I leoni d’Europa – Tiziana Silvestrin

Mantova 1582. Nella Basilica palatina di Santa Barbara lo scozzese James Crichton e Thomas stanno trafugando qualcosa, quando un rumore mette in allarme le guardie. In fuga per le strade della città, si imbattono nel principe Vincenzo Gonzaga e Ippolito Lanzoni. Nel duello, nato apparentemente senza motivo, il principe ferisce lievemente Crichton che morirà di lì a poco nella spezieria di Geniforti. Per fare chiarezza sull’accaduto e trovare le prove che scagionino il giovane Gonzaga dall’accusa di omicidio, il consigliere ducale Zibramonti affida le indagini a Biagio dell’Orso, affascinante capitano di giustizia. Il caso è un vero rompicapo: nella basilica sembra non mancare nulla, poco si sa di Crichton e misteriosa appare la sua morte. Sulle tracce del passato dello scozzese, il capitano di giustizia entra nelle maglie di un complotto internazionale e in una ragnatela di personaggi insospettabili e torbide vicende. Sullo sfondo, l’opulenza della Serenissima, i servizi segreti del Consiglio dei Dieci, spie e cortigiane, la politica dei Gonzaga e gli intrighi di Elisabetta I e del suo consigliere Walsingham.

Editore:Scrittura & Scritture

Collana:Catrame

Anno edizione:2017

Pagine:400 p.

Recensione a cura di Cinzia Cogni

“I leoni d’Europa” il libro dell’autrice Tiziana Silvestrin, penna ormai nota agli appassionati del romanzo storico,
giaceva nella mia libreria ormai da un paio d’anni e sono davvero felice di aver finalmente trovato il tempo di leggerlo. Gli innumerevoli commenti a favore del suo protagonista Biagio Dell’Orso, mi avevano molto incuriosito e confesso fin da subito che è stato bello scoprirlo e fare la sua conoscenza…
“…capitano di giustizia di Mantova, aveva la fama di non amare i compromessi. Non particolarmente socievole, piuttosto taciturno, riusciva farsi rispettare…molto stimato a corte…aveva quindi preferito accettare quell’impegno…ma ben presto si era reso conto che la legge che doveva far rispettare  non sempre coincideva con la giustizia.”

È giusto ricordare che questo è il primo volume di una saga storica sui Gonzaga che si svolge a Mantova alla fine del XVI secolo, dove Biagio dell’ Orso è il capitano di giustizia incaricato dal consigliere ducale Zibramonti di indagare sulla morte misteriosa dello scozzese James Crichton e del suo presunto assassino, il principe Vincenzo Gonzaga.
La trama è una matassa molto intricata i cui fili si estendono da Mantova a Venezia fino in Inghilterra, creando una rete che unisce variegati personaggi influenti nel panorama politico e non solo, e vede coinvolte numerose persone di differenti ceti sociali.

“Biagio devi prendere informazioni su questo Crichton”…”Cosa devo cercare?”
Dobbiamo sapere chi era quel ragazzo…potrebbe aver combinato qualche malefatta a Venezia, ho saputo che si mormorano cose poco piacevoli sul suo conto “.

Sbrogliare questo intreccio non è affatto facile, i protagonisti raccontano la loro parte di verità e non sempre sono chi dicono di essere… tra fitti intrighi e misteri che giungono fino ai più alti ranghi della società,
sembra davvero impossibile scoprire la verità per Biagio dell’Orso, ma questo uomo bello e carismatico è anche dotato di un intelligenza e un intuito fuori dal comune, il che gli permetterà di non lasciarsi ingannare dalle spie e dai loro tranelli.
Oltre ad aver ideato una storia inedita e molto originale, è sorprendente il modo in cui l’autrice riesce ad incastrare come un mosaico perfetto, anche il più piccolo dettaglio, senza lasciare nulla al caso.
Il linguaggio poi, semplice ma al tempo stesso raffinato, è assolutamente consono al periodo narrato, così come  ogni particolare che descrive, dal cibo agli abiti, agli usi ai costumi del tempo, lascia intuire una conoscenza e uno studio profondo da parte dell’autrice, dei protagonisti storici e della società in tutti i suoi aspetti, del sedicesimo secolo.

“Cosa succederebbe se scoprissimo qualcosa che potrebbe danneggiare il duca Guglielmo o qualche altro membro della figura Gonzaga e non intervenissimo? Pensi forse che la cosa verrebbe fuori?”
“Non credo proprio,  tutto l’incartamento, prima o poi, sparirebbe insieme ai testimoni.”

Quasi tutti i personaggi sono realmente esistiti, una difficoltà in più per Tiziana Silvestrin per cercare di descriverli in modo più realistico possibile…eppure ci riesce perfettamente, un valore aggiunto a questo romanzo già ricco di colpi di scena e dal  ritmo incalzante e avventuroso.

“Posso però anticiparti che sarà una missione piacevole.  Dovrai recarti in alcune città italiane, frequentarne le corti e fare in modo che le tue doti siano apprezzate sino al punto da far ritenere la tua presenza un lustro per chi ti ospita…”
Senza dimenticare che in Italia ci sono le donne più belle del mondo” lo interruppe James. “Interessante però questa missione. “

Il personaggio che mi ha colpito di più è James Crichton, la vittima della storia su cui verte tutto il romanzo,  non lo conoscevo e  ho scoperto  con grande sorpresa,  che fu un  un famoso scienziato, poeta e matematico scozzese, noto per la sua cultura sterminata.
Nel 1581 giunge alla corte dei Gonzaga, diventando consigliere del duca di Mantova Guglielmo Gonzaga e l’anno dopo proprio qui, avrà luogo la sua tragica e misteriosa morte. È da questo reale enigma che si sviluppa la trama di “I leoni d’Europa” dove le carenze storiche vengono colmate dalla fantasia dell’autrice.
A questo punto metto in lista prioritaria fra i prossimi libri da leggere “Le righe nere della vendetta” il secondo volume della saga dedicata ai Gonzaga, per il piacere di incontrare nuovamente Biagio dell’Orso e immergermi ancora nei misteri di questa antica Mantova, descritta magistralmente da Tiziana Silvestrin. 

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