L’età dell’oro – Leo Giorda

Adriano Scala detto «Woodstock» e l’ex vicequestore Giacomo Chiesa sono tornati. Ma non se la passano bene. La popolarità e costata cara sia allo Sherlock Holmes della sinistra romana, dotato di straordinarie doti deduttive che si attivano col consumo di stupefacenti. sia all’incorruttibile sbirro che sembrava destinato a una brillante carriera. Entrambi hanno perso ii lavoro, Chiesa ci ha rimesso pure ii matrimonio, e adesso cercano una soluzione sul fondo di una bottiglia. Pare che niente possa riscattarli dal fallimento. Invece qualcosa succede.  A Sperlonga, perla del Tirreno, la giovane ereditiera di una dinastia di imprenditori con entrature nella camorra si e suicidata. La madre della ragazza, però, non crede alla versione ufficiale e contatta Woodstock, che accetta di occuparsi del caso portando con se ii «nemico per la pelle» Chiesa. L’inchiesta mozzafiato in cui si imbarcano porterà a galla i mille segreti celati dietro l’impenetrabile cortina dell’ipocrisia borghese. Tra spietate vendette ed enigmatici rimandi al mito di Saturno si snoda un intreccio segnato dalla presenza di oscuri culti iniziatici. Con la maestria del narratore purissimo, Leo Giorda combina la leggerezza pensosa della commedia noir, gli intrighi del thriller esoterica e le geometrie deduttive del giallo classico, disegnando un’indimenticabile coppia di investigatori – umani, troppo umani – impegnati a sciogliere il più intricato dei misteri: quello che riguarda il mestiere di vivere.

  • Editore ‏ : ‎ Ponte alle Grazie (20 ottobre 2023)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 256 pagine

Recensione a cura di Sara Valentino

Il mio primo incontro con Adriano Scala detto «Woodstock» e l’ex vicequestore Giacomo Chiesa è stato ottimo, mi hanno appassionato molto, sono personaggi particolari e il loro modus operandi nelle indagini può apparire anche discutibile ma è di effetto efficace.

Il giallo è anche una leggera commedia pur indagando gli animi umani, i suoi bassifondi, le paure, le relazioni che a volte sono molto pericolose.

Non ho letto la prima avventura che immagino sia quella che li porta alla condizione lavorativa disastrosa attuale. All’improvviso hanno una chance.

I nostri sono due personaggi che hanno apparentemente perso tutto e che si ritrovano insieme e quasi amici a indagare su una morte assurda.

Dal divano e dalle sigarette, dall’uso di stupefacenti che ricorda un noto personaggio di gialli che seguo da tempo, trasandati e in cerca di una svolta vengono contattati da una donna, la madre di una giovane morta suicida.

Partono per questo viaggio e indagano attraverso un’inchiesta separata da quella delle forze dell’ordine, sono assunti come “investigatori” per far luce su un dramma che è solo l’inizio. Di lì a poco infatti una nuova giovane vittima viene ritrovata morta suicida.

Il caso è intricato, le indagini proseguono anche giungendo a punti morti. Un uroboro tatuato è una pista da seguire.

Una gioventù con seri problemi o un caso che affonda in un mondo più nero e lugubre? Problemi familiari alle spalle, sensi di colpa, vittime e vendetta fusi in un delirio inimmaginabile.

Fino in fondo le cose non saranno mai come sembrano, un colpo di scena inaspettato.

“In un giorno solo aveva assistito al dolore più profondo e alla gioia più incontentabile”

Trovo il messaggio dell’autore davvero importante, il rapporto tra genitori e figli e le ferite che i comportamenti dei primi causano nei secondi. La falsa ipocrisia borghese è lo specchio dove osservare come le debolezze dei giovani siano un importante campanello da non sottovalutare.

Please follow and like us:
error0
fb-share-icon20
Tweet 20
fb-share-icon20

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.