Leonardo. Il romanzo di un genio ribelle – Massimo Polidoro

Trama

È l’alba del XVI secolo. L’Italia è divisa in una miriade di regni litigiosi e incapaci di opporsi alle mire delle grandi potenze. Tra quelle corti soggette ai capricci della guerra si aggira un personaggio bizzarro e affascinante, che sembra uscito dalla penna di uno scrittore. È un pittore e scultore che come nessun altro riesce a catturare l’anima di ciò che raffigura. È un inventore in grado di concepire monumenti di prodigiosa bellezza, architetture così ardite da superare ogni immaginazione, macchine belliche che sembrano provenire da un futuro lontano. È uno scienziato che di ogni fenomeno dell’universo vuole indagare i meccanismi profondi: il moto dei pianeti, dell’aria e dell’acqua, il volo degli uccelli, il corpo umano. Quasi non esiste disciplina in cui non dimostri una maestria senza pari. Si chiama Leonardo da Vinci. Intorno al suo nome fioriranno leggende, miti, storie fantastiche. Eppure, sono ancora molti gli enigmi e le zone d’ombra nella sua biografia. Servirebbe una macchina del tempo o lo sguardo di un testimone oculare, per poter finalmente risolvere il rompicapo di colui che da secoli rappresenta, nell’immaginario comune dell’umanità, l’incarnazione del Rinascimento. Il libro che avete in mano è esattamente questo. Attraverso le memorie – immaginarie, ma scrupolosamente documentate – di Francesco Melzi, che del maestro fu per anni amico e allievo prediletto, Massimo Polidoro ci conduce in un incredibile viaggio nella turbolenta Europa di cinquecento anni fa. Cammineremo accanto a Leonardo, seguiremo gli stupefacenti sviluppi del suo ingegno, lo ammireremo nell’attimo irripetibile della creazione delle sue opere immortali, e ascolteremo dalla sua viva voce i pensieri e le intuizioni del più grande talento universale della storia. Prefazione di Piero Angela.

Copertina rigida: 324 pagine
Editore: Piemme (13 novembre 2018)
Collana: Piemme
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8856668157
ISBN-13: 978-8856668155

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a cura di Sara Valentino

Un romanzo che si legge come un saggio. In queste pagine Massimo Polidoro immagina come potrebbe essere ritrovare un manoscritto che racconti la vita di Leonardo e l’uomo Leonardo sopra ogni altra cosa, perché dietro a questo grande genio c’era un uomo e un grande uomo.

Chi potrebbe aver scritto un così preciso manoscritto? Il Melzi chiaramente, Francesco Melzi, che oltre ad essere amico e allievo di Leonardo, fu veramente affascinato dal Genio. Inizialmente, considerando i suoi studi umanistici, fu impiegato proprio per la copiatura e la stesura delle missive e probabilmente già da principio iniziò la sua opera di catalogatore dei manoscritti e degli appunti del suo maestro. Lo seguì fino agli ultimi anni in Francia e ricevette dal Re di Francia uno stipendio di 800 scudi per avere servito Leonardo.

Il 24 aprile 1519 Leonardo dettò al Melzi le sue ultime volontà e in quella sede lo investì della carica di erede ed esecutore testamentario lasciandogli i manoscritti. Melzi morì nella sua dimora a Vaprio d’Adda.

Pensiamo dunque a un ipotetico, ma non troppo, Polidoro Calchi e al ritrovamento di un manoscritto vergato da chi visse a stretto contatto con Leonardo, da chi ci parlò, da chi ascoltò le teorie farsi ricerche, le passioni farsi studi approfonditi: Francesco Melzi. Chissà quanti e con quali mezzi vorrebbero appropriarsene.

Iniziamo così questo viaggio nel Rinascimento, un viaggio che è il frutto di scrupolose e rigorose ricerche da parte di Massimo Polidoro che ci dona la possibilità di trovarci accanto al grande Leonardo.

Un Leonardo che spesso viene circondato da un’aura di leggenda, quasi soprannaturale ma che in realtà fu un uomo, che visse i suoi successi, i dolori, le frustrazioni come ogni essere umano ma che fu comunque un uomo fuori dal comune.

“Non si può perdere ciò che non si possiede” certamente mai frase può essere più profonda e mai altra ci potrebbe portare a riflessioni tanto importanti quali quelle che ci pone Leonardo ricordandoci di rispettare sempre la natura perchè è il dono più prezioso  e perché ci ricorda quanto valore abbia la libertà. In questo libro ci viene così raccontato l’episodio in cui Leonardo acquistò degli uccelli al mercato per poi liberarli una volta giunto alla sua dimora mentre ne osserva il … volo.

Leonardo cn la sua straordinaria arte pittorica, capace di catturare le emozioni sui volti ci ricorda che è importante osservare e sentire, cosa oggi dimenticata. Oggi abbiamo troppa fretta di fare tanto e tutto per fermarci anche solo ad osservare il volo di un gabbiano o il colore di una vela al tramonto.

Certo non basta osservare per divenire come lui, ma senza dubbio ci pare di capire che fosse una persona con un’anima molto bella, solo così poteva far intuire i pensieri che passavano per la mente dei soggetti che si adoperava a dipingere.

Il libro naturalmente ripercorre tutta la sua vita, gli ingaggi, i viaggi, le corti dove fu ospite, ma non vi tolgo il desiderio di leggere con i vostri occhi le innumerevoli curiosità che questo testo riporta. Non ultima la festa del Paradiso che fu un evento davvero meraviglioso, voluta da Ludovico il Moro e messa in scena a Milano nel Castello di Porta Giovia, oggi il Castello Sforzesco. Leonardo fu davvero un grande sceneggiatore e avrei davvero voluto assistere e vedere con i miei occhi ciò che posso solo immaginare.

“Quando ti sembra di non riuscire, ripeti nella mente:”L’impedimento non mi piega. Ogni impedimento è distrutto dal rigore.”Sii tenace e vedrai che supererai ogni ostacolo”

Mai frase fu più bella e mai insegnamento può essere migliore di questo a mio parere.

Le ultime pagine sono state molto commoventi, non ho potuto che solo lontanamente immaginare come ci si possa sentire a perdere un così grande maestro e .. amico.

 

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