Oltre i confini del mondo. Magellano e la circumnavigazione del globo di Laurence Bergreen

Nel 1519, l’esploratore Ferdinando Magellano si imbarca dalla Spagna accompagnato da cinque navi e da più di duecento uomini alla volta delle Isole delle Spezie, in cerca di una più rapida via d’accesso a quelle terre ricche di tesori che valevano più dell’oro. Per arrivarci compirà un lunghissimo viaggio tra gli oceani, e realizzerà un’impresa che rivoluzionerà la concezione geografica del mondo conosciuto: circumnavigare la terra per la prima volta nella Storia. Laurence Bergreen, offre al lettore il racconto di un’epopea rivoluzionaria e maestosa che ha cambiato la storia del mondo e il modo in cui gli esploratori avrebbero navigato sugli oceani da quel momento in poi. Una spettacolare odissea durata tre anni, in cui passione, avventura e dramma si intrecciano, dando luogo a un resoconto appassionante sul senso dell’esplorazione e della scoperta.

Copertina rigida: 641 pagine
Editore: HarperCollins Italia (18 aprile 2019)
Lingua: Italiano

Recensione a cura di Sara Valentino

In occasione del cinquecentenario del viaggio di circumnavigazione di Magellano (1519-2019) ecco una lettura imperdibile. Un saggio, scritto in maniera fluida e raccontato come un romanzo, basato sul diario di chi il viaggio l’ha vissuto: Antonio Pigafetta. Antonio Pigafetta uno dei pochi sopravvissuti che tre anni dopo la partenza torna a Siviglia a bordo della Victoria.

Pigafetta si imbarcò in quella avventura quasi per caso, offrendosi volontario diventa il cronista della spedizione. Lascia un diario che descrive, luoghi, isole, animali e usanze. Lui un giovane veneziano ha descritto l’intero viaggio e grazie costui noi possiamo rivedere, cinquecento anni dopo, le meraviglie, ma anche gli orrori di quell’avventura.

“i massacri, le orge, le curiosità botaniche, gli elementi meteorologici, il terrore, il dolore e l’eccitazione della circumnavigazione”

Questo libro vi porterà a scoprire la personalità di Magellano, le difficoltà prima di poter partire, il suo essere capitano integerrimo, il suo divenire esploratore di un mondo lontano. Si trovò ad affrontare un pericolo che forse, come molti di noi del resto, non avrebbe creduto possibile: i traditori.

“E i pericoli maggiori che si trovò ad affrontare non venivano, come si era aspettato, da calamità quali tempeste, fame o malattie, cui riuscì a sopravvivere grazie a un mix di abilità e fortuna, ma dai suoi stessi uomini. Traditori che si ritenevano più degni di lui di guidare la missione. Quando si ammutinarono e tornarono in Spagna, presero a raccontare storie su quanto fosse crudele e incompetente Magellano; in parte lo facevano per giustificare le proprie azioni, in parte per assicurarsi che, se anche fosse tornato, l’esploratore sarebbe stato imprigionato, processato e giustiziato. Così mentre vagava intorno al mondo, Ferdinando divenne un uomo senza patria: cacciato dal Portogallo, che gli aveva dato i natali, era adesso malvisto anche in Spagna, il regno che aveva finanziato la sua spedizione”

Magellano, in questo testo mi ha appassionata, mi ha commossa, a volte anche inorridita ma il suo scopo, quello di un uomo coraggioso, senza avere una presenza fisica imponente, fu quello di raggiungere le Isole delle Spezie e caricare le stive di quel prezioso oro.

Le navi, cinque, erano all’avanguardia per l’epoca, l’ammiraglia di Magellano la Trinidad pesava 100 tonnellate, la San Antonio, destinata al trasporto delle scorte 120 tonnellate, la Concepcion 90, la Victoria 85 e la Santiago 75.

“Le navi erano quasi completamente nere, nere come una notte senza luna. Il loro macabro aspetto era dovuto al catrame che ne ricopriva lo scafo, gli alberi, il sartiame..”

Prima di giungere nel Nuovo Mondo Magellano dovrà affrontare uno dei più grandi pericoli fra tanti a cui dovette far fronte, il tradimento di Cartagena, il suo peggior nemico. Ma i pericoli in mare furono molti, primo fra questi la mancanza di sonni ristoratori, infatti i membri dell’equipaggio erano costretti a fare brevi pisolini. A bordo c’era un miscuglio di odori insopportabile, l’acqua che gocciolava nella stiva puzzava di marcio che si mischiava al puzzo e al fetore di animali vivi, quali mucche e maiali. Il cibo era attaccato dai parassiti, alcuni tipi di vermi scavavano il legno compromettendo la solidità e stabilità della nave, per non parlare della presenza dei topi, pidocchi, cimici e scarafaggi. I parassiti colonizzarono anche l’abbigliamento dei marinai, oltre alle vele e al cibo.

“I marinai si grattavano in continuazione, ma non  c’era modo di difendersi. Cosa più grave, a un certo punto i curculioni riuscirono a penetrare nelle casse di gallette, aprendo un varco attraverso il quale il cibo fu ulteriormente contaminato dall’urina e dalle feci dei roditori. Con la pancia che brontolava per la fame, i marinai dovettero sforzarsi di superare lo schifo e ingollare ugualmente quelle provviste disgustose e malsane”

Per non parlare della cura della persona, l’igiene era veramente un lusso che i marinai non potevano permettersi e nonostante avessero un pezzo di sapone e uno straccio con cui lavarsi non c’era acqua diversa da quella del mare.

La vita di bordo, abitudini, insidie, compiti viene raccontata con dovizia di particolari in questo testo che mette in luce molti aspetti che ignoravo completamente. Non ultimo il fatto che una volta salpati si perdeva anche l’identità, la vita di bordo aveva una sua struttura e gerarchia e poco importava l’origine della ciurma. Ognuno aveva il suo compito e mi sono immedesimata attraverso le parole dell’autore in questi uomini persi nel blu ai confini del mondo. Cosa spingeva questi uomini a prendere il mare? Perché lasciavano casa e famiglia per sottoporsi a una vita pericolosa senza alcuna certezza di fare ritorno?

Non posso non menzionare il grande e grave fatto di ammutinamento nei confronti di Magellano, che Pigafetta racconterà solo una volta terminato il viaggio. Un ammutinamento poi schiacciato da Magellano che viene raccontato nei minimi particolari con peculiare attenzione alle mosse del capitano e alla sua terribile vendetta verso i traditori.

“Tutto considerato, durante e dopo l’ammutinamento Magellano si era comportato come un degno emulo di Macchiavelli, sottile e calcolatore quando possibile, brutale quando necessario. Era sopravvissuto alla prova, e ne era uscito vittorioso”

Laurence Bergreen è scrittore, storico e giornalista, con questo libro lui stesso ammette di aver voluto trasmettere lo stupore per il mondo in cui abitiamo che ha spinto e animato con coraggio gli esploratori vissuti più di cinquecento anni fa.

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