Sagome di carta – Le streghe di Triora di Eufemia Griffo

Recensione a cura di Cinzia Cogni

“Le streghe non sono morte. A Triora sopravvivono nei gesti e nelle abitudini quotidiane, tra i muri, nelle foreste e presso le sorgenti nella magica Valle Argentina.”

Prima di conoscere Eufemia Griffo come scrittrice, ho avuto il piacere di incontrarla in alcune occasioni, di parlarle e di ascoltare la presentazione del suo libro ” Sagome di carta – Le streghe di Triora” ,rimanendo colpita dal suo entusiasmo, dalla sua cultura e dalla passione che gli illumina il viso nel raccontare gli eventi di cui narra nel romanzo.
Quindi ho iniziato la lettura di questo libro consapevole che la storia di Triora fosse tragicamente reale e che una parte dei personaggi raccontati da Eufemia sia davvero esistita, ma non pensavo che avrebbe suscitato emozioni così forti, e questo grazie all’autrice che è riuscita a ridare un’anima alle “streghe” dimenticate.

“Triora, in Liguria, è uno dei borghi più belli D’Italia. C’è stato un tempo, però, in cui questo ameno paese della provincia di Imperia non era un posto così sereno e accogliente…”

Voglio essere completamente sincera però,  la prima parte che si svolge a Triora in tempi moderni e dove i due protagonisti principali si conoscono ed iniziano a frequentarsi, ho faticato a leggerla, ma è un mio limite probabilmente,  le storie troppo moderne non mi entusiasmano. ..mentre ho trovato straordinaria e avvincente la seconda parte, la storia di Angelina Clavenna. Un personaggio inventato, ma che aiuta l’autrice ad introdurci nella parte storica, quando nel 1587 l’entroterra ligure diventa scenario di una terribile caccia alle streghe.
La giornalista Cordelia Malandri accetta l’incarico di scrivere un’articolo per la rivista per cui lavora, sulle streghe di Triora; un pezzo di storia del nostro paese che si conosce poco, ma tenuto in vita soprattutto dai ricordi e dai racconti tramandati nei secoli dai discendenti delle famiglie coinvolte.
Cordelia ,che vive a Roma, parte immediatamente per Triora e attraverso i suoi occhi e le sue parole pare davvero di essere lì a passeggiare in quei carruggi ricchi di negozi che vendono articoli locali legati al passato e alle tradizioni del posto, creando una sensazione mistica e misteriosa.

” Si racconta che dai terreni quasi verticali della Cabotina, gli stessi dove un tempo crescevano le piante  di noce oggi purtroppo scomparse, le streghe prendessero il volo…”

Cordelia si ritrova catapultata in una realtà completamente diversa dalla sua, abituata a vivere nella caotica Roma, Triora può diventare un paradiso per chi è alla ricerca di silenzio per ritrovare se stessi. Ed è proprio quello che capiterà a lei, una volta conosciuto Massimiliano, un uomo colto e gentile, che ha rinunciato ad insegnare ,
per aprire un negozio di candele e spezie,
per preservare le antiche tradizioni.
Ma il fulcro del romanzo è l’incontro con l’ anziana Bianca Maria, unica discendente delle streghe di Triora a conoscere la vera storia di quelle donne che,accusate di stregoneria, furono torturate e condannate a morte.

“…da anni sento la presenza di Angelina Clavenna,  di Brigida e di tutte le altre donne che vissero qui a Triora in quel maledetto periodo e che furono bruciate come se fossero sagome di carta.”

Tutto ebbe inizio da una pesante carestia che investì quella zona, e come accade spesso in questi casi, si cerca un capro espiatorio; se poi superstizione ed ignoranza hanno la meglio, diventa facile dare la colpa al “maligno” arrivando ad accusare sempre più donne di essere “baugie”, ossia streghe possedute dal male, quando la loro unica colpa in realtà, era essere speziali e levatrici.
La protagonista del romanzo, Angelina Clavenna, è solo una ragazzina quando sua mamma, a cui deve tutte le sue conoscenze sulle erbe, viene portata in carcere ed interrogata da Girolamo dal Pozzo, sacerdote e inquisitore realmente esistito, che diede il via a questa assurda caccia alle streghe.
Nel frattempo tra Angelina e Tommaso Carrega, figlio del podestà del paese, è appena sbocciato l’amore e lei non si rende conto dei pericoli che le gravitano attorno, di quanto la sua relazione sia pericolosa e che ci sono persone a lei vicine, pronte ad additarla come strega.

” Già immaginava il momento della sua cattura e la punizione esemplare che le avrebbe inflitto. La vedeva mentre urlava sul cavalletto, implorando inutilmente pietà. ..le fiamme l’avrebbero consumata fino a ridurla in cenere,  come una sagoma di carta.”

Se fino a quel momento Eufemia Griffo ci incanta con il suo modo di scrivere poetico, altrettanto farà nel descrivere una realtà così drammatica e cruda, dove dolore e sangue scorrono a fiumi e si trattengono a stento le lacrime…
E poi arriva il gran finale, ma naturalmente non svelerò niente! È giusto che il lettore, pronto a tuffarsi in questa avventura, scopra pian pianino gli eventi successivi e viva emozioni e stupore fino all’ultima pagina.

“Angelina costruiva interi mondi con la sua fantasia e in essi si rifugiava…ora che era sola in quell’inferno…li richiamava alla mente, così come si fa per le cose belle, quelle che danno la felicità  e che sono irrimediabilmente perdute.”

  • Editore : Le Mezzelane Casa Editrice (25 gennaio 2019)
  • Lingua : Italiano
  • Copertina rigida : 224 pagine
  • Trama Roma, 1996. La giornalista e fotografa Cordelia Malandri viene inviata a Triora, un borgo nell’entroterra ligure, per scrivere un servizio sulla feroce caccia alla streghe avvenuta nel 1587. Lì conoscerà Massimiliano, un ex insegnante di storia, e Bianca Maria, l’ultima discendente delle streghe di Triora, che le farà rivivere gli eventi di quell’anno drammatico raccontandole della carestia che mise in ginocchio il paese, della la quale vennero accusate le donne “sapienti”, additate come “bagiue”, ovvero streghe. Tra le vittime la giovane Angelina Clavenna. La sua storia, il suo amore impossibile per Tommaso Carrega, la prigionia e le torture subite, fanno di lei la vera protagonista del romanzo che, pagina dopo pagina, rivela il legame tra Angelina e Cordelia, i fili dell’odio e dell’amore, del passato e del presente che si intersecano fino all’unico epilogo possibile.
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