I Tarquini: la dinastia segreta di Emma Pomilio

Trama

Tarquinia, sei secoli prima di Cristo. In occasione di una gara a cavallo, Lucumone, giovane e ancor più ambizioso mercante etrusco, si invaghisce della nobile Tanaquil, indovina e abile interprete dei segni degli dei. Dovrebbe essere condannato a rimanere un sogno impossibile, il suo – Tanaquil è promessa sposa al potente principe Murinas – ma Lucumone non è abituato a rinunciare ai propri desideri, né gli mancano l’astuzia e l’abilità per realizzarli. Con un’impossibile prova di coraggio, capovolge il finale già scritto della gara, e insieme riscrive anche il destino di Tanaquil. Le conseguenze del suo oltraggio, però, non si fanno attendere, convincendo Lucumone a tentar miglior fortuna in una città vicina in forte e inarrestabile espansione, Roma. Accolto a corte, Lucumone mostra presto qualità preziosissime agli occhi di Anco Marcio, l’attuale re: straordinario intuito politico, granitica affidabilità, grandi doti militari e – dulcis in fundo – infinita disponibilità e generosità economica. Ma non tutti vedono in Lucumone, che presto cambia il suo nome nel romano Lucio Tarquinio, un potente alleato: per altri, lo straniero è solo un pericoloso concorrente alla corsa al trono, da eliminare con ogni mezzo… Nessuno può sospettare che tra le mura del palazzo si sta giocando una partita più ampia, che getta lo sguardo già oltre la generazione di Anco Marcio e Lucumone, posandosi su Macstarna, meglio conosciuto come Servio Tullio.
Con la consueta, straordinaria accuratezza storica, combinata a una altrettanto invidiabile vis narrativa, Emma Pomilio ricostruisce la vera storia dell’ascesa di Lucumone, il generale etrusco che la Storia poi ci consegnerà con il nome di Tarquinio Prisco e il titolo di Quinto re di Roma, ma anche del giovane condottiero che quest’ultimo sceglie come suo erede, quel Servio Tullio che, nato schiavo, diventerà il primo tiranno della Città eterna, e dopo aver combattuto i privilegi dei patrizi in una lotta senza quartiere, aprirà la via al cambiamento, con grandi riforme che porteranno Roma a diventare una potenza nel Mediterraneo.
Emma Pomilio è nata in Abruzzo, dove vive. Laureata in Lettere classiche all’università La Sapienza di Roma, si dedica da molti anni allo studio della storia romana, con particolare interesse per la società e l’istituto della schiavitù. Per Mondadori ha pubblicato i romanzi Dominus (2005), La notte di Roma (2008), Il ribelle (titolo che nel 2009 ha aperto la serie del “Romanzo di Roma”), Il sangue dei fratelli (2011) e La vespa nell’ambra (2015).

Copertina rigida: 428 pagine
Editore: Mondadori (11 giugno 2019)
Collana: Omnibus
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8804709308
ISBN-13: 978-8804709305

Recensione a cura di Sara Valentino

La storia narrata, in maniera magistrale da Emma Pomilio, in questo romanzo storico è la Storia dei Tarquini, i re etruschi.

Roma in questo periodo storico, il VI secolo a.c., viene quindi dipinta e presentata facendo attenzione alla situazione geopolitica del tempo. Siamo in un momento storico in cui Roma inizia ad affacciarsi sul mediterraneo, si avvia il dominio dei Tarquini. Il quadro si completa con una particolare attenzione ai commerci, alle opere pubbliche a cui loro si dedicarono.

“Dobbiamo comprendere che la ricchezza eccessiva corrompe, e accogliere tanti popoli diversi introduce credenze e abitudini estranee, che adesso sembrano novità e progresso, ma in un secondo momento indeboliranno Roma…”

Attraverso le vicende dei personaggi, alcuni storicamente esistiti, altri solo tramandati come leggende, anche noi possiamo aprire una finestra e osservare i colli di Roma antica.

Grazie allo studio storico di Emma Pomilio e alle ricerche archeologiche, che ogni giorno possono raccontarci un pezzetto del passato, anche i neofiti sull’argomento, come la sottoscritta, hanno la possibilità di conoscere parte della nostra bella Storia.

Le vicende prendono vita con Lucumone che i posteri conosceranno come Tarquinio Prisco, nato a Tarquinia da madre etrusca e padre greco. Proprio in conseguenza delle sue origini paterne trovando difficile a Tarquinia  poter accedere a cariche pubbliche, emigra dunque con la moglie Tanaquil a Roma.

La stessa Tanaquil conquistata con astuzia, in quanto già promessa al principe Murinas, è una meravigliosa donna, amante, moglie e veggente. La loro unione indissolubile, il loro amore e la loro devozione per Roma traspaiono leggendo e giungono fino a noi con la stessa intensità che credo  abbiano avuto al tempo.

“Non far capire a nessuno cosa hai in mente, amore mio è pericoloso” 

Affresco dalla Tomba François di Vulci raffigurante la liberazione di Celio Vibenna; il personaggio a sinistra è Macstarna, poi re di Roma col nome di Servio Tullio.

Un periodo di guerre, sanguinose battaglie e congiure oscure quello che re Tarquinio vive,  durante una di queste farà la conoscenza della bella Ocrisia che sarà fatta prigioniera e condotta a palazzo come serva.

Un buon Re deve pensare al suo regno, ai suoi figli e ai suoi tesori.

Un servo, Servio Tullio, su cui Tarquinio ha messo gli occhi riponendo in lui le speranze per il futuro, viene  inviato alla scuola di Vibenna per imparare l’arte della guerra, ma questo “favore” a qualcuno non piacerà..

“Si sa che Fortuna ti può portare in alto, ma se non sai assecondarla, cambia idea, ti getta nel fango..”

Purtroppo per raggiungere qualcosa di molto grande bisogna inevitabilmente sacrificare molto e credo questo sia un meraviglioso, seppur doloroso, insegnamento. L’amore, le promesse non mantenute, i sacrifici alle divinità, le preghiere alla dea Fortuna, la fedeltà incondizionata, il sesso, il tradimento, il sangue a fiumi… tutti ingredienti che mescolati rendono questo romanzo una delizia per palati raffinati. Se ne esce arrichiti di conoscenze e di insegnamenti.

“Ricorda, nessun discorso ispirato li farà devoti a te; un discorsetto è indicato, ogni tanto, ma devi conquistarli con l’esempio”

Questo è un piccolo grande insegnamento che vale anche per tutti noi, l’esempio e i fatti valgono più di mille parole e nascondersi dietro a elogi e parole al vento alla lunga stancano e sfaldano i rapporti. Anche la tacita accettazione degli uomini del tempo verso il fato, destino e volere degli dei l’ho potuta apprezzare rapportata a quell’epoca di certo, ma anche fatta mia.

Dedicarsi alle passioni, agli ideali a ciò in cui si crede, agli affetti, sempre senza demordere e prima che sia troppo tardi.

Un romanzo appassionante, dai toni a volte placidi e altre incalzanti, letto con la giusta calma necessaria per assimilare tutta questa importante, oscura e densa porzione di Storia.

 

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