardo, non ci sono fonti attendibili a cui attingere ed è facile scivolare nell’ovvio o essere poco credibili.
Ugo Nasi, invece, con “Le pagine perdute”, il suo primo esordio come scrittore, stupisce per aver ideato una storia “fuori dalle righe” dove convive la storia, il mistero, l’esoterismo e l’arte assieme ad una parte completamente romanzata, ma talmente credibile che per il lettore è davvero difficile districarsi fra realtà e fantasia.
Alla fine del libro, nelle “Note dell’Autore” per la curiosità di chi vuole sapere quali riferimenti storici siano attendibili e quali frutto della fervida immaginazione dello scrittore, quest’ultimo spiega in modo onesto ed esauriente cos’è documentato, le varie licenze e come è nato il romanzo: l’ho apprezzato molto, è un modo per entrare ancor più in sintonia con la storia, a mio parere.

“Strani simboli di natura mistica o alchemica si avvicendavano a raffigurazioni di donne, alcune visibilmente incinta, immerse in strane vasche. In particolare, sette figure femminili dal sorriso diabolico nuotavano, o si lavavano, in una specie di piscina ottagonale…Tra le pagine erano presenti anche illustrazioni di animali mai visti, simboli astrologici, vegetali ignoti, fiori e foglie sconosciute…”

La trama non si svolge in un solo periodo storico, è un salto temporale continuo tra il Medioevo, precisamente nel XII sec. ed i giorni nostri, anno 2015; questi sbalzi rendono il racconto più arcano, fanno aumentare la curiosità e creano più phatos nel lettore.
Viola Borroni, avvocato e protagonista di questo Thriller, deve indagare sulla morte di Johannes De Fugger, personaggio misterioso di cui nessuno conosce il passato, e pare che, durante l’autopsia, nel suo cuore sia stata ritrovata la punta di una freccia, ma non vi siano cicatrici ne ferite…Viola grazie anche all’amico e avvocato Lorenzo Putignani, scoprirà che De Fugger è un personaggio chiave per far luce sul mistero del Manoscritto Voynjch e paradossalmente anche il padre della protagonista, recentemente scomparso, e’ da anni alla ricerca delle pagine perdute di questo libro.
Al Manoscritto infatti, mancano 14 pagine che si presume, siano state strappate e nascoste perché conterrebbero la traduzione in latino del testo…cosa tratta di così terribile da doverle celare per sempre?

“Al manoscritto sarebbero state asportate le uniche quattordici pagine scritte in latino volgare. Quelle, e solo quelle, le più preziose e pericolose, non potevano cadere in mano di nessuno.
…Quelle pagine potevano rappresentare la parola di Dio, ma anche lo strumento del diavolo…”

Legati in un filo invisibile fra loro, altri enigmi ruotano attorno a questa storia: la leggenda del Vino di Montefiascone, l’affresco dei “3 vivi e 3 morti ” nella Chiesa di San Flaviano , la figura di Federico II di Svevia e il mistero del suo Castello ottagonale, fino all’implicazione di una società segreta ed esoterica voluta da Hitler durante la seconda guerra mondiale.

“Come potete vedere, qui i tre vivi non incontrano tre morti, come la leggenda vuole in tutte le raffigurazioni presenti in molti affreschi sparsi sul nostro territorio, dal Trentino alla Puglia. Nell’affresco della chiesa di San Flaviano c’è una versione anomala. I morti sono solo due, accompagnati però da un vivo.”

Una lettura veloce grazie al ritmo incalzante e vertiginoso, una scrittura semplice ma che sa creare la giusta atmosfera cupa e sibillina in linea con la storia; un thriller originale che consiglio a qualsiasi lettore abbia voglia di imparare e stupirsi!

“Aveva avuto tutto dalla vita, il potere, il denaro, il successo. Gli mancava solo una cosa: il Tempo. Era pronto a tutto per ottenerlo…Dio creò il mondo, il Diavolo il tempo…”

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