Il cielo sbagliato di Silvia Truzzi

Mantova, 1918. Nel giorno dell’armistizio della Grande Guerra due bambine vengono al mondo a poche ore di distanza. Dora in una poverissima casa vicino al lungolago, già orfana perché sua madre muore di parto e suo padre è un soldato disperso. Qualche ora dopo nasce Irene, l’ultimogenita dei marchesi Cavriani, famiglia dell’antica nobiltà cittadina. Le due bambine crescono – una tra la fame e la miseria dei vicoli, l’altra negli agi del palazzo che porta il nome della sua famiglia – e si incontrano ogni domenica sul sagrato di Sant’Andrea. Dora chiede l’elemosina e nella sua mano la piccola Irene deposita un soldo e un sorriso di solidarietà e compassione. Gli anni passano e mentre il Fascismo si fa regime, e insanguina le strade della città, due vite destinate a rimanere separate da un’insormontabile differenza di classe si incrociano di nuovo. La sorte che ha portato Dora nella casa borghese della famiglia Benedini, dove è stata accolta e ha ricevuto un’istruzione, le ha fatto dono di una bellezza fuori del comune che fa girare la testa agli uomini. Tra loro c’è anche il timido Eugenio, figlio dei ricchissimi Arrivabene e cognato di Irene. Sfidando l’ostilità delle famiglie, Dora si fidanza in segreto con Eugenio ma il bel mondo che comincia a spalancarsi davanti ai suoi occhi ha in serbo per lei molte sorprese: in una girandola di splendidi vestiti, ricevimenti e intrighi, Dora dovrà difendere tutto ciò che ha conquistato con tanta fatica. Con il ritmo narrativo di un romanzo storico, “Il cielo sbagliato” è un affresco sul desiderio di emancipazione. E sul prezzo da pagare per varcare la porta di un mondo che una bimba con i vestiti strappati non avrebbe mai immaginato di sfiorare.

  • Editore ‏ : ‎ Longanesi (27 gennaio 2022)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina rigida ‏ : ‎ 384 pagine

Recensione a cura di Sara Valentino

Ci sono romanzi che, una volta chiusi, sai già che resteranno con te per molto tempo. Quando hai vissuto la crescita e la formazione dei suoi protagonisti, quando le emozioni e le sofferenze, i successi sono stati anche i tuoi allora lo sai già che la lettura sarà su quello scaffale immaginario dedicato ai libri indimenticabili.

“Il cielo sbagliato” di Silvia Truzzi per me è già in lizza per il mio migliore 2022.

Le vicende si svolgono a Mantova per la maggior parte della narrazione, tra il 1918, l’immediato dopo la grande guerra, e il 1947 fine della seconda guerra mondiale.

L’autrice non ci risparmia nulla delle sofferenze, delle difficoltà, della povertà e la contrappone alla ricchezza, agli agi, allo sfarzo. Credo che le contrapposizioni siano molto presenti e decisive nel romanzo, sia dal punto di vista fisico e materiale che da quello emotivo.

La protagonista è Dora, una bambina rimasta orfana alla nascita, a cui è stato portato via nel peggiore dei modi tutto ciò che è il calore umano, cresciuta in una baracca dalla nonna, che rappresenta la cattiveria allo stato puro, vive di stenti, di tozzi di pane e di poca elemosina ricevuta sul sagrato della chiesa. Una bambina, sua coetanea, sarà protagonista con Dora nel corso della vita, da quel sagrato, dal gesto di una piccola nobile contrapposto all’orgoglio dello scricciolo Dora, malvestito e infreddolito. Ancora non sanno che i loro destini si incroceranno e intrecceranno di lì a qualche anno.

Dora cresce con un fardello, la bellezza ereditata dalla madre, salvezza e maledizione per il resto dei suoi giorni, e le parole della nonna, lo spregio di essere una mendicante, figlia di una poco di buono… nulla di più falso, ma gli animi bui sanno scavare nelle menzogne pur di riuscire a emergere il loro lato malvagio.

Finalmente la piccolina riceve una carezza sulla testa, la prima della sua vita: non lo sa ancora, ma sarà la cosa di cui più sentirà la mancanza”

La narrazione è sublime, curata, dettagliata nei periodi storici che si avvicendano, un connubio perfetto tra Storia e romanzo che non tralascia neppure le nostre papille gustative. Ci sono descrizioni di prelibati piatti del mantovano da acquolina in bocca, grazie a questa lettura li ho potuti scoprire.

Dora, passando gli anni, diviene la sguattera di una famiglia importante e benestante. Il buon cuore di chi la dirige e della servitù oltre che delle quasi coetanee figlie del padrone, sig. Benedini, le scaldano il cuore e le ossa. La giovane intravede una possibilità di riscatto, ha sempre alle calcagna un’ombra nera, quella del suo passato, teme ma è forte e determinata. Queste sono le caratteristiche che le terranno compagnia e faranno di lei una donna con la D maiuscola.

Ripercorriamo quel pezzo di storia italiana in cui c’è una crescita economica poderosa, grandi industrie, il cinema, feste sfarzose, vestiti meravigliosi descritti magicamente, ma anche i fatti di Mantova denominati “Giornate rosse”, l’avvento della dittatura fascista e anche del nazismo.

L’ho trovato un testo importante per come descrive la vita degli italiani, delle varie classi sociali, l’aumento delle tasse, dell’inflazione. Le ripercussioni per chi non faceva la tessera del partito, aderire per convenienza ma con ideologie opposte, ideali importanti.

“E’ la lotta dei popoli poveri e numerosi di braccia contro gli affamatori che detengono ferocemente il monopolio di tutte le ricchezze e di tutto l’oro della terra. E’ la lotta dei popoli fecondi e giovani contro i popoli isteriliti e volgenti al tramonto. E’ la lotta tra due secoli di idee”

Le contrapposizioni di cui parlavo prima continuano ancora anche all’interno dei matrimoni che si andranno a formare, Dora stessa a volte non si può capire, sembra non vedere che il lusso, il divertimento, la sua ascesa sociale l’ha portata a un ‘ottima unione con un medico. Sono diversi tanto diversi, così come lo sono la cognata e il consorte, pare proprio che l’autrice continui a metterci a disposizione il buono e il cattivo, il bene e il male, il bianco e il nero. E ho compreso alla fine, compreso Dora, che è cresciuta, ma prima doveva attraversare tutto per riscoprirsi poi se stessa.

Gli uomini non imparano mai. Non importa quanto sangue, quanto dolore, quanta miseria abbiano visto”

La guerra è alle porte, è in casa, il razzismo striscia in ogni angolo, le famiglie, gli amici divisi in nome di cosa? La povertà, le bombe, chi non ha più nulla, i treni a partire verso un inferno senza ritorno… E un amore che spacca il cuore, che infiamma le vene, e gela le lacrime che restano. “Ma è il cielo sbagliato sotto cui essere felici”

Sono arrivata lunga, lo so, ma veramente il libro della Truzzi mi è rimasto dentro, provo con questa mia a lasciarlo un po’ andare, con tutti i tanti insegnamenti, uno fra tutti che il denaro non ci dona tutto non ci mette in sicurezza, non è tutto, ma come dicevo, la trasformazione degli esseri umani passa attraverso gli eccessi, diversamente non si cambierebbe.

“Nei drammi che sono di tutti, ogni individuo è solo”

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