Oltre l’ultimo Limes: Il lungo viaggio della schiava Artemisdi Alberto Costantini

La schiava Artemis si considerava tutto sommato fortunata: una padroncina deliziosa da accudire, un padrone-filosofo che la amava come una figlia, una bella casa nel centro di Roma…

Il suo mondo le crolla addosso il giorno in cui un servo, colto da improvvisa follia, assesta un colpo di roncola al buon padrone.

Per sottrarla alla morte comminata dalla legge romana a tutti gli schiavi di casa, viene venduta in segreto.

E così per la ragazzina, scambiata e passata di mano come una moneta, inizia una serie incredibile di avventure, che la porteranno da Roma caput mundi all’ultima frontiera conosciuta e persino oltre.

Un meraviglioso romanzo storico ambientato ai confini dell’Impero romano, la quinta uscita (autoconclusiva) del ciclo “Donne di confine” del due volte vincitore del prestigioso Premio Urania, Alberto Costantini.

  • Editore ‏ : ‎ Gilgamesh Edizioni (8 ottobre 2022)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 239 pagine

Recensione a cura di Alice Croce Ortega

“Oltre l’ultimo limes” è la storia di Artemis, una schiava domestica come ce n’erano tante a Roma: nata in casa di un padrone illuminato, educata insieme alla sua padroncina coetanea, cresce vedendo il volto buono della schiavitù e immaginandosi di diventare grande e invecchiare in quella casa insieme alla famiglia dei suoi padroni e agli altri schiavi come lei. Purtroppo il lato oscuro della società schiavista si fa vedere presto: l’amato padrone viene ucciso da uno dei suoi schiavi, colto da un attacco di follia; per conseguenza lei, insieme a tutti gli altri schiavi della casa, dovrà essere messa a morte. Non importa se è solo una bambina, la legge dice che gli schiavi di un cittadino romano, in casi simili, sono comunque colpevoli di non aver vigilato sulla sicurezza del loro padrone: poco importa la loro età…

Nulla può fare la famiglia del defunto che, malgrado non creda nella colpevolezza dei propri schiavi, è costretta a rispettare la legge; ma la messa a morte della piccola Artemis è talmente assurda che, sfidando la sorte e gli ordini del magistrato, la sua padroncina con l’aiuto della madre riesce a farla fuggire… e a farla mettere in vendita nella speranza che trovi un nuovo padrone, al sicuro dalla sentenza capitale che le pendeva sulla testa. 

E questo è il primo degli scherzi che la sorte gioca alla nostra protagonista, infatti il suo nuovo padrone non ha grande considerazione verso i propri schiavi… ma in realtà siamo solo all’inizio, perché di padrone in padrone Artemis farà il giro del mondo incontrando genti di ogni dove, vivendo avventure pazzesche e, senza mai rinunciare alla speranza di migliorare la propria condizione ma neanche alla propria etica, riuscirà alla fine a trovare la pace e la gioia di un lieto fine.

Questo romanzo è una cavalcata leggera e rocambolesca che ci porta a metterci nei panni di quella che avrebbe potuto essere la vita di una schiava graziosa, arguta e piena di risorse ma anche baciata in una certa misura dalla fortuna: una ragazza che, pur costretta a vivere agli ordini del padrone di turno, come una novella Phyleas Fogg farà il giro del mondo e conoscerà i popoli che lo abitano, ne parlerà le lingue, ne conoscerà usi e costumi, verrà a contatto con le loro culture e religioni, ricordandoci nel ritmo e nella ricchezza di aneddoti e curiosità il famoso “Giro del mondo in 80 giorni”. 

Un altro classico della letteratura che non ho potuto fare a meno di ricordare durante la lettura è “Alice nel paese delle meraviglie”: perché quello che Artemis visita è davvero un mondo pieno di meraviglia e di bellezza, ma la visita avviene tra le grinfie di una Regina di Cuori dopo l’altra, viene da dire; infatti la nostra eroina – perché davvero lo è – deve continuamente subire le angherie dei diversi padroni, quando non dei loro parenti o degli altri schiavi: ma lei come Alice riesce sempre a cavarsela con furbizia, intelligenza e generosità, e allo stesso tempo crescere e imparare.

In definitiva possiamo dire che questo romanzo è una piacevole cavalcata attraverso un mondo classico che, sebbene a volte un po’ inverosimile, ha però il pregio di farci vedere quel mondo un po’ tutto insieme, una carrellata di civiltà come forse solo i mercanti particolarmente avventurosi (e i loro schiavi, naturalmente) potevano conoscerlo; primi fra tutti i mercanti di spezie, tra le merci più preziose. Un segno dei tempi è poi che l’eroina che vive tutte queste avventure, nonché viaggio pazzesco, sia una donna: un’autentica novità che se da una parte non ci risparmia i dettagli sulla componente sessuale della schiavitù, per cui i padroni disponevano del corpo delle loro schiave a loro piacimento – ma immagino questo valesse anche per i maschi, ed era considerato normale come il sole che sorge ogni mattina – dall’altra ci spiega molto dettagliatamente qual era il ruolo sociale degli schiavi come non avevo mai letto prima, evidenziando anche considerevoli differenze da un popolo all’altro. 

Certo la nostra Artemis si esprime con un linguaggio molto moderno e a volte certi sviluppi fortunati della sua storia ci fanno un po’ sorridere: eppure mi piace pensare che nell’antichità siano esistite donne come lei, coscenti delle loro potenzialità e capaci di raggiungere obbiettivi straordinari. E permettetemi di ricordare anche l’importanza dell’educazione, perché la nostra eroina non dimentica mai il suo primo padrone che, a parte il rispetto e il sincero affetto che le dimostrava, le aveva dato la dote più importante, ovvero quella di un’istruzione, la bussola a cui Artemis sempre si affida.

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