Le streghe di Lenzavacche – Simona Lo Iacono

Recensione di Sara Valentino

Un buon libro deve trasmettere “qualcosa”, deve rimanere un bel ricordo e deve scavare nei più nascosti cunicoli dell’animo. Personalmente adoro i romanzi che mi emozionano nel bene o nel male. “Le streghe di Lenzavacche” è tutto questo. Ho conosciuto l’autrice partendo dal suo ultimo lavoro e ora, dopo che mi è stato fortemente consigliato, sono riuscita a leggere questo di cui vi parlo

Una storia che viene dal passato, l’antico 1600, quando come in molti altri luoghi nel mondo, anche a Lenzavacche ci furono donne accusate di stregoneria. Un’accusa verso chi è diverso, nulla più.

Il filo che tesse la tela delle generazioni ci conduce al 1938 e scoprirete quanto la tela sia robusta e possa collegare persone così apparentemente distanti, perchè il destino conosce sempre la strada un passo avanti agli uomini.

“Ma la luna calava invece che alzarsi, non era tempo di marea nè di santi, i fantasmi tacevano e non una stella brillava nella notte”

Presagi nascosti, antichi riti e un nome: Felice. Ecco il nome dato al nascituro di una unione “sbagliata” per i compaesani ma frutto dell’amore vero, quello tra due anime che si riconoscono attraverso i lunghi giri dell’universo. Nonna Tilde lo sapeva, aveva visto i segni sfavorevoli, il frutto dell’amore di sua figlia Angela e dell’arrotino non è un bimbo sano.

Pur così inadatto a vivere, sei come certi nostromi coraggiosi che impugnano il timone e vanno contro le onde guardando dritto. Non hai titubanze e non interpreti il destino, stai semplicemente a guardare che piega prenda e adatti la tua barca, sia che tiri maestrale sia che l’acqua si appiattisca in bonaccia”

Mentre i libri sono il filo conduttore, il tratto che unisce i lembi della storia, come fantasmi taciturni e audaci, mentre sarebbe più facile e gioioso vivere tra le pagine e non nel mondo, la nonna culla con amore il nipotino, lo fa con tisane, lo fa con attrezzi costruiti appositamente per farlo sentire come gli altri, non un diverso, non un emarginato in un mondo di guai. Consigli preziosi ho potuto rubare, anche per me, a questa nonna, imparare a dubitare delle apparenze, chi lo sa cosa è vero e cosa no, chi lo dice ciò che è giusto e cosa no, chi può affermare cosa è normale e cosa no?

“Perchè mentre loro, i bene accetti alla vita, macchinavano, e si impossessavano, e dominavano, e armeggiavano per tutto il giorno in preda a voglie arcane, misteriose, a equilibri sani o malati, a desideri disperati, maliziosi o innocenti, tu stavi lì quieto e concentrato nello sforzo di un respiro. Ingoiavi il tuo filo d’aria soddisfatto d’aver portato a termine una simile impresa: cibarti di quel poco che ti ci voleva per stare al mondo.. “

E intanto un maestro di scuola, appassionato del suo lavoro, desideroso di dare ai suoi ragazzi strumenti importanti, si ritrova nell’Italia del 1938 ad affrontare la riforma di una scuola fascista, famiglie che non approvano il suo metodo e allievi che diminuiscono ogni giorno di più.

Un romanzo che ha il sapore dolce delle favole, che si fonda sull’amore, che fa capire come sia possibile per chi non ha nulla essere più felice di chi ha di più, che i piccoli gesti, le piccole attenzioni sono importanti e che solo poter respirare ancora è un successo.

“Penso che la normalità è solo questione di postazione, e che varia a seconda della trincea dietro la quale ci acquattiamo”

Una parabola sull’amore tra un uomo e una donna, l’amore non è mai prudente, le foglie di lavanda a scandire gli eventi, l’invidia, l’odio, la cattiveria a fermarne le lancette.

“Ora so, Felice, che a ogni amore è concesso un tempo..”

Ho sottolineato innumerevoli altri passaggi ma trascriverli tutti sarebbero tanti e soprattutto toglierebbero a un futuro lettore il sapore della lettura, sappiate che il passato ritornerà e le streghe avranno il loro ultimo punto di uncinetto da fare sulla coperta e sul libro. Se i finali servono agli uomini non sono così importanti per la verità, lei si cerca sempre e lei rinasce dove è morta.

“E allora penso che dobbiamo sembrarti tanti mostri, Felice, con le nostre apparenze, con quell’arroganza che ignora la fine, con quell’illusione di eternità che ci rende futili e senza pace, o con quella pretesa di sapere cosa accadrà domani”

Trama

Le streghe di Lenzavacche vennero chiamate nel 1600 in Sicilia un gruppo di mogli abbandonate, spose gravide, figlie reiette o semplicemente sfuggite a situazioni di emarginazione, che si riunirono in una casa ai margini dell’abitato e iniziarono a condividere una vera esperienza comunitaria e anche letteraria. Furono però fraintese, bollate come folli, viste come corruttrici e istigatrici del demonio.
Secoli dopo, durante il fascismo, una strana famiglia composta dal piccolo Felice, sua madre Rosalba e la nonna Tilde, rivendica una misteriosa discendenza da quelle streghe perseguitate. Assieme al giovane maestro Mancuso si batteranno contro l’oscurantismo fascista per far valere i diritti di Felice, bambino sfortunato e vivacissimo.

È il 1938. Ululano le sirene che inneggiano al fascio. A Lenzavacche, minuscolo paese della Sicilia, vivono Felice, un bimbo sfortunato ma vivacissimo, la madre Rosalba e la nonna Tilde. Una famiglia stranissima, di sole donne, frutto di una misteriosa discendenza da streghe perseguitate nel 1600. Felice – che è il frutto di un amore appassionato della madre con un arrotino di passaggio, il Santo –, grazie all’estro e all’originalità dei familiari, riesce a vivere in pienezza nonostante i disagi fisici e l’emarginazione, in un periodo come quello fascista in cui è sommamente esaltato il valore della perfezione fisica.
Un bel giorno arriva a Lenzavacche un nuovo maestro elementare. Giovane e innamorato della cultura, fantasioso ma dominato da un dolore lontano, questo maestro, in aperto contrasto con il regime dell’epoca, non accetta i luoghi comuni sull’insegnamento e aiuta anche lui il piccolo Felice.
In una Sicilia viziosa, ma pronta a giudicare, carnale e insofferente alla diversità, religiosa e pagana, Felice, sua madre e il maestro Mancuso, amanti della fantasia e dei libri, finiscono per diventare i simboli di una controtendenza dirompente, quella che decide di andare al di là delle apparenze e di scommettere sul valore della pietà umana. La loro parabola finisce allora per somigliare proprio a quella delle streghe, un gruppo di donne vissute a Lenzavacche nel 1600 che decise di vivere in castità e in obbedienza e di riunirsi per fronteggiare eventi difficili della vita, affratellandosi in un vincolo di solidarietà umana.

  • Copertina flessibile
  • Lingua: Italiano
  • ISBN-10: 8866327239
  • ISBN-13: 978-8866327233
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