L’Ondembrah- La leggenda del libro Sacro di Teresa Desiderio

Trama:
A Sannoth, mondo incantato abitato da ben nove razze differenti, ogni abitante possiede una scintilla magica chiamata Shinpha. Gli Shannobrah cominciano a usarla solo dopo il compimento del decimo anno di età, nel giorno in cui si celebra il Phatiobrah, la festa che consacra questa iniziazione. Goshda e Fadfra sono gemelli e si accingono a rompere il Grongo, il ‘sigillo blocca magia’, nello stesso giorno. Eppure fatti inaspettati e terribili segneranno una giornata che sarebbe dovuta essere meravigliosa. L’apparizione di una piccola e candida piuma porterà scompiglio tra i presenti e farà sì che i due fratelli seguano destini diversi. Fadfra verrà rapita da Yonah, il sovrano degli Elfi custode di una verità inimmaginabile, mentre a Goshda spetteranno compiti ben più gravosi… Su chi ricadrà la sorte di essere il leggendario Ondembrah, il tanto atteso ‘nono dono’? Solo lui sarà in grado di affrontare la missione più importante: risvegliare i dormienti. Il primo capitolo di una potente saga fantasy, un mondo magico popolato da creature strabilianti e governato da forze indomabili.

Copertina rigida: 496 pagine
Editore: Fanucci (27 febbraio 2019)
Collana: Fantasy
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8834736826
ISBN-13: 978-8834736821

Recensione a cura di Sara Loiacono
Eccomi alle prese con una nuova saga, giusto per nutrire la mia fame di epic-fantasy, e questo primo volume mi fa pensare che ha tutti i requisiti necessari per diventare una grande saga. E’ una lettura estremamente stimolante, non solo perchè il mondo in cui si svolge la storia non è quello reale, ma anche perchè l’autrice ha creato qualcosa di veramente unico, con regole nuove,ambientazioni e creature incredibili, e dove niente è lasciato al caso. Lo scopriamo infatti già dalla premessa dell’autrice:

In questo universo non vi è nulla che si possa ricondurre a ciò che ci è familiare: la geografia, la storia, l’astronomia, la religione, le strutture sociali e scolastiche, l’antropologia, e perfino il calendario e le festività a esso correlate sono frutto della mia fantasia.

Incontriamo subito i due protagonisti della storia, Goshda e Fadfra, due gemelli molto speciali,in trepidante attesa mentre tutta Xantia, il paese dove vivono, sta preparando i festeggiamenti per il loro Phatiobrah, ovvero il giorno in cui i bambini di dieci anni possono finalmente rientrare in possesso dei loro poteri tramite la rottura del Grongo, un sigillo che viene imposto dalla sacerdotessa al momento della nascita.

Nel piccolo villaggio, a memoria d’uomo, non era mai accaduto che si iniziassero due Anshannobrah nello stesso giorno; né tantomeno due gemelli. E questo, potevano giurarlo gli anziani, non era accaduto nemmeno nelle altre terre di Sannoth.

Come ci si può aspettare le cose non vanno esattamente come dovrebbero e i gemelli vengono separati, Fadfra viene portata via dagli Elfi, e Godsha viene mandato in una speciale accademia per giovani maghi. Potrei dirvi a chi dei due spetta il compito di essere l’Ondembrah, non vi rovinerei la sorpresa perchè lo si intuisce, e viene poi palesato, a circa metà racconto, ma non ve lo dico perchè sentirei di non rendere giustizia con poche parole alla costruzione della religione di questo mondo incredibile.

«Fin dal principio, Vroh ci ha sempre amato moltissimo. Ancor prima di concepire l’idea della nostra venuta, già ci adorava e ci desiderava più di ogni altra cosa. E questo smisurato amore lo concretizzò elargendo doni meravigliosi che si scoprirono essere ben nove. I primi tre furono: il creato, con tutta la sua lussureggiante bellezza, le diverse razze che lo popolano, e la potente magia che le contraddistingue.» Ondeggiando la mano, fece illuminare i gradoni più bassi della piramide.

La voce narrante è esterna al racconto, ma è onniscente e racconta anche cosa pensano e provano i vari personaggi, che sono caratterizzati davvero molto in profondità, tanto che alla fine del libro abbiamo un ritratto completo di quasi tutti i personaggi principali e ci saremo fatti un’idea dei loro ruoli. Anche le descrizioni delle caratteristiche fisiche sono molto accurate e particolareggiate.

Avevano i capelli bianchi, talmente lunghi da toccare terra; erano snelli ma dall’aspetto estremamente emaciato e pallido, la pelle grinzosa e gli occhi stanchi come se avessero visto le peggiori nefandezze commesse al mondo. Indossavano ampie tuniche bianche, alcuni si sorreggevano su bastoni di legno chiaro, altri avevano tralci pieni di foglie che cingevano il loro esile corpo. Le loro orecchie a punta, molto più alte del normale, erano ormai raggrinzite e avevano la sommità ripiegata verso il basso.

Quando i due gemelli vengono separati troviamo narrate le loro vicende in parallelo fino alla scoperta di chi dei due sarà l’Ondembrah. Nella seconda parte ci si focalizza principalmente su questo personaggio e alle scoperte che farà, così la storia si snoda in più spazi temporali, il passato e il presente. Personalmente adoro quando i libri hanno dei flashback di fatti accaduti in passato e in questo caso la modalità quasi onirica in cui gli eventi passati sono narrati si fondono alla perfezione con la struttura del racconto.

Nel dire ciò, Durka si voltò verso il lago. Ondeggiò la mano destra e da quelle acque, calme e azzurrine, emerse una piccola pietra che si poggiò sul suo palmo. […] restò in silenzio mentre il nonno racchiudeva quella pietra tra le sue mani e sottovoce sussurrava un incantesimo: «Klandia Mundhia…» La pietra si illuminò, poi ritornò a essere un comunissimo sassolino, che l’anziano Mago porse […]. «Ecco […], mi raccomando, non perderlo. Qui dentro ho impresso solo per te tutto quello che devi sapere.

L’unica nota negativa è che tutte queste descrizioni così accurate dilatano di molto il tempo narrativo, rendendolo spesso lento, ma chi è avvezzo a questo tipo di letture sa che non è insolito incontrare questo tipo di difetto, se così vogliamo chiamarlo, in saghe di un certo peso. Di certo è un ottimo biglietto da visita perchè ora che ho visto uno scorcio della vita che si svolge a Sannoth non posso che restare in trepidante attesa dell’uscita del prossimo libro.

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