Tiwanaku. La leggenda di Cristina M. D. Belloni

Perse nella notte dei tempi, molto prima dell’era del “quinto sole”, riecheggiano le vicende fantastiche e terribili del popolo Huari, vissuto sull’altipiano del lago “Chu Kahua”, ai confini del cielo, molte ere or sono. Pastori e pescatori, vivevano in armonia tra loro e con la Natura circostante. Piccoli agglomerati di capanne erano sparsi a punteggiare il vasto altipiano. Minuscoli e placidi nuclei isolati che ogni tanto si radunavano per le grandi celebrazioni a far festa tutti insieme e cantare le loro nenie tribali intorno al fuoco, a narrare le storie dei giganti e delle paurose meraviglie della foresta sottostante. I bambini mimavano rumorosamente le imprese degli antenati che combatterono contro i rivali abitanti di Tiwanaku o contro i draghi piumati che si diceva abitassero ancora sulle isole proibite del Sole e della Luna. La tranquilla esistenza di tutti loro, però, un giorno venne sconvolta e cambiata inesorabilmente da sconcertanti eventi più grandi e tremendi di quanto potessero immaginare.

Link d’acquisto

  • Copertina flessibile: 124 pagine
  • Editore: Gruppo Albatros Il Filo (19 dicembre 2018)
  • Collana: Nuove voci. Imago

Recensione a cura di Jessica Pennini

Le leggende esercitano da sempre un grande fascino nell’immaginario collettivo. Si intrecciano alla vita di tutti i giorni diventando parte del reale e influenzando le credenze di ogni popolo. L’aura di mistero che le caratterizza rende viva l’immaginazione di ognuno di noi quando ci approcciamo a esse.

In questo libro la parte fantastica si lega a quella storica dando vita a un fantasy storico davvero coinvolgente.

Da una parte abbiamo quindi tre ragazzini, Juki, Axa e Liú che si trovano in barca sul lago Titicaca e naufragano nella cosiddetta isola del Sole che le leggende del posto credono infestata dai mostri; dall’altra invece troviamo il popolo Huari, su cui è incentrata tutta la storia, che si trova a dover fronteggiare la minaccia di un popolo vicino, gli Aymara, che gli è nemico.

La leggenda dell’isola diventa realtà quando un mostro piumato si manifesta davanti ai ragazzi rapendo Liú, mentre gli altri due, spaventatissimi, corrono al villaggio a chiedere aiuto per liberarlo.

La narrazione si svolge dunque su questi due filoni che si alternano tra loro con lo sciamano del villaggio che impiega le sue forze sia nel difendere il suo popolo sia nel salvare il bambino scomparso. Durante questa lettura incontriamo non solo numerosi eventi imprevisti ma anche mostri, maghi, stregoni, tutte “forze oscure che tentano di ostacolare”.

L’autrice ha una scrittura scorrevole e una grande abilità nel creare un equilibrio tra il fantastico, caratterizzato dalle leggende e dagli esseri mitologici, e il reale, avvicinando il lettore alla storia di Tiwanaku, uno dei grandi misteri dell’archeologia. La parola chiave di questo romanzo è la speranza, sia degli Huari di rimanere nelle loro terre con i propri usi e costumi, sia dei due ragazzini che sono disposti a qualsiasi cosa per salvare l’amico.

Trovo che questo messaggio di speranza che l’autrice ci ha voluto trasmettere sia di grande importanza. È un valore da non perdere mai, che ci permette di vivere la vita al massimo e di relazionarci con gli altri in maniera positiva. La speranza secondo me è uno dei motori della nostra esistenza, che non ci abbandona mai perché senza di essa ci mancherebbe la spinta per vivere serenamente futuro. 

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