Augustus – John Williams –

Il mio destino era quello di cambiare il mondo. Forse avrei dovuto dire che il mondo fu la mia poesia. E tuttavia, se quanto ho creato è davvero una poesia, non è di quello che sopravvivono a lungo alla propria epoca. Prima di morire, Virgilio mi supplicò di distruggere il suo grande poema; era incompleto, disse, e imperfetto. Eppure il suo poema sulla fondazione di Roma sopravvivrà senz’ombra di dubbio a Roma stessa, e di certo sopravvivrà alla misera creatura a cui ho dato vita. Non distrussi il poema; né lui si aspettava, credo, che l’avrei fatto. A distruggere Roma ci penserà il tempo.

  • Editore ‏ : ‎ Mondadori (28 giugno 2022)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 372 pagine

Recensione a cura di Cinzia Cogni

È stata una bella sorpresa scoprire che “Augustus” di John Williams, poeta e scrittore statunitense del secolo scorso, è un romanzo epistolare, dove i protagonisti della storia, tutti personaggi realmente vissuti, confidano in lettere e diari, i loro pensieri, le loro preoccupazioni, i loro sentimenti.
Attraverso i loro scritti raccontano la  quotidianità, l’ambiente che li circonda, dagli eventi politici più salienti agli intrighi di potere, dalle cruenti battaglie agli accordi matrimoniali tra amici e parenti, fondamentali per mantenere ricchezze e prestigio.

“... se il destino di un uomo è quello di cambiare il mondo, egli deve inanzitutto cambiare se stesso. Se vuole obbedire al suo destino, deve trovare o creare nel suo cuore un luogo segreto, che sia indifferente a lui stesso, agli altri, e perfino al mondo che dovrà rimodellare – non in base ai suoi desideri, ma secondo un ordine che comprenderà lungo il cammino.” Lettera di Cesare Ottaviano a Nicola di Damasco (14 d.C.)

Protagonista assoluto del romanzo è l’imperatore Ottaviano Augusto, il figlio adottivo di Giulio Cesare che alla morte di quest’ultimo, eredita un impero completamente nel caos e dove la priorità è riportare ordine e giustizia e vendicarsi  degli assassini del padre.
Augusto è solamente un ragazzo quando si ritrova con enormi responsabilità da gestire, è circondato da persone di cui non sa se fidarsi, e consapevole di avere, dal momento in cui è salito al potere, numerosi nemici.
Marco Agrippa, Cicerone, Bruto, Cassio, Marco Antonio, Tito Livio, Strabone, Mecenate, Sempronio Gracco, Ovidio, Tiberio, Lepido…
sono solo alcuni dei volti storici che vivono accanto all’imperatore, e che raccontano la loro verità; senza dimenticare le donne, come la moglie Livia, la sorella Ottavia e  la figlia Giulia che ragalano alla storia anche un punto di vista femminile.

Devi capire che si trattò di un’azione necessaria: anche se Ottaviano avesse accettato di rinunciare al potere che avevamo conquistato e di ritirarsi dalla scena pubblica, è probabile che avrebbe perso comunque la vita. Perché era chiaro che il Senato, pur dopo lunga attesa, aveva ormai accettato le inevitabili conseguenze dell’assassinio: i seguaci di Cesare andavano sterminati.”  Lettera di Gaio C. Mecenate a Tito Livio (13 a.C.)

È incredibile come gli scritti di Ottaviano Augusto e degli altri protagonisti, svelano il carattere di ognuno di loro e rendono più realistica la storia, nelle lettere infatti, è più facile mettersi a nudo, confidarsi, lasciarsi andare… così il mittente anche in poche righe, può comprendere le emozioni, la felicità, la rabbia, la delusione o la speranza di chi scrive, carpire gli stati d’animo fino all’essenza della loro anima.
In questo modo emergono i pensieri e i punti di vista di ogni personaggio, e colpisce come un argomento venga interpretato in maniera diversa anche in base al ruolo che i protagonisti hanno nella società.
Mi ha colpito particolarmente la vita di Giulia, l’unica figlia legittima di Augusto, una storia triste fin dalla nascita proprio a causa del padre che  le ha procurato tanta infelicità. Allontanata dalla madre e cresciuta con regole rigidissime, fu costretta a sposarsi giovanissima e per tre volte,  a causa degli interessi politici del padre, ma il suo carattere ribelle la porta a circondandosi di amanti, e siccome l’adulterio era un reato punito con la morte, Augusto si trova a dover prendere una delle decisioni più difficili della sua vita: seguire la legge o mutare, solo per lei, la pena in esilio?
A questo punto nei diari di entrambi, emergono i sentimenti e la drammaticità, di un padre e una figlia che vivono nel rimpianto per non essersi mai capiti realmente,  pagine piene di sentimento che non lasciano indifferenti.

“Nella prigione di quest’isola, dove ormai ho cessato di vivere, mi lascio attraversare dai pensieri che non avrei fatto, se la mia vita fosse continuata…Perfino il mare che di solito bisbiglia contro la sabbia, tace…
È strano aspettare in questa inerzia, dove nulla conta. Nel mondo in cui ho vissuto, tutto era potere: e ogni cosa contava. Si amava, perfino, in nome del potere; non più per il gusto d’amare,  ma per le innumerevoli gioie del potere.”
Diario di Giulia, Pandataria (,4 d.C.)

Una lettura all’apparenza semplice, ma che in realtà presuppone un’ottima conoscenza di base del periodo raccontato, spesso John Williams accenna solamente i fatti storici di cui narra e dà per scontato che il lettore conosca anche i personaggi minori… non avendo una cultura così vasta, ho faticato a finirlo perché ci tenevo a colmare le mie lacune e proseguire nella lettura con più consapevolezza.
In questo modo ho potuto verificare anche quali sono le parti romanzate e quali reali, già perché è talmente scritto bene che è impossibile distinguere fin dove giunge la fantasia dell’autore… aggiungo che l’ho trovato un romanzo avvincente, che non annoia e a tratti poetico.

“Mi chiedi se fummo ingannati (come degli idioti, dunque) o se nascondemmo alcune informazioni (comportandoci quindi da bugiardi). Risponderò con meno garbo di te.
No, mio vecchio amico: non fummo ingannati in merito alla campagna di Partia. Come avremmo potuto lasciarci ingannare? Conoscevamo la verità prima di ricevere i rapporti di Antonio. Noi mentimmo al popolo romano.”
Lettera di Gaio C. Mecenate a Tito Livio (12 a.C.)

“Augustus” è un romanzo che arricchisce, che mette in luce il lato umano dell’imperatore Ottaviano e degli altri protagonisti, che non si limita a raccontare le loro prodezze, né a descriverne solo i pregi; no, ciò che rende la storia interessante sono proprio le loro fragilità e i loro dubbi, che li rendono così simili a noi.
Resta comunque l’immagine di un grande Imperatore, considerato il fondatore dell’impero romano, che governò per 41 anni, attuando leggi e riforme importanti, con cambiamenti anche a livello architettonico che trasformarono l’antica Roma in una meraviglia, che ancora oggi  ricordiamo con stupore.

“Cesare Ottaviano ha riportato la pace in questi luoghi; dai tempi di Azio, nessun romano ha più alzato la spada contro un compatriota.  Ha assicurato la prosperità all’urbe e alle campagne; ormai,  in città,  neanche i più poveri soffrono la fame,  e chi risiede nelle provincie prospera grazie alla munificenza di Roma e di Cesare Ottaviano.” Lettera di Nicola di Damasco a Strabone di Amasia (7 a.C.)

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