Ammalarsi e curarsi nel medioevo. Una storia sociale – Tommaso Duranti

Per comprendere il rapporto delle società medievali con la malattia e, soprattutto, con il malato, è necessario uno sguardo ampio e diacronico, che coinvolga non solo la storia della medicina, ma anche i concetti e gli orientamenti della riflessione religiosa e della dottrina medica, le diverse agenzie terapeutiche, le strategie adottate dalle comunità. Uscendo da una lettura teleologica della storia della medicina, ancora molto frequente, il volume si apre a una storia culturale e sociale, che rivela la complessità delle risposte di una civiltà diversa da quella contemporanea non solo in termini di conoscenze tecniche e scientifiche. Si scopre, così, che anche nel medioevo ci si prendeva cura dei malati.

  • Editore ‏ : ‎ Carocci (12 maggio 2023)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 236 pagine

Una delle novità apportate a partire dalla seconda metà del IV secolo fu la progressiva apparizione di strutture dedicate all’assistenza dei malati.

La storia degli ospedali è un tema complesso che mette in campo diverse questioni. L’evoluzione delle strutture ospedaliere è stata valutata attraverso il filtro della medicalizzazione. Una visione teologica che portò dall’assenza nell’alto medioevo alla svolta del Quattrocento che avrebbe aperto alla modernità.

Gli ospedali devono essere valutati, lungo tutto il millennio e attraverso le mutazioni che conobbero, come spazi religiosi ma non perchè sempre legati all’istituzione Chiesa ma perchè frutto di ispirazione cristiana.

Per la maggior parte del medioevo comunque gli ospedali furono strutture ecclesiastiche, un monopolio che deriva dalla delega alla funzione di assistenza, tipicamente pubblica, da parte dell’imperatore Giustiniano alla Chiesa, in particolare ai vescovi.

Il più antico ospedale parigino, l’Hotel-Dieu, sorse con ogni probabilità contestualmente alla sede episcopale, e alla cattedrale di Notre-Dame rimase sempre legato.

Anche una miriade di più piccole strutture nacquero e in dipendenza di monasteri e in luoghi strategici.

la presenza di medici, chirurghi e altri operatori sanitari è attestata in modo saltuario già da almeno il pieno medioevo. Conobbe un incremento negli ultimi secoli e la Peste Nera di metà trecento fu una grande spinta in questo senso.

L’ospedale Ca’ Granda di Milano aperto nel 1456 fu trai più noti casi di centralizzazione amministrativa.

L’ospedale Santa Maria della Scala di Siena, nato come ospedale della cattedrale passò nel XIV secolo alla protezione e guida comunale, gestito da una confraternita di laici. Un’impresa economica e culturale oltre che assistenziale.

Un altro caposaldo della narrazione sul medioevo è che i medici non si prendessero cura dei malati di lebbra. Un mutamento è ravvisabile nella prima metà del XIV secolo, quando il ruolo dei medici da sostanzialmente terapeutico, si fece sempre più destinato anche alle procedure della diagnosi. Quindi la medicina medievale considerò il lebbroso come un paziente e non come un reietto.

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