L’eroe di Atene. La saga di Teseo. Andrea Frediani

Convinto di essere il figlio di Poseidone e destinato a grandi imprese, Teseo cresce con l’ambizione di emulare Eracle, il leggendario eroe celebrato da tutti.
Quando apprende la verità, rifiuta di condurre un’esistenza ordinaria, per intraprenderne una piena di insidie ma in grado di condurlo comunque alla gloria. E così si mette in viaggio verso Atene, dove intende reclamare il trono. Ma la città attraversa una profonda crisi: è falcidiata dalle guerre civili, e prostrata da un re troppo debole per opporsi a Minosse, il potente sovrano di Creta, che esige tributi impossibili dall’alto del suo scranno nel magnifico palazzo di Cnosso. Le imprese di Teseo lo porteranno ad affrontare terribili mostri, attraversare luoghi pericolosi, a contatto con i centauri, le amazzoni e lo stesso Eracle, a sventare inganni e tradimenti e amare donne splendide e spietate, che faciliteranno o intralceranno il suo cammino.
In una lontanissima epoca, appena prima della guerra di Troia, le vicende di uno dei più grandi eroi di tutti i tempi sono destinate a diventare leggenda.

  • Editore ‏ : ‎ Newton Compton Editori (12 maggio 2022)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina rigida ‏ : ‎ 384 pagine
  • ISBN-10 ‏ : ‎ 8822768884

Recensione a cura di Fabiana Farina

Teseo, spogliato della paternità di Poseidone e venuto a conoscenza che è figlio di Re Egeo, parte per rivendicare il trono di Atene. Durante il viaggio decide di emulare Eracle, e dimostrare che un comune mortale può essere un eroe tanto o più dello stesso semidio figlio di Zeus, e far sì che la fama e la gloria lo precedano al cospetto di suo padre. 
Gli dei non erano perfetti, anzi erano meschini, egoisti e vendicativi, talvolta, eppure la gente li adorava lo stesso. Anzi, forse li adorava perché erano consapevoli di essere al di sopra di qualunque essere umano, perfino dei sovrani, e la morale comune per loro non aveva nessun valore. Erano malvagi perché potevano permetterselo. “
E così inizia la sua avventura, annientando la scrofa di Commistione, liberando la città di Epidauro da Perifete e dai briganti. Giunto ad Atene trova un regno in rovina, con un Re vecchio e incapace e, prendendo in mano la situazione si offre come uno dei candidati da mandare a Creta da Re Minosse. Imbarcati i fanciulli e le fanciulle che saranno il tributo a Creta, Teseo fa amicizia con Piritoo, Licomede, Afidno, Academo, Decelo, Menesteo che saranno poi i suoi uomini più fidati. 
Già. Il re non è più quello di una volta… … non è detto che un eroe sia anche capace di fare il comandante… Eracle lo ha mai fatto? No, perché sa che duo padre gli ha dato tanto di un talento e poco di un altro… Non puoi confrontare un semidio con un uomo comune. È lui, Teseo, che si crede un semidio, mico io che lo definisco tale. “
Una volta giunti da Minosse intraprende la gesta di salvare Arianna e uccidere il Minotauro e così si assicura in parte che il Re di Creta non avanzi nuovamente delle pretese su Atene. Ma a Teseo l’aver ottenuto il regno, averlo fatto prosperare, l’aver sconfitto Minosse non basta, è sempre alla ricerca di qualche gesta che sancisca che lui è meglio di Eracle, perfino quando lo stesso Eracle chiede di accompagnarlo dalle amazzoni per prendere la cintura della regina Ippolita, cosa che sarebbe dovuta filar liscia e invece si è trasformata in una carneficina solo e soltanto perché a Teseo non andava bene che si svolgesse in modo diplomatico. 
Andò a riposare afflitto dai suoi tormenti interiori, pensando che aveva compiuto tante imprese, nella sua vita, suscitando un’ammirazione quasi pari a quella di Eracle, eppure si trovava profondamente insoddisfatto sotto ogni aspetto, perfino infelice… Come se continuasse ad aggirarsi in un labirinto senza mai trovare una via d’uscita. “
E così in un tira e molla che fu la sua vita si arriva alla fine, odiato da tutti, tradito dai suoi cari, punito e non perdonato da nessuno, per aver per aver rapito Elena che allora era una bambina, nemmeno da Piritoo che l’ha sempre assecondato perché da sempre lo ha amato, solo, sconfitto e umiliato e ucciso da chi una volta Teseo aveva salvato. Frediani ci dice nella postfazione che è una delle tante versioni, la sua, delle Geste di Teseo dal momento in cui documenti che attestino la sua storia non ci sono. Credo che in linea di massima tutti conosciamo ciò che questo eroe greco ha fatto, per lo più la prodezza di aver annientato il Minotauro e di conseguenza aver salvato Arianna. 
“Per Eracle doveva essere stato più semplice : era, o si sentiva, il figlio del padre degli dei, mentre lui, alla fine, era un essere umano, con le stesse ambizioni di un Dio ma con le pulsioni di un uomo comune.” 
Frediani va al di là dell’eroismo e della gloria di questo personaggio, ci mostra e fa riflettere su un Teseo uomo, con tutti i suoi pro e contro.

 “Sembrava che, nonostante tutti i suoi sforzi per rendere grande la città, è gli evidenti risultati conseguiti, non fosse riuscito a rendere felice nessuno. Neanche sé stesso.” 
Un uomo con l’anima irrequieta, alla ricerca di essere meglio e più di qualunque altro, sempre alla ricerca della paternità mistica che le fu negata, un uomo che ha dato tanto e che tanto ha preteso, un condottiero solitario, malfidente, incapace di amare e che alla fine illudendosi di essere benvoluto da tutti si è ritrovato deriso, emarginato e abbandonato e che negli ultimissimi istanti di vita muore con la rabbia e l’ingratitudine verso Eracle, che l’ha salvato la vita preso i Molossi e roso dall’invidia perché Eracle, morto anche lui, salí all’Olimpo e insieme a suo padre, Zeus, vivrà nella gloria e nella storia per l’eternità. 
“Dovunque andasse, qualunque cosa facesse, non riusciva proprio a liberarsi dell’ombra di Eracle, cui tutti lo paragonavano dando però per scontato che non avrebbe mai potuto superarlo. … Alla fin fine, continuava a detestato e a invidiarlo al tempo stesso. “
La lettura è più che piacevole, molto scorrevole, di fatto Frediani è una garanzia. Io sto ancora elaborando la lettura dopo che mi ha lasciato un senso di incompletezza, di infelicità, di amarezza, quasi la stessa che traspare tra le righe nel vissuto del personaggio. Il detto che dice “chi troppo vuole nulla stringe” fa proprio al caso e Teseo nella sua veste umana non ha fermato la sua corsa verso la decadenza del mito che avrebbe potuto essere. 
“…lui non era e non sarebbe mai stato Eracle, un presunto semidio cui bastava compiere imprese leggendarie per essere adorato. Era solo un uomo, e gli uomini potevano imprimere un’impronta nei posteri grazie al loro ruolo e al modo in cui lo avevano svolto, non con bravate estemporanee e imprese che anche uno schiavo avrebbe potuto realizzare, e che non lasciavano alcuna eredità. “… ” Un Re spodestato per aver coltivato troppo a lungo i suoi sogni da bambino…

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