«Siamo una famiglia. E dobbiamo restare uniti perché non abbiamo nessun altro. Amici, fidanzate, vicini, compaesani, lo Stato. Non sono che un’illusione e non valgono un cazzo il giorno in cui ti ritrovi veramente nel bisogno. Allora saremo noi contro loro, Roy. Noi contro tutti quanti gli altri». Sono anni che Roy gestisce una stazione di servizio in un paesino tra le montagne, su al Nord, facendo una vita tranquilla e ritirata. Carl, il fratello minore, se ne è andato da tempo in Minnesota dove è diventato imprenditore e da allora di lui non è arrivato che l’eco del suo successo. Ma ora che Carl è inaspettatamente tornato con il grandioso progetto di costruire un hotel e trasformare il paese in una località turistica, Roy si trova di nuovo a doverlo difendere dall’ostilità e dai sospetti degli altri. Come quando erano ragazzi, Roy cerca di proteggere Carl, ma suo malgrado si ritrova risucchiato in un passato che sperava sepolto per sempre.
- Editore : Einaudi (3 novembre 2020)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 648 pagine
Recensione a cura di Sara Valentino
Il mio primo “Nesbø” è questo: “Il fratello”. Non sapevo bene cosa aspettarmi, è da poco tempo che sto iniziando ad apprezzare la letteratura nordica.
E’ un thriller piuttosto lungo, sono oltre 600 pagine, va da sè che non risulta semplice mantenere viva l’attenzione del lettore per così tanto. Inoltre trattandosi di un thriller anche l’adrenalina ne potrebbe risentire.
Il mio giudizio finale complessivo è comunque buono, a tratti ci sono dei rallentamenti durante la lettura perchè si interrompe e risulta ridondante per alcuni fatti che vengono raccontati a ripetizione, si tratta di flashback necessari a dare un senso a tutta la storia che si sta leggendo.
Mi piace questo autore, sa definire i tratti psicologici dei suoi personaggi e in questo caso, se ne siete appassionati, troverete pane per i vostri denti.
Siamo in un piccolo paese della Norvegia, la neve e il freddo la fanno da padrone. C’è una famiglia di quattro persone che vive in una casa nei pressi di un brutto tratto di strada che affaccia su un burrone. Dalla gente del posto chiamato “salto”, “curva delle capre”.
I due fratelli sono molto vicini di età, l’uno più chiuso, l’altro più espansivo. Uno più crudo e diretto a prendere le decisioni che vanno prese, l’altro più pauroso. Quando per errore il loro cane verrà ferito ecco che improvvisamente capiremo bene il loro rapporto. Un rapporto molto complice, una unione che sovrasta agni cosa.
Un giorno i genitori finiscono fuori strada, proprio alla curva delle capre e i due ragazzi, ormai quasi maggiorenni, restano orfani, la loro tacita promessa di essere una famiglia, unita diventa ancora più salda.
Ma improvvisamente Carl, uno dei fratelli, decide di partire per studiare e fare fortuna. Roy allora rimane solo nella grande casa, il suo lavoro è alla stazione di servizio e vive i giorni che si susseguono, sempre pronto a menar le mani soprattutto in difesa di chi subisce soprusi.
Dopo parecchi anni Carl torna e con lui è come se improvvisamente si squarciasse un velo, il passato torna a bussare alle porte, il male dimenticato, gli orrori visti e subiti tornano a disturbare il sonno e le notti.
Non vi svelo altro perchè sarebbe togliere il piacere di scoprirlo da voi. Coinvolgente abbastanza da rivivere gli accadimenti dopo averlo chiuso, da non vedere l’ora di riprendere la lettura dopo ogni interruzione.
I paesaggi, gli ambienti sono ben descritti e si possono vivere durante la lettura. Più di tutto, lo ricordo e ripeto, è la capacità dell’autore di raccontare le persone, l’animo, il senso di colpa, la crudeltà, l’avidità. tutte qualità negative in effetti è un libro davvero affacciato su un buio baratro.
Il proseguo è un crescendo di adrenalina, si vuole arrivare a sapere cosa accadde e cosa accadrà. Mi sono immedesimata parecchio, le pagine sono volate, e anche se devo dire il thriller risulta a tratti un pizzico grottesco mi è piaciuto e lo consiglio. Ho deciso dunque che leggerò ancora questo autore.
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