Gladius. L’ultima Roma di Patrizio Corda

1430 d.C. – Csaba non ha memoria della sua infanzia quando viene dato in dono da Davide di Trebisonda a Costantino XI Paleologo, ultimo basileus d’Oriente. Al suo nome è legata però una leggenda antica di secoli, che porterà l’imperatore a prenderlo con sé facendone un pilastro della resistenza contro gli Ottomani. E anche quando tutto crollerà, sarà impossibile per lui dimenticare la lealtà verso l’ultimo lascito della millenaria storia di Roma. Inizierà così un peregrinare che lo porterà a combattere accanto ad alcuni tra i più importanti e valorosi signori degli ultimi anni del Medioevo. Nella speranza di riportare in vita un impero nato millecinquecento anni prima, e ormai destinato alle tenebre.

  • Editore ‏ : ‎ Lulu.com (30 marzo 2020)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 462 pagine

Recensione a cura di Cinzia Cogni

“Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena morire: la fede,  la patria, la famiglia e il basileus” aveva proseguito. “Ora voi dovete essere pronti a sacrificare le vostre vite per queste cose, come d’altronde anche io sono pronto al sacrificio della mia stessa vita.”  (Costantino)

Questa è la storia di un grande impero, quello Bizantino, nato nel 395 e spazzato via dagli Ottomani nel 1453 con l’assedio di Costantinopoli, guidato da Maometto II detto “il conquistatore”.
Protagonista assoluto di tale sconfitta è Costantino XI paleologo, che fino alla fine cercherà di salvare il suo regno ed il suo popolo.
Detto così, il  romanzo “Gladius. L’ultima Roma”, potrebbe sembrare un saggio storico, ma l’autore Patrizio Corda ha pensato di raccontare questi eventi attraverso un personaggio inventato, ultimo discendente dagli Unni che viene catturato da bambino da Davide di Trebisonda e che lo lascerà all’imperatore Costantino. Da quel momento il bambino chiamato Csaba, diventerà per tutti Anicio e se all’inizio per lui, non sarà semplice adattarsi a questa nuova vita in un mondo completamente estraneo, ben presto si distinguerà per forza e coraggio e soprattutto per la grande lealtà nei confronti dell’imperatore che gli ha salvato la vita.

Alla morte di Attila, ciò che era suo andò ai figli. Tra questi il più giovane era, appunto, uno chiamato Csaba. E la vita di questi è avvolta  nel mistero, sospesa tra leggenda e realtà.”

A difendere e consigliare Costantino oltre ad Anicio, c’è  anche Giorgio Sfranze, personaggio realmente esistito,generale della corte bizantina che anni dopo diventerà il migliore amico dell’imperatore .
Saranno loro i veri protagonisti del romanzo, e nonostante i caratteri diversi nascerà un’amicizia profonda, quasi commovente in certi punti della storia.
L’autore inserisce perfettamente la figura di Anicio in questa realtà storica senza stravolgerla e grazie a lui, il lettore può ripercorrere tutti gli eventi più importanti che si svolgono dal 1430 fino al 1468, ben oltre la caduta di Costantinopoli.

“…se davvero voleva emergere e diventare chi aspirava ad essere occorreva un estremo sacrificio.  Anche se avrebbe significato togliere la vita a suo fratello.”

È un viaggio attraverso i luoghi più importanti dell’epoca, da Trebisonda a Costantinopoli passando per l’Italia e l’Albania, fino al Medio Oriente; è trovarsi fra i personaggi più influenti e scoprire i loro intrighi, i tradimenti,
è sentire l’odio e la sete di potere della maggior parte di loro.
Anicio ci permette di conoscere da vicino anche la vita, gli usi ed i costumi di quel periodo, e tutte le battaglie a cui parteciperà  sia come guardia imperiale che come semplice guerriero.

In questo mondo così complicato abbiamo bisogno di persone leali, pronte a dar la vita per l’impero e la dinastia che lo regge. E io sarò felice, Anicio, di poter contare su di te.”
“da domani farai ufficialmente parte della guardia imperiale.” rispose Costantino posandogli una mano sulla spalla.

Con uno stile semplice anche se un pochino prolisso in certi punti, l’autore mette in luce tutti gli aspetti importanti che portarono alla decadenza dell’impero, evidenziando anche il ruolo fondamentale di Maometto II, descritto in modo molto realistico. Anzi, voglio sottolineare che tutti i personaggi che ruotano intorno a questo romanzo, si distinguono per il loro aspetto psicologico, Corda infatti,  ci permette di entrare nella loro mente e carpire i loro pensieri e  le loro strategie.
Difficile non affezionarsi ad Anicio, il lettore impara a conoscerlo da bambino, segue il suo percorso, la sua crescita, scopre i suoi dubbi e i suoi tormenti e sa che finché non scoprirà la verità sul suo passato, questo  eroe d’altri tempi, eppure così umano e simile a noi, non troverà la pace.
Unica donna protagonista è Elena Dragas, la mamma di Costantino, ed essendo una storia lunga, ricca di eventi e di personaggi, mi sarebbe piaciuto incontrare altre figure femminili con  un ruolo principale o affiancate  ai protagonisti… personalmente ritengo che il romanzo risenta di questa mancanza.
L’autore è stato coraggioso ad ambientare la storia in  questo periodo storico di cui si parla poco, si capisce che c’è dietro  uno studio profondo e una forte passione che va oltre il piacere di scriverne un romanzo; anche per questi motivi l’ho apprezzato molto, una lettura piacevole e istruttiva che consiglio vivamente.

“Forse, era davvero quello il suo destino. Combattere in nome di Dio sino alla fine dei suoi giorni, nel tentativo di cancellare per sempre gli spettri del sultano e di un mondo in mano agli eretici.”

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