Il Bargello di Carlos Pérez Casas – Alice Croce Ortega (Traduttore)

Una storia di odio e compassione ambientato tra i più umili nella Spagna medievale.

Aragona, inverno del 1134.

Estranei al succedersi di re e corone, gli abitanti dei villaggi vivono le loro semplici vite. L’inverno non porta solo il freddo e la fame, ma anche la morte. Un gruppo di infami briganti, conosciuti come “gli albari”, si è accampato nei pressi di Lacorvilla e progetta di attaccare il villaggio.

Sancho il Nero è un povero carbonaio che cerca di sopravvivere meglio che può. Non condivide l’entusiasmo dei suoi compaesani all’idea di seguire il bargello nella lotta contro gli albari; non crede nella vittoria né nell’uomo che ha giustiziato suo padre. L’odio è reciproco, sono anni ormai che il bargello cerca un modo di scacciare il carbonaio dal paese. A qualunque prezzo.

Nel bel mezzo di questa lotta per la sopravvivenza, un misterioso cavaliere arriverà al villaggio proclamandosi eroe e salvatore delle sorti del villaggio, ma in realtà vuole appropriarsi di quello a cui alcuni tengono di più. Cosa succederà quando scopriranno le sue intenzioni? Come andrà con i briganti? E quale sarà il ruolo delle donne, decise a non restare nell’ombra?

Formato: Formato Kindle
Dimensioni file: 936 KB
Lunghezza stampa: 209
Utilizzo simultaneo di dispositivi: illimitato
Editore: Tektime (15 marzo 2020)
Venduto da: Amazon Media EU S.à r.l.

Link d’acquisto

Recensione a cura di Cinzia Cogni

Prima di iniziare questa lettura mi sono soffermata sul titolo: chi era il Bargello?
Nelle mie reminiscenze scolastiche lo ricordavo come una specie di “sceriffo”, una sorta di poliziotto di quartiere del medioevo, ma non ero sicura e così mi sono documentata; in fondo leggo romanzi storici proprio perché amo questo genere di ricerche che colmano le mie lacune. In breve: nel Medioevo, bargello, era il nome attribuito al capitano militare incaricato di mantenere l’ordine durante periodi di rivolta, avendo spesso funzioni dittatoriali di reggente. Il bargello, come Capitano di Giustizia o Capitano del Popolo. E come in Italia, anche in Spagna si diffuse questa figura, il bargello appunto, protagonista di questo romanzo che ha il merito di raccontare una storia dal punto di vista degli umili, degli invisibili, il cui nome non appare nei libri di storia ma che paradossalmente sono proprio loro ad aver portato a vittorie e cambiamenti importanti.

…( L’oste) Alzò gli occhi verso il bargello ” mi fido più del giudizio di un poveraccio coraggioso che fa prevalere il buonsenso alla fame che di un bargello, anch’egli valoroso che dà per scontato che una banda di contadini potrà far fronte a guerrieri di lungo corso.”

Nel 1134 in un piccolo villaggio della Spagna chiamato Lacorvilla, una zona di montagna dove l’inverno è lungo e rigido, gli abitanti, quasi tutti poveri contadini, sono minacciati dagli “albari” gruppi di persone che vivono rubando e saccheggiando i paesi dove si fermano; sono uomini senza radici, disperati, ma comunque guerrieri che non avendo nulla da perdere non si fanno scrupolo di uccidere per un tozzo di pane.

” Gli albari hanno sempre attaccato i villaggi sfruttando l’effetto sorpresa” spiegò Jimeno ” e a quanto ne so, nessuno ha mai cercato di ostacolarli. Ma noi sappiamo che sono qui, hanno perso il loro vantaggio”. Jimeno richiamò la loro attenzione ” dobbiamo sfruttare il tempo che abbiamo a disposizione per addestrare i nostri compaesani all’uso delle armi.”

Jimeno, il bargello, è colui che ha il compito di difendere il villaggio e con lui c’è Sancho, detto Il Nero a causa del suo mestiere: il carbonaio.
E’ una storia torbida quella che lega Jimeno a Sancho, il padre di quest’ultimo infatti,venne giustiziato proprio dal bargello, per questo tra i due c’è un vero e proprio odio che cresce col passare degli anni . Nessun pentimento o scusa da parte di Jimeno, anzi, ha un carattere arrogante, violento e dittatoriale, non si piega davanti a niente e non conosce la pieta’; per questo farà di tutto per allontanare Sancho da Lacorvilla, che considera una presenza troppo scomoda.

L’autore è davvero bravo a far calare il lettore completamente nel romanzo, per le descrizioni accurate, per i dialoghi realistici, per aver dato “un’anima” ad ogni personaggio, ma soprattutto per i colpi di scena che rendono la storia originale e invoglia a proseguire per scoprire il finale.
A parte il cavaliere sconosciuto che si presenterà al villaggio come una sorta di “salvatore” dando una svolta alla storia; a parte i numerosi personaggi , come Garcia il figlio del Nero, che hanno un ruolo determinante ma che si comprende solo nella fase finale…il punto che mi ha stupito di più, in realtà, è l’entrata in scena delle donne.

“Nessuno nasce soldato” obbiettò Garcia ” e io non voglio morire carbonaio. Io voglio che tutti si prendano la responsabilità di quello che fanno. O che non fanno” aggiunse, guardando suo padre con durezza.

Agli inizi sembra che le donne di Lacorvilla abbiano un ruolo marginale, giustificato anche dal periodo storico in cui si svolge il romanzo e quindi relegate a mogli, mamme, serve; ma al momento opportuno sapranno dimostrare il loro coraggio e la loro intelligenza…e sarà un attimo di gloria esaltante ed inaspettato.

“Spero che tu nasca femmina” disse alla sua pancia rigonfia ” tuo padre vuole dei maschi perché è uno di quelli che pensano che la vita sia una lotta costante contro il nemico…non vuole figli vuole soldati…”

Ma cosa ne penserà il bargello, maschilista convinto, sminuito nel suo ego dalla propria moglie e dalle altre donne del villaggio?

“C’è poca giustizia a questo mondo, figlia mia, e di quel tozzo di pane noi donne riceviamo solo le briciole…è così che vanno le cose, temo, ma non c’è un vero motivo per cui debbano essere così. “

Non ci sono santi nè eroi in questo thriller storico, nessuna epica battaglia, ma trovo bello che qualcuno si ricordi di guardare al passato con gli occhi degli ultimi, dei dimenticati, dando voce a coloro che normalmente sono all’ombra dei protagonisti della Storia.

Please follow and like us:
error0
fb-share-icon20
Tweet 20
fb-share-icon20

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.