Il guaritore di maiali. Anno Domini 1589 – Lorenzo Beccati

Genova 1589. In un convento avvengono strani delitti. Un assassino uccide i maiali, fonte principale di sostentamento dei monaci. Le bestie vengono ritrovate morte sull’altare. Sul petto hanno due profondi tagli che riproducono la croce cristiana. Per scoprire l’autore di queste luciferine uccisioni, il superiore del convento chiama Pimain, un ex soldato investigatore. Inoltre, l’uomo esercita un mestiere particolare: il guaritore di maiali. Conosce i porci tanto da sembrare che comunichi con loro. Giunge persino, per curarli, a tagliare loro le carni senza che si ribellino. Pimain si aggira per il convento di Sant’Anna scrutando a fondo l’intima natura degli undici monaci guidati da padre Nicolò Doria. In quegli stessi giorni, Genova vive nel terrore in cui l’ha sprofondata un assassino seriale, chiamato dal popolo l’Artiglio, che uccide una donna dopo l’altra squarciando loro la gola con un gancio. Il guaritore di maiali, suo malgrado, deve indagare anche su questo mostro. Fanno da sfondo alla storia i carruggi di Genova, i suoi mercati, il porto, la sua gente ombrosa e una ridda di personaggi storici. Pimain il guaritore, grazie a un sistema davvero particolare di condurre le indagini, cercherà di dare un volto sia all’Artiglio sia all’assassino di maiali. Ma sarà davvero la fine o solo un nuovo inizio?

  • Editore ‏ : ‎ Altrevoci Edizioni (9 dicembre 2022)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 280 pagine

Recensione a cura di Cinzia Cogni

L’autore Lorenzo Beccati mi aveva già conquistata qualche anno fa, col romanzo “Pietra è il mio nome” dove fin dalle prime pagine ho apprezzato il suo stile semplice, essenziale, a tratti cruento, ma capace come pochi, di trascinare il lettore completamente nella storia.
Oggi, dopo aver letto “Il guaritore di maiali”, non solo confermo il mio giudizio positivo su questo scrittore, ma voglio sottolineare la sua originalità e la sua capacità di ordire un thriller ricco di suspence e credibile, anche per quanto riguarda il contesto storico.

“Io capisco i maiali, non li tradisco mai. Loro lo sanno e si fidano, tutto qui. Spesso penso che siano meglio dei cristiani.”

La storia ha inizio nel 1589 presso la città di Genova  e precisamente nel Convento di Sant’Anna dove vivono i carmelitani scalzi, il cui superiore è Padre Nicolò Doria.  I monaci vivono di ciò che producono, pertanto ognuno di loro ha un compito ben preciso all’interno del monastero e i loro nomi sono legati al lavoro che svolgono:Padre Barbiere, padre Falegname, Padre Ortolano, Padre Custode…
Per il loro sostentamento allevano diversi animali e tra questi anche i maiali e purtroppo, saranno proprio loro gli inconsapevoli protagonisti di questa drammatica storia.
I carmelitani infatti, scoprono che qualcuno ammazza i loro maiali, incidendo poi sul  petto dell’animale, una croce; scioccati e  convinti che sia un chiaro segno del maligno, decidono di chiamare un aiuto esterno che possa fermarlo.

“…i carmelitani si avvicinano all’altare,  ai piedi del quale giace un maiale morto, con il grifo spalancato in un orrido ghigno… ma un particolare spaventa ancora di più i monaci: sul ventre dell’animale c’è una croce cristiana incisa con due tagli profondi… Padre Nicolò Doria dispone che si rimuova il maiale per porre fine alla profanazione dell’altare.  Nessuno si fa avanti.  Solo la paura.”

L’unico uomo che può risolvere questo mistero è colui che chiamano “il guaritore di maiali”, un ex soldato con un’empatia singolare verso queste bestie e una capacità di osservazione straordinaria, che lo rende un investigatore infallibile.
Il suo nome è Pimain ed è uno di quei personaggi che una volta conosciuto, non si dimentica più.

-C’è sempre “un giorno” nell’esistenza di ognuno. Un giorno che cambia l’intera vita, una virata brusca del destino. Il giorno in cui è accaduto, il giorno in cui poteva accadere e non è stato. Oggi è il giorno di Pimain…
…Quel giorno ha deciso che diverrà un soldato. –

Pimain accetta di malavoglia l’incarico di indagare sull’uccisione dei maiali, tra lui e alcuni carmelitani infatti, non c’è sintonia, essi non gradiscono che un estraneo si aggiri nel convento, curiosando e facendo domande scomode e private.
A rendere più ingarbugliata e adrenalinica questa storia, è una presenza enigmatica che uccide giovani e belle donne con un artiglio, lasciandole poi prive di vita in prossimità del porto di Genova.  Tutti i cittadini lo chiamano “l’Artiglio” appunto, ed è lui che racconta in prima persona, la sua sete di sangue e la sua voglia insaziabile di carne giovane…
Nessuno sospetta che sono io a uccidere le ragazza. E continuerò a farlo. Per sempre.
L’Artiglio è mio amico, l’unico. 
Sono potente.
Potente e nascosto.
Io sono l’Artiglio. “

I colpi di scena si susseguono fino all’ultima pagina, la verità non è mai come sembra… la maggior parte dei protagonisti hanno qualcosa da nascondere e arrivare ai veri colpevoli non è un compito facile.
Riuscirà Pimain ha destreggiarsi tra i numerosi indizi e a scoprire chi e perché uccide i maiali?
E l’Artiglio? C’è davvero un demone che si aggira per i carrugi di Genova?

Quello che hai sotto gli occhi sempre è ciò che conosci meno e che ti tradisce…”

Spero di avervi messo abbastanza curiosità da convincervi a leggerlo, sicuramente non è una lettura adatta a tutti, anche per il modo crudo in cui racconta i fatti, il suo stile asciutto e le scarne descrizioni; ricordo però, che questa storia merita attenzione
anche per la ricerca “certosina” da parte dell’autore, inerente questo periodo storico e in particolare sulla città di Genova. Un esempio?
Il convento di Sant’Anna esiste ancora oggi e il fondatore fu proprio Padre Nicolò Doria con un gruppo di carmelitani scalzi nel 1584.

Iniziare l’anno con un romanzo così stimolante, spero sia di buon auspicio per le mie prossime letture e intanto inserisco “Il guaritore di maiali” tra i miei thriller storici preferiti.

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