ROSSA È LA SERA DELL’AVVENIRE di Roberto Robert

RECENSIONE DI CINZIA COGNI
“NOI SIAMO, INDISCUTIBILMENTE, QUELLO CHE RICORDIAMO. “

Vengono definiti “gli anni di piombo” della nostra Storia Repubblicana, quel periodo del secolo scorso, iniziato nel 1969 con la strage di Piazza Fontana e concluso agli inizi degli anni ’80, caratterizzato da rivolte politiche sfociate in violenze di piazza, lotte armate e terrorismo.
Furono anni controversi, oscuri, di cui ancora oggi si parla poco, eppure è un pezzo di storia tragico e fondamentale per il nostro paese .
“Rossa è la sera dell’avvenire ” è il primo romanzo che leggo che affronta questa tematica; il messaggio del suo autore è forte e chiaro: è dovere morale da parte delle generazioni che hanno vissuto quegli anni, tenere viva la memoria e tramandarla ai propri figli e nipoti.

“Io, Anselmo Bonacini, figlio di Aristide Bonacini, figlio del partigiano “comandante Karl”, sono stato espulso dal partito…sebbene vi abbia dedicato sette anni della mia vita, durante i quali mi sono battuto per le idee che tu stesso mi hai insegnato. Il partito mi ha processato come fossi un traditore, ma i veri traditori siete voi. Avete tradito quello per cui avete combattuto 25 anni fa, avete cancellato con un colpo solo tutto ciò in cui credevo…”

La storia che racconta Roberto Robert è di fantasia, ma sono rimasta particolarmente colpita dalle descrizioni dei luoghi e della vita quotidiana dei personaggi, è stato un salto nel passato inaspettato, ha riportato a galla ricordi e sensazioni assopite dell’infanzia.
Borgo di Serio, questo paesino inventato della Bergamasca, dove è incentrata quasi tutta la storia, non è molto diverso dal luogo dove sono cresciuta ed è stato facile entrare nella mentalità dei suoi personaggi, in fondo ho vissuto in un ambiente molto simile.
“A Bergamo sì che c’era una vita interessante, mica come quella di Borgo di Serio. La città l’era apparsa una realtà del tutto opposta alla sua, talmente statica e banale da far apparire emozionante il parto di qualche cavalla o l’arrivo dei furgoni degli ambulanti.”

Non è una storia lineare, all’inizio l’autore divide nettamente la vita di Mafalda, la ragazzina estroversa e ingenua che vive con la famiglia a Borgo di Serio; da quella di Anselmo Bonacini, un ragazzo di Reggio Emilia, entrato a far parte di Frontiera Rossa, un gruppo di persone dalla doppia identità pronti a tutti, pur di portare avanti la loro idea di rivoluzione e libertà.
Anselmo li raggiunge a Bergamo, sotto altro nome e da quel momento sarà per tutti Carlo Salsi.

“Erano diversi all’interno del Sindacato a pensarla come lui, appoggiavano Frontiera Rossa restando nella legalità, e per raggiungere lo scopo avevano predisposto una fitta rete di contatti…
Cercavano un rivoluzionario da inserire a Bergamo all’interno di un gruppo appena costituito; così, chiamato Anselmo, gli avevano proposto la cosa…”

Due storie in apparenza slegate fra loro, ma pian pianino, il romanzo prende una piega inaspettata e le strade dei due protagonisti si incroceranno.
Naturalmente la politica di quegli anni, è il tema centrale,l’autore sottolinea le diverse mentalità fra chi credeva fermamente nello Stato e chi in ideali completamente diversi, fino a giustificare l’uccisione di persone innocenti pur di portare avanti la rivolta…mostra pregi e difetti di entrambe le fazioni, non emette giudizi, descrive le ragioni di ognuno di loro lasciando giudicare al lettore, portandolo a lunghe riflessioni e centrando così l’obbiettivo che si era prefissato: ricordare o far conoscere i famosi “anni di piombo”, lasciando percepire il clima teso fra le diverse classi sociali e sperando di insinuare nel lettore la voglia di saperne di più e magari di aiutarlo a divulgare tale messaggio.

“…una comunità non può esistere e avere coscienza di se stessa se ciascuno dei suoi componenti non conserva memoria degli avvenimenti che hanno inciso non solo sulla vita dei singoli, ma soprattutto su quella dell’intero gruppo.”

 

Mafalda Testa, 11 anni, trascorre in paese la spensierata estate del 1970, che separa la conclusione delle elementari dall’inizio della scuola media; Carlo invece, nome di battaglia di Anselmo Bonacini, 22 anni, studente universitario fuoriuscito dal Pci di Reggio Emilia, vive in clandestinità come combattente dell’organizzazione rivoluzionaria Frontiera Rossa, che ha costituito un proprio nucleo a Bergamo. I due personaggi intrecceranno le loro esistenze in un crescendo di giornate sempre più drammatiche fino a giungere al violento finale, dove il rosso del sangue si confonderà, componendo un’immagine dalla forte valenza simbolica, con il rosso del tramonto dell’ultimo giorno d’estate. Prefazione di Graziano Delrio.

  • Copertina flessibile : 350 pagine
  • ISBN-10 : 8833481050
  • ISBN-13 : 978-8833481050
  • Editore : Silele (1 luglio 2020) LINK D’ACQUISTO

 

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