Le quattro piume di Alfred E. W. Mason

1882. Inghilterra. Harry Feversham è destinato a seguire le orme di famiglia: arruolarsi nell’esercito e diventare un coraggioso soldato di Sua Maestà; ma l’arrivo di un telegramma in una fresca sera di giugno cambia il corso della sua vita, inducendolo ad abbandonare l’esercito. Ben presto, Harry è costretto a pagarne le conseguenze: mentre si trova a casa della sua promessa sposa, l’indomita e volitiva Ethne Eustace, il giovane riceve in dono dai commilitoni tre piume bianche, simbolo inequivocabile di codardia. Ethne rompe il fidanzamento e aggiunge una quarta piuma alle prime tre. A Harry non resta altro da fare che isolarsi dal mondo ed escogitare un piano per riscattarsi. Tra fughe nel deserto, rivolte e tradimenti, Harry si avventura fra l’Egitto e il Sudan travolti dalla guerra mahdista, dove si giocherà il suo destino e l’amore per una donna. Il romanzo più polare e amato di Alfred H. W. Mason ritorna ai lettori in nuova traduzione e veste grafica.

Link d’acquisto

Copertina flessibile: 416 pagine
Editore: Scrittura & Scritture (21 maggio 2020)
Collana: Voci
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8885746268
ISBN-13: 978-8885746268

Recensione a cura di Sara Valentino

Sul finire dell’Ottocento inglese inizia questa storia. Alfred. E.W. Mason visse in quel periodo e ricordiamo tra le sue meravigliose opere anche “Il fiore e le spade“, che la casa editrice Scrittura & Scritture ha ritradotto e riproposto proprio nella sua collana VociRiscoperte.

“Le quattro piume”, vanta una storia cinematografica non indifferente, viste le trasposizioni che ne sono state fatte negli anni. Personalmente mi avvicino a questa avventura la prima volta proprio con questo testo e non me ne rammarico. Le versioni cinematografiche spesso non sono all’altezza dell’opera letteraria a cui si ispirano e a volte non rispecchiano totalmente lo sviluppo della storia e nemmeno la fotografia di alcuni personaggi così come sono nati dalla penna dell’autore.

Il testo di cui vi parlo oggi è stato tradotto sapientemente da Mariachiara Eredia, una traduzione meritevole che fluisce in maniera diretta e non tortuosa o macchinosa come accade per alcuni classici. Ma parliamo della confezione: una copertina evocativa, elegante che apre un cancello sulla vicenda delle quattro piume.

L’ambientazione, abbiamo sopra accennato, si sviluppa nel 1882 in Inghilterra ma ci spostiamo anche in Sudan e in Egitto per la Guerra mahdista, una rivolta, un conflitto anticoloniale tra l’esercito del Mahdi e quello egizio e britannico.

Ciò che colpisce maggiormente, al di là della trama che è curiosa e non così scontata ma che sicuramente molti conoscono, è lo stile dell’autore nella sua capacità nel descrivere la psicologia dei personaggi, dei protagonisti e dei comprimari. Mi sono identificata in alcuni attori del romanzo, ovviamente anche e soprattutto nel protagonista, l’ufficiale Harry Faversham che vanta, suo malgrado, una famiglia che da generazioni ha combattuto, militari, uomini coraggiosi e di grande determinazione; ne osserva i ritratti quasi che in qualche modo li tema o più che altro senta di non essere all’altezza. Passano gli anni e un giorno, durante una licenza, un telegramma cambia tutto.

“tutti quei dettagli componevano un’immagine di cui il tempo non avrebbe mai sbiadito i colori, anche se al momento nessuno ne colse l’importanza”

A volte capita che momenti rilevanti per la storia di noi uomini e donne tornano a raccontarci le sensazioni di un tempo, quel momento tornerà più avanti a importunare con ricordi tormentosi Harry e i suoi amici.

“Non poteva essere lui, perché il viso che per ogni istante gli era apparso così nitido era una faccia esausta, malinconica; una faccia su cui era impressa un’infelicità immensa, il volto di uomo emarginato dai suoi simili”

Ci sono decisioni che ci cambiano la vita, Harry decide di abbandonare l’esercito, non viene capito e trattato da codardo riceve tre piume quale simbolo di disprezzo e le riceve proprio dai suoi tre amici, ufficiali del suo vecchio reggimento. Un momento doloroso, una pugnalata che unita alla sensazione di inadeguatezza spezza o spezzerebbe un uomo. Ci sono parole non dette che anche se a fin di bene aprono una breccia in una diga già incrinata e nel palmo di Harry si aggiungerà una quarta piuma, quella della sua fidanzata.

Lo strazio, l’umiliazione si sentono nel petto, occhi persi in sale da ballo, sguardi immersi nei paesaggi sconfinati e descritti con pennellate di colore padroneggiate alla perfezione dall’autore. L’aridità del deserto e la verdeggiante natura inglese sono contrapposte a rappresentare gli stati d’animo umani: prendere esempio dalla natura e perseverare, non lasciarsi inglobare dalla durezza delle notti tra le sabbie.

Le notti nel deserto, la croce del sud, prigioni inespugnabili, le acque del Nilo, e gli scheletri dei cammelli che fino a un’ora prima di morire continuano ad avanzare sembrano fotogrammi scolpiti tra le pagine del romanzo.

Harry ci insegna a conservare le piume che la vita ci porta, tutti ne abbiamo ricevute, ci insegna che non sono solo il simbolo di disonore e fallimento ma anche stimolo a fare bene, a porre rimedio, uno scacco alla vita, una possibilità di rivincita.

“Esistono molte cose irreparabili, Harry” “Ma non si può sapere quali sono irreparabili e quali non finchè non lo si scopre. E vale sempre la pena farlo”

Vale sempre la pena di impegnarsi a comprendere le ragioni dei comportamenti altrui, la paura, la finta determinazione, l’opportunismo calcolatore, possono nascondere molta insicurezza, a volte è come se le persone a cui vogliamo bene nascondano il cuore dietro una cortina di materialismo.

Come vi dicevo all’inizio, ogni personaggio avrà le sue guerre interiori, psicologicamente le carte si rimescolano e per alcuni, tra cui l’amico Durrance, ci sarà una prova molto dura da affrontare. Non si vede solo con gli occhi, possiamo chiederlo anche a Antoine de Saint-Exupéry e al suo “Piccolo principe”, questo particolare ci induce a riflettere su ciò che ci pare di vedere, ma stando al buio e in silenzio si percepiscono verità incredibili.

“Si incolpò di avergli consegnato la quarta piuma. Chinandosi sul parapetto di pietra, gli occhi chiusi, si domandò se Harry sarebbe sopravvissuto a quella notte, se era ancora vivo per potervi sopravvivere. Il gelo stesso della pietra su cui teneva premute le mani divenne il più aspro dei rimproveri”

Ci sono colpe che straziano l’anima, riflessioni che uccidono le notti, mentre il centro dei tuoi pensieri vaga per la periferia del mondo. Quattro piume che sono per qualcuno un fardello schiacciante, per un altro un’umiliazione bruciante.

E’ una storia di amore, una storia di amicizia, di riscatto ma anche di avversità, di coraggio e sventure. Harry scomparirà, cercherà una maniera per porre rimedio porterà con sè la melodia della Melusina, a tenergli compagnia, a mantenere ancora un filo con la donna che ama, la bella Ethne, donna che però sta per sposarsi con un altro uomo… Uno scherzo del destino che crudele si abbatte sugli esseri umani oppure l’insegnamento della natura che non si scoraggia ma persevera e a ogni primavera rinasce? O l’inesorabile attesa unita alla struggente speranza di un dopo.

“I grandi dolori e le grandi gioie avevano questo in comune per Ethne Eustace: entrambi la riportavano a casa, perché lì sopportare era più facile e la felicità era più completa”

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