TRE INSOLITI DELITTI – MATTEO STRUKUL

1199: è la vigilia della festa di san Nicola e Kaspar Trevi, cavaliere templare, viene convocato dal reggente del Regno di Sicilia, in visita a Bari per assistere ai festeggiamenti. All’alba un uomo è stato trovato ai merli della fortezza, con il ventre squarciato e le viscere esposte: si tratta di Giuseppe Filangieri, un tempo consigliere della defunta regina Costanza di Altavilla. Dell’omicidio è ritenuta responsabile Filomena Monforte, la bellissima dama della regina, su cui ricade la terribile accusa di stregoneria. La giovane è fuggita e il reggente ordina a Kaspar di ritrovarla e consegnarla alla giustizia. Il templare non è stato scelto a caso: egli fa infatti parte dell’Ordine di San Bernardo di Chiaravalle, una confraternita di cavalieri-esorcisti dediti a combattere il demonio, in qualsiasi forma si manifesti. Sulle tracce di Filomena, Kaspar si ritroverà ad attraversare la nostra penisola da sud a nord, in un viaggio rocambolesco e funestato dalla morte: in ogni città in cui Filomena si rifugia, qualcuno viene ucciso in modo brutale. Cosa si cela dietro questi omicidi? La ragazza è davvero una strega, o un pericolo molto più terreno del diavolo è in agguato nell’ombra?

  • Editore ‏ : ‎ Newton Compton Editori (15 novembre 2022)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 224 pagine

Recensione a cura di Claudia Pellegrini

“Ecco qui – disse – i tuoi tre delitti per Natale”.

Ritorna uno tra gli scrittori più acclamati degli ultimi anni con un’avvincente avventura dal sapore medievale, condita e insaporita con un pizzico di spirito natalizio che non guasta mai. Una storia da leggere tutta d’un fiato che ci trasporta in un’epoca lontana fatta di castelli, dame, cavalieri e sì, anche streghe. 

Uno studente della Philipps-Universität Marburg si imbatte in un vecchio romanzo scritto da uno scrivano dell’Ordine Templare, nel quale sono narrate le vicende accorse al cavaliere Kaspar Trevi nel dicembre del 1199. Kaspar appartiene all’Ordine dei Templari di Gerusalemme, ed è stato assegnato al gruppo ristretto di cavalieri esperti di demonologia fondati in segreto da Bernardo di Chiaravalle:

“Era, a tutti gli effetti, quello che si sarebbe potuto definire un cavaliere esorcista. Ma di una simile qualifica nessuna cronaca ufficiale avrebbe mai parlato, giacché le sue mansioni venivano da sempre ricomprese nel novero delle leggende e delle invenzioni più o meno fantastiche di ciarlatani e cantastorie. Meglio così poiché anche solo l’ipotesi dell’esistenza sua e di tutti quelli come lui avrebbe fatto passare all’Ordine tali e tanti grattacapi che si sarebbe fatta fatica a elencarli tutti. Il ruolo dei cavalieri esorcisti era da sempre considerato un male segreto e necessario”.

Ma inquadriamo meglio il periodo storico. Ci troviamo a Bari nel 1199 che all’epoca faceva parte del Regno di Sicilia, che comprendeva tutto il territorio del Mezzogiorno. Nato nel 1130 ad opera di Ruggero II d’Altavilla che aveva riunito la Contea di Sicilia con il Ducato di Puglia e Calabria, quando con la convocazione delle Curiae generales a Palermo venne proclamato il Regno di Sicilia, che si avvaleva di un parlamento, il primo in senso moderno di uno Stato sovrano. Per questo motivo gli storici concordano nel considerarlo come il prototipo del moderno Stato europeo. 

La nostra storia però si sviluppa successivamente al momento in cui la dinastia degli Altavilla, i fondatori di questo potente Stato, si è ormai estinta (almeno per quanto riguarda il ramo principale) e l’imperatore Enrico VI, figlio del Barbarossa, avendo sposato Costanza d’Altavilla ha conquistato il trono e sottomesso la Sicilia col sostegno delle flotte genovesi e pisane e con la forza delle armi (1194). Enrico però muore prematuramente nel 1197 (ufficialmente per il riacutizzarsi di un’infezione intestinale che però potrebbe aver avuto origine da un avvelenamento precedente da parte della moglie che, come era noto a tutti, non sopportava i tedeschi …ma questa è un’altra storia) e gli succede Federico II (sì, proprio lui, lo stupor mundi) che però è ancora un bambino, e la madre con il ruolo di reggente, che però morirà l’anno seguente. 

Nel 1199, anno in cui si svolgono le avventure di Kaspar Trevi, il Regno di Sicilia ha un reggente, tale Marcovaldo di Annweiler, ed è proprio lui a convocare il cavaliere templare in concorso con Gualtiero di Palearia, gran cancelliere del Regno di Sicilia e vescovo di Troia, anch’egli un personaggio discutibile. C’è stato infatti un omicidio alquanto inquietante: il consigliere della compianta regina Costanza è stato rinvenuto cadavere impiccato ai merli della torre del castello con il ventre squarciato. Il delitto è stato attribuito a una delle dame della già citata regina buonanima, Filomena Monforte, che a seguito del delitto è misteriosamente scomparsa, probabilmente fuggita per scampare alla giustizia. Questa donna, che ha la fama di saper utilizzare le erbe, è considerata una presunta strega. Cosa porta il reggente e il gran cancelliere ad avere questo sospetto? Lo spiega a chiare lettere il vescovo Gualtiero:

“In primo luogo il suo aspetto: è una donna dalla conturbante bellezza, di più, la sua è un’avvenenza che solo il demonio in persona può avere concesso, non a caso i suoi capelli hanno il colore delle fiamme dell’inferno, le sue labbra sono un inno alla perdizione e, quel che è peggio, all’angolo della bocca Filomena reca il marchio del diavolo”.

Insomma, secondo i suoi accusatori Filomena avrebbe concupito, sedotto e indotto al suicidio l’ex consigliere per motivi legati al desiderio di questa diabolica donna di vendicare la sua defunta signora tradita da un uomo di cui si fidava per questioni legate alla successione. Kaspar, che ha il compito di catturarla ovunque si sia nascosta, da uomo razionale e dotato di intelletto, dubita che la povera donna possa essere una strega, ma piuttosto è convinto che

“qualcuno volesse a tutti i costi sfruttare un’accusa di presunta stregoneria a proprio vantaggio”.

Nell’esaminare il cadavere Kaspar rinviene all’interno del cavo orale un pezzo di pergamena recante una scritta, “nondum formaverat”, frammento proveniente dalle Elegie di Albio Tibullo che si riferisce alla fondazione di Roma. Ecco dove è fitita Filomena, ecco dove ha probabilmente sperato di poter trovare rifugio da chi la sta perseguitando ingiustamente. Sì, perche Kaspar, nonostante non l’abbia mai vista né abbia ancora avuto modo di sentire la sua versione dei fatti, è pienamente convinto della sua completa estraneità ai fatti:

“Non gli importava di quel che si diceva di lei. Non credeva che ella potesse soggiogare gli uomini al punto di annichilirne la volontà. Gli sembrava invece chiaro che ciò che travalicava l’ordinario venisse immediatamente associato al demonio. Era sempre stato così. Specie se si trattava di una donna …”.

Eppure, una volta giunto a Roma, Kaspar deve fare i conti con un altro cadavere, il secondo uomo legato per il collo con il ventre squarciato. Chi è l’assassino dunque? Filomena, la donna conturbante, la strega, oppure qualcun altro che vuole incastrarla?

Tre Insoliti Delitti è una storia avvincente che racchiude in se diverse tematiche interessanti legate al mondo del Medioevo. Innanzi tutto i Cavalieri dell’Ordine del Tempio, più comunemente noti come Templari, figure quasi mitologiche, nati in Terrasanta dopo la prima crociata per difendere i luoghi santi e i pellegrini, ufficializzati nel 1129 quando assunsero una regola monastica con l’appoggio di Bernardo di Chiaravalle. Un ordine che nell’ambiente cristiano dell’epoca suscitava una certa perplessità per quel suo doppio ruolo di monaci e combattenti. E di perplessità in merito se ne avrà anche successivamente alla sua soppressione a causa del fiorire di tutta una serie di leggende nate tra il XVIII e il XIX secolo che parlavano di strani riti e di un legame con la massoneria (nata circa 400 anni dopo la sospensione dell’ordine!), frutto ovviamente della fantasia dei diversi movimenti culturali di quel periodo quali l’illuminismo, il romanticismo e la massoneria stessa, che dipinsero l’ordine dei templari in maniera totalmente errata senza aver condotto nessun tipo di studio storico in merito per attaccare la Chiesa Cattolica. Oggi sappiamo che certe voci a riguardo di riti e pratiche blasfeme furono solo il risultato di confessioni estorte con la tortura dall’inquisizione francese per permettere al re Filippo il Bello di impossessarsi delle ingenti ricchezze dell’Ordine del Tempio, così da sanare l’enorme debito che aveva contratto con l’Ordine stesso! Tralasciando la maledizione che i maggiori rappresentanti dell’Ordine lanciarono quando vennero bruciati vivi contro chi li aveva perseguitati, maledizione peraltro andata a buon fine, è indubbio che i Templari siano uno dei simboli del Medioevo, e Matteo Strukul ci ha ricordato della loro esistenza con il personaggio di Kaspar che è per giunta un esperto di demonologia, una sorta di antenato dei compianti coniugi Warren, che introduce anche la seconda tematica legata all’epoca “buia” di notevole importanza, ovvero la stregoneria.

Siamo abituati a vedere la stregoneria direttamente correlata al tribunale dell’Inquisizione che peraltro inizia a strutturarsi proprio negli anni in cui si svolgono i fatti qui narrati (Concilio presieduto a Verona nel 1184 da papa Lucio III e dall’imperatore Federico Barbarossa), ovviamente crescerà e acquisterà potere e prestigio con lo svilupparsi dei vari movimenti eretici del secolo successivo, tuttavia c’è, così come esistono le pratiche magiche e la stregoneria. La vera e propria caccia alle streghe vedrà il suo periodo d’oro tra il 1300 e il 1700, ma vanta le sue origini proprio nel periodo medievale quando chi porta avanti certe pratiche magiche, dunque pagane e di conseguenza contrarie alla ritualistica e alla dottrina cristiana, cioè la strega, è considerata un nemico che attenta all’intera cristianità poiché non solo realizza pozioni e sortilegi, ma fa anche un patto con Satana, l’Avversario per eccellenza. Uccidere una strega quindi non solo era necessario perché significava uccidere Satana stesso, ma era il dovere del buon cristiano. Dunque non lasciamoci ingannare dal fatto che il Malleus Maleficarum ancora non era in circolazione, le streghe c’erano, venivano perseguitate e, secondo le credenze dell’epoca, era possibile riconoscerle da alcune caratteristiche che rimarranno invariate nei secoli, proprio quelle che possiede la Filomena di questa storia: l’arte di utilizzare le erbe, l’avvenenza, i capelli rossi e il celebre “marchio del diavolo”, che altro non è che un innocuo neo.

Altra tematica che ho trovato di grande interesse è l’ambientazione della storia agli albori della dinastia Sveva in Italia, un periodo di grande spessore e complessità che raramente viene preso in considerazione dagli scrittori, troppe vicende, troppi intrecci, troppi personaggi storici, tutto troppo complicato… Dunque il lettore tende a conoscere poco questo straordinario periodo in cui si sono mossi personaggi di grandissimo spessore che sono entrati praticamente nel mito.

Matteo Strukul ci regala poi due camei molto suggestivi di due tra le città più note della penisola, Roma e Venezia. La prima descritta con estrema crudezza per ciò che era realmente all’epoca, non più un luogo di grande bellezza e magnificenza come lo era stata all’epoca dell’Impero Romano, ma un luogo di desolazione e abbandono, di squallore e di incuria, in cui si sta covando una guerra civile tra le varie famiglie nobili che si contendono il potere. Venezia invece, così come la vedono gli occhi di Kaspar, è un luogo suggestivo:

“Fu una visione quasi fantastica. Come se stesse vivendo in un sogno. La peata procedeva ed egli scorgeva i fondaci e gli squeri e qualche palazzo, più simile a un castello a dire il vero. E poi i tetti triangolari delle basiliche e delle chiese, dalle facciate severe e tutto, tutto, pareva sospeso a filo d’acqua”.

In conclusione Tre Insoliti Delitti ha tutte le carte in regola per essere un ottimo romanzo storico per il modo in cui la trama si intreccia con personaggi realmente esistiti, luoghi ricostruiti storicamente e atmosfere suggestive che ricalcano alla perfezione quello che è il nostro immaginario del cosiddetto “periodo buio”, che buio poi non è affatto stato, anzi. Ma questa storia ha anche le già citate carte in regola per diventare una serie, dato che non siamo affatto convinti che un personaggio così avvincente come il cavaliere Kaspar Trevi possa aver vissuto una sola avventura.

Vi lascio con una citazione del libro che mi è particolarmente rimasta impressa:

“Si ricordò perché amava studiare la letteratura. E perché non c’era nulla di più potente di una bella storia: la forza evocativa, l’incanto, il senso di meraviglia”.

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