Leonardo Da Vinci. 500° 1519-2019. La vita (seconda parte)

Leonardo nel 1482 lascia Firenze alla volta di Milano.

Oltre all’omaggio dell’insolito strumento musicale, Leonardo a Milano presenta a Ludovico il Moro una lettera in cui offre di entrare al suo servizio e illustra le proprie molteplici capacità. Si tratta di un documento in cui Leonardo dispiega l’intera gamma delle competenze che ritiene di aver maturato. L’elenco comprende diversi campi di attività : dall’ingegneria militare, che occupa gran parte del testo con la promessa di nuovi tipi di armi, carri e ponti fino all’architettura, la pittura e la scultura.

Ecco un Leonardo trentenne con una sua consapevolezza versatile: “secondo la varietà de’ casi, componerò varie et infinite cose…”

Alla corte di Ludovico il Moro resta per i diciassette anni successivi: come ingegnere ducale si occupa della regolamentazione delle acque con la sistemazione dei navigli (al Castello di Trezzo, salendo alla torre, ho potuto ammirare una mostra di foto relative a questa sua opera di idraulica) e concepisce anche il progetto di una città ideale distribuita su più livelli in base a un criterio di separazione delle diverse funzioni.

La presenza di Leonardo alla corte degli Sforza conferiva prestigio al ducato stesso. In questo clima di stimoli intellettuali Leonardo sviluppa gli argomenti del Paragone con cui sostiene il primato della pittura nei confronti delle altre arti.

Nei manoscritti elabora allegorie, rebus, imprese, motti, facezie con cui probabilmente intratteneva i suoi interlocutori a corte.

Leonardo viene così a contatto con una serie di personalità di un certo rilievo, come il Castiglione che lo nomina nel Cortegiano e dimostra di conoscere i suoi scritti del Paragone laddove celebra la nobiltà della pittura.

Nei primi anni a Milano Leonardo sottoscrive il contratto per dipingere la Vergine delle rocce, esegue il Ritratto di musico, elabora una serie di progetti per il tiburio del Duomo.

A corte allestisce apparati per celebrazioni di nozze e organizza numerose feste e spettacoli.

In queste occasioni Leonardo metteva a punto dispositivi scenografici di sua invenzione, concepiti per suscitare la meraviglia degli spettatori.

Nel 1490 ebbe luogo la celebre Festa del Paradiso” in cui una complessa macchina teatrale da lui ideata riproduceva il cielo, i pianeti e le stelle con “effetti speciali” di movimenti scenici e giochi di luci.

Sempre per il Moro ebbe l’incarico di ritrarre, prima la giovane Cecilia Gallerani nella Dama con l’ermellino, poi Lucrezia Crivelli nel Ritratto di dama.

Durante gli anni milanesi Leonardo di dedicò assiduamente allo studio della figura umana e delle proporzioni del corpo: ne fa testo il celebre disegno dell’Uomo VitruvianoInsieme all’approfondimento teorico, Leonardo comincia ad ampliare il campo delle sue ricerche sull’uomo con l’osservazione diretta attraverso ,l’anatomia, la fisiognomica e l’analisi del movimento.

Nel 1494 inizia una serie di disegni e studi preparatori per il Cenacolo, al quale lavorerà, nel Refettorio di Santa Maria delle Grazie, fino al 1498.

Al Castello Sforzesco esegue un altro genere di pittura murale con la decorazione della Sala delle Asse. Contemporaneamente, nel corso dell’ultimo decennio del Quattrocento, Leonardo porta avanti il progetto del grande monumento equestre a Francesco Sforza, padre del Moro, inteso come celebrazione della casata e anche come sfida tecnica senza precedenti. Il modello di terra del cavallo che Leonardo aveva innalzato in Corte Vecchia era alto più di sette metri; già nel 1493 si preparava a procedere alla fusione dell’enorme quantità di metallo necessaria, un procedimento per il quale aveva previsto di impiegare tre fornaci contemporaneamente. Ma il colosso di argilla rimarrà tale. Nel 1499 Milano viene occupata dalle truppe del re di Francia Luigi XII. Leonardo con gli occhi dello spettatore della storia, registra in un appunto il drammatico precipitare degli eventi :“il castellano fatto prigione/il Bissconte stracinato e poi morto el figliolo/il duca perso lo stato e la roba e la libertà/e nessuna sua opera si finì per lui”

L’ultimo riferimento è a se stesso, e a quelle opere commissionate dal Moro che non porterà mai a compimento, prime fra tutte il cavallo: il grande modello di terra andò distrutto perchè fatto bersaglio dei tiri dei soldati invasori.

Dunque nel 1499 Leonardo lascia Milano e parte insieme all’amico Luca Pacioli, il matematico.

By Sara Valentino

Fonte Leonardo da Vinci. Artista Scienziato Inventore. Giunti

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