L’eredità dell’antiquario. Le indagini di Boretti e Orlandini, vol 2 – Giovanna Barbieri

Una nuova indagine intricata per gli ispettori Boretti e Olandini. Autunno 1982. Fiammetta e Guglielmo sono incaricati d’indagare sulla morte di un ricco antiquario, trovato picchiato a morte sul Lungarno Serristori. Il caso si rivela subito molto complicato, poiché la vittima è nota per le molteplici relazioni extraconiugali e frequenta un famoso locale gay. Quando altri efferati omicidi, a lui collegati, scuotono Firenze, i sospetti si moltiplicano. I due ispettori sono così coinvolti in un caso più grande di loro.

Recensione a cura di Claudia Pellegrini

Nuova indagine per gli ispettori della mobile fiorentina, Fiammetta e Guglielmo, nati dalla penna di Giovanna Barbieri che ci porta nuovamente nello splendido capoluogo toscano in un periodo davvero straordinario, i favolosi anni 80.

Siamo più precisamente nel 1982, un anno ricco di avvenimenti di grande rilievo. A gennaio, durante il Consumer Electronics Show, viene presentato l’home computer Commodore 64 che, qualche mese dopo, ad agosto, verrà venduto al dettaglio al prezzo di lancio di 595 dollari. È l’anno del quinto duplice omicidio del cosiddetto Mostro di Firenze, quello di Montespertoli (Fi), avvenuto in giugno, ma anche l’anno della strage di Via Carini nella quale rimasero uccisi il Generale Carlo Alberto dalla Chiesa, la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente della scorta Domenico Russo. Proprio in quell’anno è stata coniata in Italia la nuova moneta da 500 lire, la prima al mondo di composizione bimetallica, è stato pubblicato “Thriller” di Michael Jackson, l’album musicale più venduto di tutti i tempi, e al cinema si andava a vedere “E.T. l’extraterrestre” di Steven Spielberg, “Conan il barbaro” con Arnold Schwarzenegger, “Blade Runner” con Harrison Ford, “Rocky III” e “Rambo” con Sylvester Stallone. 

Insomma, molta carne al fuoco. Un periodo quindi davvero ideale per arricchire l’arrosto con un bel delitto dai risvolti misteriosi, uno di quelli che solo il duo Boretti e Orlandini possono essere in grado di risolvere:

“Un bel ginepraio. Ma possibile che con voi due non ci siano mai indagini semplici?”.

Ma entriamo meglio nel dettaglio della trama.

“È appena stato ritrovato un cadavere sulla riva di Lungarno Serristori, nei pressi di piazza Poggi. Il caso è vostro e cercate di non deludermi”.

L’uomo, Eugenio Galli, è stato brutalmente picchiato a morte.

“Galli era un antiquario molto ricco e stimato in città. La sua fedina penale è pulitissima. Mai preso neppure una multa per eccesso di velocità”.

Eppure qualcosa che non va deve esserci visto, dopotutto qualcuno si è preso la briga di farlo fuori: Galli deve avere qualche scheletro nell’armadio poiché la scena criminis, già ad una prima occhiata, non è quella di una classica rapina notturna ai danni di un uomo palesemente benestante finita male. Fiammetta e Guglielmo, come da prassi, iniziano a scavare a fondo nella vita privata del noto antiquario, e scoprono che era un assiduo frequentatore di un noto locale disco particolarmente gradito agli omosessuali. E qui, oltre allo scheletro che sbuca fuori dall’armadio, si apre anche un vaso di Pandora, poiché il Galli oltre a portare avanti un matrimonio di facciata, come purtroppo era consuetudine di numerosi omosessuali in un periodo in cui certe tematiche erano assolutamente un tabù, aveva una relazione stabile con il contabile del locale, tale Tommaso Avella, anche lui “felicemente” sposato e con prole.

L’omicidio potrebbe quindi essere legato all’omofobia, non a caso la coppia ha subito un’aggressione la notte precedente quella della morte di Galli. Vale dunque la pena approfondire. Ed è proprio in questo momento che il locale disco frequentato dalla vittima diventa la seconda scena del crimine di questa storia. 

Una sera, quando tutti sono già in pista a ballare, scoppia un incendio. Fortunatamente clientela e staff riescono a lasciare il posto illesi, ma qualcuno trova la morte nel locale: Tommaso Avella. E sì, non è morto a causa del fumo o perché è stato raggiunto dalle fiamme, il poveretto viene rinvenuto legato a una sedia con evidenti segni di sevizie, anzi, è stato anche lui barbaramente torturato prima che venisse appiccato l’incendio che è, ovviamente, di natura dolosa. 

Due uomini, entrambi omosessuali, una coppia affiatata e di lunga data, torturati prima di essere uccisi. Perché? Chi può essere stato? Si può davvero spiegare tutto con la sola omofobia? O magari il movente è da ritrovarsi altrove, in una moglie gelosa e vendicativa?

“…Ha il movente più antico del mondo per l’uccisione sia del marito sia di Galli. Ha anche il denaro per pagare un sicario …”.

Ebbene sì, la moglie di Avella, nota signora ricca e potente, una tipa aggressiva e prepotente, potrebbe averne avuto abbastanza della doppia vita del marito e aver ingaggiato un killer. Tuttavia c’è un problema: dalle autopsie risulta che le torture perpetrate a danno delle sfortunate vittime sono frutto dell’opera di un professionista:

“La sola gelosia mi sembra una motivazione non sufficiente, salvo che la donna non sia una psicopatica”.

Deve per forza esserci altro dietro, inutile prendersi in giro e raccontarsi la favoletta degli omosessuali perseguitati, o quella scontatissima della moglie gelosa. Scavando ancora più a fondo nelle vite delle vittime, Fiammetta e Guglielmo troveranno molto altro, e tutto alla fine avrà un senso.

Questo nuovo giallo investigativo di Giovanna Barbieri tiene alta l’attenzione del lettore arrivando subito al dunque, riportando i fatti uno dopo l’altro senza perdersi in troppe chiacchiere, senza soffermarsi troppo sulle vicende personali dei protagonisti, Boretti e Orlandini, che vengono sì affrontate per meglio caratterizzare i personaggi come è consuetudine, ma non rubano spazio all’indagine, al giallo vero e proprio che, tra una merenda con un bel panino con il lampredotto e una Diana fumata rigorosamente al chiuso, si svolge con un ritmo incalzante, coinvolgente quanto basta per spingere il lettore a voltare sempre un’altra pagina, fino ad arrivare velocemente alla fine.

Ottimo poi il periodo storico, e non solo perché gli anni 80 sono stati l’Eldorado del crime, tra stragi di mafia e serial killer nostrani ed esteri in piena attività, ma anche perché tutti, o quasi, rimpiangono un po’ la follia, la spregiudicatezza e il fascino di questo decennio in cui sono state gettate le basi culturali per il nuovo millennio, anche chi non lo ha vissuto.

Per concludere, questa nuova indagine di Fiammetta Boretti e Guglielmo Orlandini è raccontata in maniera così coinvolgente da farci entrare nel vivo della storia, rendendoci partecipi dell’investigazione passo dopo passo. Per gli amanti del true crime è il libro perfetto. Per chi ignora la materia è la storia giusta per imparare le procedure in voga quarant’anni or sono. Per chi non sa neanche cosa sia il true crime può essere un ottimo incentivo per unirsi al club dei simpatizzanti.

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