Valle inferna. Storia di Isabella Morra di Monica Maratta

Nella prima metà del Cinquecento, nell’Italia divisa tra Francia e Spagna, la nobile poetessa meridionale Isabella Morra combatte per l’ideale di libertà e per la fama che sente di meritare. Il desiderio di sentirsi realizzata la spingerà tra le braccia di un uomo che condivide la sua passione per la poesia e che ha il nome di Diego Sandoval de Castro, un nobile spagnolo sposato ad Antonia Caracciolo. La famiglia di Isabella però è filofrancese… Isabella non riusciva a scrivere. Sul foglio la mano tracciava parole eleganti ma prive di passione, e ciò la turbava, regalandole un’inquietudine indecifrabile. Il silenzio familiare che avvolgeva la sua stanza era in genere un amico prezioso che l’aiutava a comporre i versi ma ora, invece, era solo fonte di noia.

 

Copertina flessibile: 120 pagine
Editore: Independently published (15 gennaio 2020)
Lingua: Italiano
ISBN-10: 1655943219
ISBN-13: 978-1655943218

Valle Inferna. Storia si Isabella Morra link d’acquisto

Recensione a cura di Sara Valentino 

Isabella Morra nata intorno al 1524 a Favale fu una poetessa italiana, non la conoscevo né come personaggio storico e nemmeno quale artista. A Benedetto Croce si deve il merito di aver tramandato e aiutato a comprendere il significato della poesia di Isabella.

La sua storia, che grazie a questo romanzo ho avuto modo di conoscere e approfondire, è una storia triste, una storia di schiavitù della donna tanto in voga a quei tempi.

Isabella viveva con la famiglia, la madre e i fratelli segregata nel castello e per questo trovò rifugio nella poesia.

La giovane farà la conoscenza di un altro poeta, con cui intratterà inizialmente una sorta di corrispondenza segreta, Diego Sandoval de Castro. Tra i due nascerà un profondo sentimento di amicizia e amore, ma de Castro è un uomo sposato e soprattutto spagnolo. E per i fratelli Morra è uno smacco imperdonabile.

“Nonostante avesse terminato di leggere la poesia, Giulia non riusciva a staccare gli occhi dalla pergamena, tutta quella passione l’aveva rapita, estraniandola dal luogo in cui si trovava. Chiuse gli occhi, incurante degli sguardi degli ospiti, e immaginò Isabella avvolta dalla solitudine, la testa china sul foglio e la mano che si muoveva con frenesia, con l’urgenza di gridare al mondo il dolor e l’amarezza che sentiva.”  Questo scrive Giulia, amica di Isabella, della casata dei Sanseverino. I Morra politicamente erano filofrancesi e dunque in odio reciproco verso i Sanseverino fautori degli spagnoli. Il destino di Giulia, oltre che quello dell’amicizia tra le due giovani, è destinato a un finale tragico.

E’ un romanzo che coinvolge emotivamente, soprattutto trovo che sia molto femminile. Non è permesso a queste donne scegliere l’amore, il sentimento, la passione; sono costrette a vivere nell’angustia e senza libertà, sono obbligate a chinare il capo. Isabella grida e invoca questo nelle sue poesie: il desiderio di libertà, di fuggire.

“Non capite? Siamo due anime affini, l’altra metà della luna che vive nel cielo sbagliato”

Un personaggio che sento di aver amato molto è Don Torquato, fedele servitore dalla parte di Isabella, un animo buono, un animo umile e onesto che cerca di ricondurla sulla “retta via” prima che sia troppo tardi.

Il messaggio che la vita di Isabella Morra ci insegna è di non demordere mai nonostante le difficoltà, cercare una via di fuga e inseguire i sentimenti, l’amore che è la forza più grande anche se tutto ciò in un mondo di uomini può voler significare essere condannata all’oblio.

Il romanzo è breve e ci racconta la sua storia romanzata, è costellato delle opere di questa giovane poetessa. La storia che ci è pervenuta non è molta, ma l’autrice è accurata nel narrarne le vicende che sono giunte fino a noi.

 

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