Ottone. Il primo dei Visconti di Livio Gambarini e Alex Calvi

Recensione di Sara Valentino

Il romanzo di Livio Gambarini e Alex Calvi si apre sul 22 luglio 1262, anno in cui Ottone Visconti detto Ottorino viene eletto da papa Urbano IV, a Montefiascone, arcivescovo di Milano.

“Santo Padre, vi chiedo di ripensarci! Nessuno merita quella carica più di noi della Torre”

E’ l’inizio di un lungo e sanguinoso conflitto tra Ottone e i Torriani, soprattutto nella potente persona di Napo.

La lettura è avvincente, il tenore è sempre atto a tenere il lettore sulle corde e si propone di ripercorrere la vita di Ottone, riempiendo i vuoti storici con alcuni personaggi di fantasia che però potrebbero realmente aver avuto ruoli decisivi nella storia. Ci troviamo dunque a leggere capitoli che alternano il passato e la giovinezza di Ottone con quelli che raccontano la guerra con i Torriani, fino all’epilogo storico che conosciamo e vede la vittoria dei Visconti nel giorno di san Dionigi, il quale diverrà con sant’Agnese protettore dei Visconti.

E proprio Agnese ha un ruolo chiave e importante nelle vicende. A Piacenza Ottone si trovava nel monastero di San Sisto ed era il 1223, con lui Tebaldo Visconti, suo cugino, che sarà papa Gregorio X nel 1271. Giovani e allegri, dediti al divertimento si rifugiavano di sfrodo in una locanda dove conobbero le giovane e onesta Agnese.

“Ci sono cose a questo mondo che noi possiamo prendere con leggerezza. Per i plebei non è così. Capisci? Ci sono errori che possono costare cari, soprattutto per le donne”

Invero era così e i nostri due non conoscevano ancora come il destino con le sue trame avesse in mente di indirizzarli, chi a origliare dietro una porta e carpire verità che avrebbero per sempre cambiato il corso degli eventi, chi invece avrebbe all’infinito conservato l’amore anche se negato. Agnese sarà capace di rinunciare alla sua terra per Ottone, ma lui sarà altrettanto capace di conservare il suo essere onesto, le sue virtù, il desiderio indomito di aiutare incondizionatamente chi ne avesse bisogno? Oppure il desiderio di potere, la smania di successo, come un velenifero siero si impadronirà di lui? La falsità, l’ossessione diventano armi dei malvagi e come un morbo si allargano fino a deturpare la bellezza umana.

Tornando ai giorni della guerra con i Torriani siamo testimoni muti, afflitti e increduli di carneficine allucinanti, non immaginavo che fosse accaduto così nelle mie terre nei secoli passati. Quasi che il demonio muovesse le mani o le zampe di ragno affilate di Napo.

“E’ un obbrobrio che una persona onesta non possa più contare sulla giustizia a Milano. La corruzione ha preso dimora in questa città, è penetrata tra le pietre delle case, fin dentro le ossa delle persone! Mi pare addirittura di sentirne la puzza che trasuda da ogni dove”

E’ un male che sta divorando Milano, un male che morde, come un cane a rivoltarsi contro i padroni; scelleratezza, famiglie allo stremo, punizioni esemplari che vengono descritte senza lasciare nulla all’immaginazione. Una lingua recisa, data in pasto ai cani, sarà però oggetto di una profezia e di un miracolo. La paura dell’inganno che si infila sotto le porte, la fiducia più volte tradita tentenna a rimanere ancora nel cuore di Ottone e dei suoi.

“Nipote mio, se per paura di inganni non ci si può più fidare dell’onore degli uomini, allora i Torriani hanno già vinto”

Ne avrei da scrivere e raccontare ma ve lo racconterei tutto e invece credo che dovreste leggerlo, leggere un romanzo storico accurato che tiene vivo l’interesse del lettore perchè racconta anche l’uomo, gli uomini, le donne. Sviscera tratti psicologici che ci fanno assai pensare, incontrare uomini di Chiesa che non sono ciò per cui si vantano di essere, accarezzare donne del popolo con un cuore grande a immagine di Dio. Non solo… ovviamente ci troviamo nell’antro dei malvagi, di chi si eccita uccidendo, mutilando, leggendo la paura e il dolore negli occhi della vittima e gioisce nel versare sangue, tanto sangue e ergere picche dal volto di chi un tempo erano uomini. Davvero strepitoso, mi è piaciuto parecchio. Un romanzo che parla di potere, di vendetta e di penitenza ma anche della religione che è uno strumento potentissimo, chi la sa utilizzare controlla il mondo.

“Non importa come ci chiamano gli altri, ma cosa siamo chiamati a essere da Dio”

Non conoscevo la storia di Ottone Visconti e mi è piaciuto il suo percorso di vita, una sorta di iniziazione verso la saggezza ma passando per i peccati del purgatorio, a volte è necessario passarci per vedere e comprendere, il senso di colpa sa essere un insegnante pretenzioso. Oltre la Storia del nostro territorio ci ho letto e trovato un messaggio meraviglioso, l’ambizione è assai pericolosa quando ci porta lontani dalle cose importanti, dalle persone importanti, consuma se è spropositata e crea uomini diversi, imitazioni dell’originale.

“Devi imparare i modi dei lupi, così da poterli combattere senza indossare la loro pelliccia. Per dei fini nobili”

Una città pronta a ribellarsi al suo signore. Un uomo di Dio disposto a tutto per ottenere ciò che gli spetta. La nascita del potere dei Visconti, i padroni di Milano. Un romanzo storico che ci rimanda la figura di un uomo oltre che di un simbolo, dove la fragilità e l’umanità sono proprio lo spunto per farne emergere la grandezza. A.D. 1262. Dalle mani di papa Urbano IV, Ottone Visconti riceve finalmente il pastorale di arcivescovo di Milano e, con esso, la cattedra ambita e ricchissima di sant’Ambrogio. È il coronamento di una vita di intrighi e menzogne, che Ottone ha condotto al fianco del diabolico cardinale Ottaviano degli Ubaldini. Ma c’è chi non vede di buon occhio questa investitura: i potenti guelfi della Torre irrompono armati in chiesa al termine della consacrazione. Sono loro a dominare sulla città meneghina, e non intendono rinunciare allo scranno vescovile nemmeno a costo di disubbidire al papa. Ottone, esiliato dalla città che dovrebbe guidare come arcivescovo, comprende di avere solo una via per ottenere ciò che gli spetta: radunare con l’astuzia e la diplomazia tutti i nemici dei della Torre e prendersi Milano con la forza. Nel corso dei quindici lunghi anni di conflitto riemergono i ricordi del passato del Visconti: la sua giovinezza nel monastero di Piacenza tra fughe rocambolesche, i primi amori e le severe punizioni per il rifiuto dell’autorità. L’incontro con il cardinal Ubaldini, eminenza grigia della sua epoca, che indirizza l’originaria vocazione di Ottone verso una carriera di sottigliezze, ricatti politici e tradimenti, sullo sfondo di un amore tormentato. Ma tra guerre continue, sangue versato per ambizione e una crescente solitudine, Ottone dovrà iniziare a fare i conti anche con sé stesso, e solo un gesto di vero coraggio gli permetterà di comprendere per quale motivo stia affrontando quella lotta, e decidere se ne valga davvero la pena.

  • Editore : Piemme (23 febbraio 2021)
  • Lingua : Italiano
  • Copertina rigida : 477 pagine
  • ISBN-10 : 8856675226
  • ISBN-13 : 978-8856675221
Please follow and like us:
error0
fb-share-icon20
Tweet 20
fb-share-icon20

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.