Una stanza fatta di foglie – Kate Grenville

Recensione di Sara Valentino

“Era come tentare di predire il futuro, di vedere quello che sarebbe accaduto da lì a dieci anni se si fosse presa una certa direzione, o se non sarebbe stato meglio scegliere un’altra via. Mentre scrivo, quello che accade nelle vite degli esseri umani non mi pare tanto diverso dall’esistenza delle pecore belle e vigorose”

Ho scelto di leggere questo libro perchè parla di una donna, Elizabeth Macarthur, una moglie qualsiasi, questo voleva il mondo che fosse ricordato di lei, la moglie di John Macarthur padre dell’industria laniera australiana. Amo leggere delle donne nella Storia, sono fiera di scoprire chi furono davvero e Elizabeth merita di raccontarsi.

L’autrice, Kate Grenville, attraverso un ottimo escamotage letterario parte dal possibile ritrovamento di un cofanetto che contiene le memorie di Elizabeth, quelle memorie che suo figlio James le avrebbe chiesto di scrivere. Si parla della vita di questa donna, di come il destino le sia stato tanto avverso, e di quanto ci pare di poter scegliere cosa sarà del nostro futuro.

La frase con cui ho deciso di aprire questa recensione è una chiave di lettura che sento effettivamente molto calzante per la vita di tutti gli uomini e le donne di tutti i tempi. Quanto effettivamente possiamo scegliere della nostra vita? Quante volte guardiamo le nostre decisioni e ci chiediamo cosa sarebbe accaduto se avessimo svoltato a destra piuttosto che a sinistra?

Elizabeth Farm

Il romanzo ha una prima parte che ho apprezzato moltissimo, l’infanzia di Elizabeth, orfana, affidata al nonno che le insegna la vita di campagna e come accudire e incrociare le pecore per ottenere lana migliore. I paesaggi sono ben descritti e lo saranno ancora di più, vividi, nel Nuovo Galles del Sud, un pavimento di foglie e rocce. La piccola Elizabeth va incontro al suo destino e da orfana deve perdere anche la vicinanza del nonno, una giovane deve avere un’istruzione, una sorta di iniziazione all’età adulta e così giunge a casa dei Kingdon dove poi conoscerà il suo futuro marito.

Possiamo solo immaginare le sue emozioni, il suo rinchiudersi in se stessa, in cerca di aria, “…mi ero ripiegata e messa via con cura, in un posto che nessuno conosceva”

Sarà lo scontro con una realtà dura, non dissimile alla nostra era moderna, Elizabeth è curiosa e la curiosità la spinge verso gli eventi che sarebbero accaduti, la curiosità e le lusinghe. “Oh, le sue lusinghe. E la mia vanità nel crederci”

L’autrice, sempre nella prima metà del libro, tratteggia, attraverso il resoconto di Elizabeth, le lettere che sono i documenti effettivi su cui si è basata per ricostruirne la vita, la psicologia di un uomo … potremmo dire un uomo qualsiasi ma nei panni di John Macarthur. Quante volte si scambia per interesse ciò che era solo una gara, un gioco?

“La seduzione di Elizabeth Veale era un traguardo che nessuno sperava di tagliare. Oggi conosco bene la soddisfazione che provava nel tentare l’impossibile. Amava la caccia, non la preda.”

Lui, un uomo dominato dall’altezzosità, andava a caccia di offese perchè era il solo modo, sfidare gli altri, per avere fiducia in se stesso. Lei, coraggiosa, ostinata, agli occhi del mondo aveva pochissimo, ma convinta del suo reale valore aveva tutto. In queste battute si cela la verità sul loro rapporto e su chi fosse debole e chi più solido.

‎Un francobollo australiano che commemora il centenario della morte di Macarthur nel 1934‎

Sullo sfondo gli storici scontri tra indigeni e coloni, in particolare quella battaglia passata alla storia con il nome di Battaglia di Paramatta nel marzo del 1797. Un tema importante, decisivo, che emerge dalle pagine del romanzo.

“Questo e altri fatti rafforzano nei coloni la convinzione che la cacciata dei nativi rientri nell’ordine naturale delle cose, dove il forte e l’intelligente si sostituiscono al debole e allo sciocco. Per quanto sia triste si rassicurano a vicenda sul fatto che sia inevitabile come l’avvicendarsi del giorno e della notte”

La seconda parte ammetto di aver un po’ faticato, l’ho trovata meno avvincente ma rimane indiscusso che ne esce il quadro di una donna straordinaria, onesta, coraggiosa e fatta di passioni, una donna che si è sentita ladra per aver rubato pezzetti di mondo agli indigeni, rammaricata per i tanti e troppi torti che essi hanno subito ma consapevole di non essere in grado di salire sulla nave e andare via perchè quella ormai è casa anche sua.

Trama. Durante la ristrutturazione di una residenza storica di Sydney, viene rinvenuta una scatola di latta sigillata e incastrata dietro una trave del sottotetto. La scatola, gremita di vecchi fogli quasi illeggibili, contiene le memorie di Elizabeth Macarthur, moglie di John Macarthur, passato alla storia come primo colono e padre dell’industria laniera australiana. Il ritrovamento è eccezionale, perché svela ciò che nessun documento della storiografia ufficiale osa raccontare: la vita di una donna straordinaria, capace di amministrare un’azienda agricola enorme, allevando pecore da lana pregiata e gestendo, con grande temperamento, una manodopera composta da galeotti abbrutiti. Gelosamente conservate, sottratte alla furia di un mondo in cui il ruolo della donna si perdeva in un desolante nulla, le memorie diventano la finestra attraverso cui è possibile affacciarsi su un’esistenza non comune. Elizabeth nasce nel 1766, figlia di un agricoltore del piccolo villaggio di Bridgerule, nel Devon. Ancora bambina, viene accolta nella casa del pastore, dove cresce in modo analogo a quello della quasi contemporanea Jane Austen. È qui che incontra e sposa il sottufficiale John Macarthur, un uomo irrequieto, sgradevole, roso dall’ambizione. Un anno dopo i due sposi, con il figlio in fasce, salpano verso la colonia penale del Nuovo Galles del Sud, appena istituita: poco più di due granelli d’Inghilterra in mezzo a incalcolabili miglia che non lo sono affatto. Un destino, per la giovane donna, approntato dalle regole sociali del tempo che non tengono in alcun conto la sua volontà. Tuttavia, nei vasti paesaggi di quel continente sconosciuto, nel regno delle foglie, delle rocce e del vento, Elizabeth scoprirà un coraggio che non avrebbe mai immaginato di possedere, cedendo a quel mistero insondabile che è il desiderio.

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