Sotto la luna che ride – Michele Fierro

Trama

In una Monza dei giorni nostri, la sparizione di una preziosa reliquia diventerà un mistero che, lentamente, finirà per infittirsi piuttosto che risolversi. Il Commissario di Polizia Germana Sironi si ritroverà tormentata da un’indagine nella quale l’unica logica possibile sarà quella di non utilizzare la logica. Costretta a chiedere aiuto in ogni direzione, otterrà come risultato di complicarsi non poco la vita. Intanto una serie di oscuri segnali sembreranno presagire che qualcos’altro turberà i sonni tranquilli della città Reale. Monza e la sua storia sono davvero in pericolo? Persino questa domanda, apparentemente semplice, non riuscirà ad avere una risposta che lo sia altrettanto.

 

 

Copertina flessibile: 492 pagine
Editore: Edizioni Convalle; Prima Edizione edizione (15 novembre 2018)
Collana: Saturno
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8885434258
ISBN-13: 978-8885434257

“Ciò che non vide, e che avrebbe dovuto vedere, gli procurò il primo brivido. Subito dopo ciò che vide, e non avrebbe voluto vedere, gliene procurò un secondo.”

Luigi Pezzali, sagrestano del Duomo, in un apparente, ma non troppo, tranquillo mattino di maggio, scopre che la Corona ferrea è stata rubata.

La Corona ferrea, una reliquia, un prezioso cimelio, è conservata nel Duomo di Monza nella Cappella Teodolinda.

Leggenda vuole che la lamina all’interno della corona sia stata forgiata con il ferro di un chiodo con cui Gesù fu crocifisso.

“La storia ci parla non smette mai di farlo. Siamo noi che dobbiamo imparare ad ascoltarla di più”

Un romanzo che già dalle prime pagine cattura l’attenzione del lettore per la freschezza delle battute e per la storia davvero inconsueta.

Fierro con cautela, con il savoire faire tipico di un giallista d’altri tempi, ci conduce a scoprire Monza con alcune tipiche locuzioni dialettali che rendono, per me che sono monzese, ancora più vera questa storia.

Sul palcoscenico delle vie del centro si avvicendano i personaggi cardine di questa storia misteriosa, che non è esclusivamente la storia di una mera ricerca del ladro che in una notte di fine primavera trafuga un’antica reliquia.

“il punto è che la verità e la giustizia non stanno mai tutte in un solo luogo, in un solo ragionamento, in una sola testa”

E’ la storia di Monza, del suo passato, dei nemici d’altri tempi. Non manca l’autore di porre l’attenzione su quella che fu la Monza (Modoetia) medioevale, ci regala lo scorcio di quello che un tempo fu il Pratum Magnum e oggi è la piazza principale, l’ex punto d’incontro di mercanti  e luogo dedicato alle feste popolari. Attraverso le sue pagine ci fa sentire monzesi nel cuore ricordandoci quanto questa cittadina è stata simbolo di patriottismo e risorgimento, una città che fu un simbolo per l’Italia intera, basti pensare alla nostra Villa Reale.

Ma torniamo al nostro mistero, un giallo nel mistero e una caccia al tesoro con elementi che sembrano giungere proprio dal passato. Troppi amici di amici, un esperto storico che sembra nascondere un segreto…

E la fregatura, perfida e subdola come una vipera sotto le foglie c’era eccome”

La protagonista è Germana Sironi, commissario di polizia, viene raccontata così delicatamente, entrando nella sua vita divisa tra il lavoro in Polizia e la famiglia, il suo anziano padre e la badante e attraverso le loro battute questo romanzo diventa anche una commedia. La sua è una vita complicata anche e soprattutto per la parte sentimentale.

“Ci sono donne e uomini che hanno implorato e hanno cercato, mentre il tempo passava, di trovare il riparo migliore su questa terra dove poter resistere alla tempesta”

I personaggi sono tutti ben caratterizzati, non sono molti, in numero giusto e questo è apprezzabile per il lettore che non perde mai il filo del discorso.

L’equilibrio è perfetto, humor, tensione, mistero e un giallo nel giallo molto ben congeniato.

Michele Fierro ha uno stile narrativo molto fluido, ha sicuramente operato una ricerca storica poderosa e nonostante questo non sia un romanzo storico si evince quanto lavoro ci sia alle spalle.

Come direbbe lui, chiuso il libro la festa è finita, è stata esilarante, spassosa ed emozionante per via della tensione viva in parecchi momenti, ma anche una festa dei sentimenti. Ci si può sempre ritrovare!

“Una luce vispa e piena di energia, lo sguardo di chi si stava ritrovando dopo essersi smarrito o, almeno era quello che sperava di poter finalmente credere”

Recensione a cura di Sara Valentino

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