Bordighera Grand Hotel – Laura Calosso

Anno 1899. Mentre il secolo volge al termine, l’Europa è attraversata dalla spensieratezza e dall’ottimismo di un’età che promette un luminoso futuro. È in questo tempo agitato e sognante che l’aristocratica Lily, una sedicenne fulva, minuta e attraente, parte da Londra alla volta dell’Italia insieme alla petulante zia, Lady Amabel. Destinazione: l’Hotel Angst di Bordighera, albergo rinomato nell’alta società europea e tappa obbligata per gli inglesi che soggiornano nella riviera ligure. A eccitare gli animi dei sudditi di Sua Maestà c’è l’attesa per l’imminente arrivo della regina Vittoria e della sua corte. Ma Lily non può lasciarsi andare al clima di leggerezza mondana e sofisticata. Suo padre, infatti, è in gravi difficoltà economiche e ha accettato di dirigere una piantagione di tè a Ceylon. Prima di lasciare il vecchio continente ha deciso di investire molto denaro nel soggiorno della figlia. E ora Lily ha un compito: trovare un ricco marito per risanare i conti della famiglia. Le cose però vanno diversamente rispetto al previsto. Il mondo sta cambiando. Novità epocali preannunciano il tumultuoso inizio del Novecento mentre le incertezze sul viaggio della regina complicano i piani. Nella luce dorata del Mediterraneo, i cuori battono forte, Lily riesce a vivere per un istante il sogno di un amore, ma presto la Storia avrà il sopravvento. Intrecciando finzione narrativa e rigore documentario, sullo sfondo di anni irripetibili in cui tutto sembrava possibile, Laura Calosso dipinge l’affresco di un mondo dal fascino irresistibile, fra aristocratici blasé, artisti rosi dall’inquietudine e uomini d’affari pronti a tutto. Da un’autrice affermata e sempre originale, una storia indimenticabile e ruggente, tra amori, intrighi e passioni della Belle Époque.

  • Editore ‏ : ‎ SEM (16 giugno 2023)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 368 pagine

Recensione a cura di Claudia Pellegrini

“Quando ho iniziato a scrivere questo romanzo mi perseguitava una domanda: cosa sarà passato per la testa del signor Angst il giorno in cui venne avvisato che il soggiorno della regina Victoria nel suo albergo andava a monte?”.

A partire dalla metà dell’Ottocento e per tutta la Belle Epoque aristocratici e ricchi borghesi britannici hanno visitato e soggiornato a Bordighera, innamorandosene follemente. Incastonata nella Riviera dei Fiori, tra Sanremo e la Costa Azzurra, Bordighera è un posto che racchiude il meglio del territorio ligure, luogo ricco di tradizioni e storia. E sono proprio la storia e le tradizioni che iniziano ad avviarsi verso il tramonto all’alba del nuovo secolo i componenti fondamentali di Bordighera Grand Hotel.

La tradizione vuole che da ottobre a maggio, come già accennato, aristocratici, ricchi borghesi e soprattutto funzionari dell’impero britannico abbiano raggiunto il ponente ligure per trascorrere la lunga stagione invernale nei suoi splendidi alberghi divenuti famosi in tutta Europa. Tra i quali l’Angst, uno dei più esclusivi. È qui che la giovane Lily arriva nel 1899, accompagnata dalla zia, Lady Amabel. Ed è sempre qui che Renzo, un giovane locale intraprendente, non solo vi conduce i turisti scesi dal treno, ma quando serve fornisce anche un servizio da interprete. Ed è molto richiesto, poiché di inglesi a Bordighera ne arrivano parecchi ogni anno, tutti così impettiti e con l’aria di chi si sente superiore. Destano in lui una certa curiosità, con le loro abitudini strambe e quelle fissazioni che fanno tanto ridere gli italiani, ma gli assicurano una certa stabilità economica.

Chi invece la stabilità economica quasi non se la ricorda più è Lady Amabel, chaperon della giovane Lily, un’aristocratica vecchio stampo ormai ridotta quasi alla miseria, che giunge in Italia insieme ad un bagaglio di onnipotenza dal peso notevole:

“…credeva nella superiorità della ‘razza anglosassone’ e nel dovere da parte degli inglesi di diffondere in tutto il mondo la cultura superiore”.

Nei piani della Lady e di suo fratello c’è quello di tentare di introdurre la ragazzina nell’ambiente di Bordighera che pullula di aristocratici inglesi, così che possa fare al più presto un buon matrimonio con qualcuno che possa aiutarli a risollevare le scarse finanze rimaste. E soggiornare all’Angst, uno dei più grandi hotel di lusso, costruito dall’imprenditore svizzero Adolf Angst, progettato appositamente per l’élite d’Europa, è un’occasione da sfruttare al massimo. Ma sua nipote non ha affatto l’aria di chi si lascia plasmare l’esistenza dagli altri, o almeno è questa l’impressione che ne ha Renzo che la osserva da lontano:

“Non pareva una ragazza che si sarebbe arresa a un destino deciso da altri, anche se questi altri non erano soltanto la famiglia, bensì una società che non sapeva procedere altrimenti”.

Lady Amabel è determinata a mescolarsi con la crema del posto, è pronta a qualsiasi compromesso pur di spiccare tra la folla, e soprattutto deve necessariamente trovare il modo di sistemare la nipote, e per renderla più appetibile la costringe a prendere lezioni di canto e pianoforte con un tale maestro Abbruciati, un individuo alquanto discutibile. Lily segue le lezioni di malavoglia consapevole di non avere alcuna attitudine né per il canto né tantomeno per il pianoforte, e soprattutto detesta i modi untuosi e ambigui con i quali il “maestro” è solito rivolgersi a lei ma anche a sua zia per millantare progressi che non esistono. Tutto questo genera in Lily una profonda frustrazione: perché tutto questo accanimento per la musica quand’è che persino un sordo comprenderebbe che è totalmente negata? Se ne accorge persino Renzo che la sorprende a piangere in un angolino, e lui sì che comprende. Solo lui, un estraneo, uno che guarda le vite degli altri da un’altra prospettiva riesce a capire tutto, chi è Lily, e cosa ci si aspetta da lei:

“…Lily era una sorta di fardello da depositare il prima possibile in un nuovo e sontuoso nido, preferibilmente lontano da casa, in modo da ridurre il rischio di un suo ritorno”.

Insomma, Lily va parcheggiata da qualche parte, e l’occasione per farlo si presenta quando l’Abbruciati, che come abbiamo già detto è un personaggio alquanto ambiguo, imbastisce una bella truffa ai danni di Lady Amabel che non brilla molto in intelligenza. Cosa succede esattamente? All’hotel Angst è attesa nientemeno che la regina in persona, e per l’occasione si terranno ovviamente diversi eventi per intrattenere sua graziosissima maestà e il suo seguito, tra i quali anche delle esibizioni canore. Ebbene, Abbruciati fa credere a lady Amabel non solo di conoscere personalmente Puccini, anch’esso atteso a Bordighera per rendere omaggio con le sue note alla sovrana, ma anche di volere che Lily interpreti alcuni suoi brani. 

Ovviamente la dama non se lo fa ripetere, anzi, per capire meglio manda a cercare Renzo così che possa tradurre ogni singolo suono che esce dalla boccaccia di Abbruciati, poiché lei l’italiano lo comprende poco e neanche si sforza più di tanto a impararlo, dopotutto “degli italiani si dicono cose poco edificanti”, dunque perché scomodarsi a imparare la loro lingua? 

Peccato però che per poter partecipare all’evento bisogna tirare fuori una notevole somma che ovviamente la nostra Lady Amabel non possiede, ma accetta comunque speranzosa di poter recuperare il danaro se non da suo fratello almeno da qualche banca locale gestita da connazionali. Insomma, in qualche modo i soldi usciranno fuori, l’obiettivo è sistemare Lily, passare la patata bollente a qualcun altro! Certo, Lily ha una pessima voce e suona malissimo, ed è qui che c’è l’imbroglio, ed è lo stesso Abbruciati che propone, o meglio impone, l’affare a Lily:

“…fino a quando non ci sarà il denaro, voi reggerete il gioco. Poi, alla vigilia del recital vi ammalerete, e considerato che non si potrà più tornare indietro, sarà lei a sostituirvi”.

E la lei in questione è l’amante di Abbruciati, ovviamente. Lily non può rifiutarsi visto che quest’uomo la tiene in pugno poiché sostiene di averla vista in situazioni disdicevoli per una giovane donna in cerca di marito. Dunque iniziano mesi di tormento perché non sa come tirarsi fuori da questo imbroglio senza danneggiare nessuno, e l’unico spettatore di questa sofferenza è ancora una volta Renzo, non certo Lady Amabel troppo impegnata a tenere su mento e naso e a racimolare il denaro necessario per potersi ritagliare un posto in prima fila al cospetto della regina.

La fortuna vuole che, terminato il 1889 qualcuno arrivi a Bordighera con una notizia: a causa dei venti di guerra provenienti dal Sud Africa, la regina ha deciso di rimandare il viaggio. 

“La truffa del maestro Abbruciati si sgonfiava prima di trascinarla nel fango”.

Peccato che Lady Amabel però avesse già consegnato la somma nelle mani del maestro che, ovviamente, se l’è data a gambe ed è irreperibile. Dunque la situazione adesso è ancora più disperata di prima:

“Il progetto di trovare marito a Lily era passato da obiettivo a medio termine a obiettivo immediato”.

E l’unico modo per raggiungerlo è tentare di entrare nelle grazie di tutti quei personaggi facoltosi che riempiono gli hotel di lusso e le abitazioni private della zona. Ma il destino ha in serbo per lady Amabel ben altro, e soprattutto per Lily, la quale avrà modo non solo di scoprire che la sua intera esistenza è stata messa su a forza di bugie e mezze verità, ma anche che a volte nella vita capita di tornare laddove tutto ha avuto inizio.

Bordighera Grand Hotel più che la vicenda dei protagonisti della storia, Renzo e Lily, le cui vite si scontrano senza mai toccarsi veramente, è la storia di un’epoca e dei luoghi che l’hanno resa famosa. Siamo in un periodo, quello comunemente chiamato Belle Epoque che è il capolinea del bel mondo, la fine di un’era di speranza e fasti che si avvia al declino e all’oblio. Sono gli ultimi anni in cui le teste coronate e il loro seguito di privilegiati dal sangue blu possono definirsi tali, lo sappiamo bene che pochi anni separano questo periodo dal primo conflitto mondiale, in momento in cui inizierà davvero la disgregazione di questo mondo delle favole. E Bordighera è uno dei luoghi in cui questi personaggi da fiaba si muovono leggiadri ed eleganti sulle loro carrozze, dediti all’ozio, alla chiacchiera, alla contemplazione della natura, alla degustazione di cibi raffinati e, ovviamente, allo sfoggio della loro ricchezza, poiché che gusto c’è nel possedere qualcosa se non la si può mostrare in giro? Nelle favole però ci sono anche gli orchi cattivi, o i villain di turno, ne abbiamo avuto un esempio in Abbruciati, ma ne abbiamo molti altri che a differenza del maestro truffaldino operano nell’ombra, o meglio, operano indossando varie maschere, nascondendo meglio i loro sotterfugi.

Il tema principale di questo libro è l’inesorabile scorrere del tempo e il declino di un certo tipo di società, quella effimera e relativamente breve della Belle Epoque, il tutto narrato non tanto attraverso la vita di Renzo che è una sorta di testimonial del posto, o quella di Lily, la sua controparte femminile, ma piuttosto con la storia dell’Angst, il simbolo di tutto questo. L’autrice abbraccia un periodo che va dall’arrivo di Lily a Bordighera nel 1899, ovvero il periodo di massimo splendore dell’Angst e della società che rappresentava, al 1828, l’anno in cui una mareggiata distrugge il Kursaal Bordighera, ovvero il primo stabilimento balneare della zona. Tra questi due eventi troviamo lo scoppio della prima guerra mondiale, quando l’hotel deve cessare temporaneamente la sua attività, e la struttura viene persino requisita per farne un ospedale militare inglese (nel 1917), e la fine del conflitto che vede gli inglesi pagare al cavalier Angst tutte le spese per poter ristrutturare l’albergo e rimetterlo in efficienza così da poter riaprire. 

Ma qualcosa da qui in poi cambia, la guerra ha stravolto l’ordine delle cose, il turismo e la ripresa economica non è facile a causa di eventi come la rivoluzione di Ottobre che fa scomparire dalla Riviera i Russi, gli Ungheresi, i Rumeni, e la crisi economica tedesca che decima gli ospiti provenienti dalla Germania. Eccolo qua il crollo della Belle Epoque, ecco qua il mondo aristocratico subire una disastrosa sfoltita, e gli hotel di lusso un notevole calo qualitativo degli ospiti e di ciò che vogliono. Perché a partire da questo momento la richiesta turistica si orienta verso il desiderio del piacere del sole e del mare, si diffondono dunque tutte quelle pratiche sportive legate al mare, e si affermarono moderni canoni di bellezza favorevoli al corpo abbronzato. Proprio ciò che aborriva Lady Amabel, la quale aveva ammonito severamente Lily affascinata da alcune persone che nuotavano nel mare:

“Degli italiani si dicono cose non proprio edificanti, sono neri quasi come gli indiani”.

Niente più passeggiate invernali, ciò che si cerca adesso è il divertimento e la vita mondana, strutture moderne come case da gioco, impianti sportivi e tutte quelle cose di cui un albergo vecchio stile è carente. Eppure, grazie all’autrice che è riuscita quasi a farci vivere in quell’epoca, non possiamo che immaginare l’Angst come un luogo meraviglioso, il protagonista di pietra di una saga, un posto quasi da favola nel quale hanno soggiornato principesse e cavalieri, personaggi di un altro tempo che non avevano idea che il passare del tempo e il cinico e veloce progresso stavano per far scomparire il loro mondo incantato. Ma visto il nome che aveva questo luogo meraviglioso (Angst = Angoscia) qualcosina avrebbero anche potuto immaginarsela!

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