Agnese, una Visconti di Adriana Assini

Sul finire del Trecento, a Milano governa Bernabò Visconti. Uomo dalla personalità magnetica, sa unire a una perenne sete di espansione l’amore per i suoi tanti figli, fra i quali Agnese è la prediletta. Per lei, che gli assomiglia nel volto e ancora di più nell’animo, predispone un avvenire radioso, sposandola al giovane Gonzaga, futuro Signore di Mantova. Ma nell’incantevole città dei laghi i sogni hanno vita breve. Creatura indomita e fierissima, Agnese si rivela presto una spina nel fianco del consorte, rifiutandosi di vivere secondo regole e principi che le vanno stretti. Colpita da un susseguirsi di fatti tragici, fra battaglie perse e una passione travolgente, sfiderà a viso aperto le convenzioni dell’epoca e i nemici in carne e ossa, senza paura di mettere a repentaglio la sua stessa sorte. Una storia di emozioni forti, che testimonia quanto fosse pericoloso, in quello scorcio di secolo, essere una donna sola e battersi per le proprie idee

  • Lunghezza stampa 319 pagine
  • Lingua Italiano
  • Editore Scrittura & Scritture
  • Data di pubblicazione 29 marzo 2018

Recensione a cura di Mariagrazia Dicarlo

Negli ultimi anni, mi sono appassionata ai libri dedicati alle grandi donne del passato, molte delle quali non le conoscevo.

Donne diverse tra loro, vissute in epoche, famiglie e situazioni diverse, ma tutte con una cosa in comune: un carattere forte e combattivo.

Molte di queste donne le ho scoperte e conosciute grazie alla penna di Adriana Assini, di cui ne ho sempre elogiato la bravura, ma ad essere sincera questa volta si è superata! 

Questo libro era nella mia biblioteca già da un bel po’, ma ne ho sempre rinviato la lettura, perché non mi sentivo ancora pronta a lasciarlo andare, anche se ero consapevole che prima o poi avrei dovuto leggerlo, e che, alla fine, me ne sarei sentita orfana.

Agnese Visconti, figlia di Bernabò Visconti e Beatrice Regina della Scala detta la Scaligera, amante della lettura, orgogliosa, carattere forte e la propensione al comando, ma con un piccolo “difetto” (se così si può chiamare): essere nata femmina.

<<Vero è, moglie mia, che non tutte le ghiande diventano querce>>. A mezza bocca ammise che avrebbe preferito passare le redini della Signoria. Con la biscia dei Visconti avrebbe dominato l’universo. Peccato che fosse nata femmina. Inveì contro la natura, che nei confronti di sua figlia era stata un’autentica matrigna: <<A che pro infondere il coraggio d’un guerriero in un corpo di vetro?>>”

Ma la sorte non è stata benevola con Agnese, nemmeno quando è stata data in sposa, piena di grandi speranze per il futuro, a Francesco Gonzaga. Un uomo, all’inizio, inetto, incapace di prendere una qualsiasi decisione, preferendo non agire, ma che poi si è rivelato anche peggio, subdolo e vendicativo, che pare far suo il motto “andare dove tira il vento “, che preferisce allearsi con chi ha ucciso il suocero, invece che vendicarlo, solo per interesse personale, per avere da avere maggior supporto alle sue mire di Capitano di Mantova e alle sue idee di espansione. Ma anche violento verso la moglie, verso la quale era ostile non solo perché ribelle, ma perché incapace di dargli un erede maschio.

“Ramo secco, ventre marcio: ecco cos’era Agnese per quella miseranda corte.”

“Tradire le aspettative, scemati gli entusiasmi, i festeggiamenti previsti ebbero lo stesso luogo ma in forma meno trionfante, tra facce dall’espressione inquieta e frecciate contro la Visconti, che aveva impiegato sei anni per concepire una creatura, mettendo al mondo quella sbagliata.”

Ma nonostante tutto, Agnese ha mantenuto il suo coraggio, la sua forza, il suo orgoglio fino alla fine.

Come previsto ad inizio lettura, sono arrivata a fine romanzo, si, con la voglia e la curiosità, e con una mia idea, o per meglio dire una mia speranza, di sapere come andava a finire, ma con la certezza di sentire la mancanza di questo personaggio, di cui mi sento orfana.

Facendo i miei complimenti all’autrice, non posso che straconsigliare questo libro!

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