Una manciata di cenere di Luca Vanoli

RECENSIONE DI GIULIA ANGIOI
La strega si voltò lentamente e lo squadrò con occhi inespressivi: “l’anatema ha già colpito e presto, di loro, non resterà che una manciata di cenere…”
Un piccolo feudo immerso in uno spettrale e inquietante silenzio. Un silenzio fatto di incredulità e di terrore, rotto soltanto dal mesto rintocco delle campane, che suonano a morto.
Un’antica maledizione, che da tempo pende sulla famiglia più potente di Monterotondo,  improvvisamente diventa realtà; una realtà che ha il colore del sangue, quello dei Tebaldi, e un suono, o meglio un ronzio. Come quello di uno sciame di api.
“All’improvviso si alzò un vento fortissimo che diradò le nubi e la luna tornò a splendere della sua luce argentata. Fu allora che la suora vide uno sciame di api librarsi nell’aria, alto davanti a lei.”
Sono pochi gli indizi che il giovane e ambizioso avvocato Tullio (come Cicerone) Corbet ha a disposizione per riportare la pace e la tranquillità nella piccola comunità di Monterotondo, profondamente sconvolta da una serie di efferati e misteriosi delitti, le cui vittime sono gli uomini di Casa Tebaldi.
Ad affiancare Corbet, c’è Padre Seàn, un burbero e sarcastico gesuita irlandese. Tra i due sembra non scorrere buon sangue…
Sin dalle primissime righe mi sono sentita immersa nel XVII secolo, nell’atmosfera cupa e minacciosa di questa intrigante, appassionante e coinvolgente storia, carica di tensione dall’inizio alla fine.
Ho percepito la paura degli abitanti e la loro incredulità come se fossi lì, tra loro.
Ho avvertito la tensione tra i membri della famiglia Tebaldi e quel senso di minaccia che si prova nel pensare che l’assassino potrebbe essere sotto il nostro stesso tetto, seduto alla nostra stessa tavola.
Rapita da una scrittura fluida ed elegante, ho seguito Corbet, passo dopo passo, nelle sue scrupolose indagini; ho ascoltato i suoi divertenti battibecchi con Padre Seàn; l’ho visto brancolare nel buio, perché non tutto a volte è come sembra e la soluzione immediata non sempre è quella giusta, ma ho visto anche tutta la sua determinazione nel far trionfare la verità, facendo tesoro degli insegnamenti di suo nonno.
“Non lasciarti scoraggiare dall’uso che si fa della Legge perché il trionfo della verità sarà la tua vittoria.”
Ho visto Padre Seàn, Madre Chiara, Suor Angela, Elena Tebaldi, e lo stesso Corbet, mettersi a nudo. Ho ascoltato le loro storie, diverse tra loro, ma accomunate da uno stesso messaggio: anche quando la vita ci mette a dura prova e ci fa cadere in ginocchio, facendoci conoscere tutta la brutalità di cui l’uomo è capace, privandoci dei nostri sogni e di ciò che più amiamo, possiamo rialzarci. Non c’è solo la vita che ci viene data nel momento in cui veniamo al mondo. Nasciamo più volte nel corso della nostra esistenza. Nasciamo ogni volta che con forza e coraggio risorgiamo dalle nostre stesse ceneri.
Ho visto, infine, il trionfo della verità.
Una verità che non mi aspettavo perché si pensa sempre che gli assassini siano mossi da sentimenti negativi, come l’odio o la sete di vendetta. Ma non è questo il caso…
“Era necessario che il mio corpo divenisse spada per difenderci nell’assalto finale.”
Risulta difficile pensare ad un sentimento di compassione nei confronti di un criminale, ma è quello che ho provato. Tuttavia, lo stesso colpevole sa in cuor suo che nessun delitto è giustificabile e che si paga sempre per le proprie colpe, come è giusto che sia.
“Ma adesso devo anche io cadere, come quelle stelle che si oppongono alla perfezione celeste e si schiantano sulla terra nelle notti d’agosto.”
Trama
Stato Pontificio, Anno Domini 1655. Sul piccolo feudo di Monterotondo, a breve distanza da Roma, regnano felicemente da undici anni i marchesi Tebaldi. Offuscato da tanta prosperità, giace, dimenticato nel ricordo dei più, un oscuro anatema, scagliato al tempo della loro ascesa. Ma, quando la morte inizia a serpeggiare sinistra tra i membri della famiglia, un cupo terrore si diffonde in tutto Monterotondo: il popolo, inquieto, teme di essere travolto dalla sventura dei signori…A Roma, intanto, il conclave ha eletto un nuovo papa: Alessandro VII. Non potendo permettere che l’inizio del regno sia segnato da delitti irrisolti, la Curia decide così di inviare a indagare in incognito Tullio Corbet, un avvocato francese con doti investigative fuori dal comune, pronto a sacrificare tutto alla causa della giustizia, affiancato da Padre Seàn, un rigido gesuita di origini irlandesi.Giunti a Monterotondo, i due uomini non tarderanno a essere travolti dagli eventi criminosi: i membri della famiglia Tebaldi, seppur chiusi in una fortezza di reticenza, mostreranno di avere più di uno scheletro nell’armadio. E in un turbinio di delitti sanguinosi, amori proibiti e segreti inconfessabili, i due investigatori proveranno a scoprire quali trame oscure si celano dietro la scia di morte che la maledizione sembra lasciare, inesorabile, dietro di sé…
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