IL QUADRATO DEI SETTE – Laura Shepherd-Robinson

Cornovaglia, 1730: Red, una bambina di sette anni con i capelli rossi e uno straordinario talento per le storie, viaggia in lungo e in largo per la contea assieme a suo padre, George Decimo di Kernow, un divinatore che si guadagna da vivere predicendo il futuro grazie all’antico metodo di cartomanzia del Quadrato dei Sette. Una sera, in una locanda, fanno la conoscenza di Robert Antrobus, gentiluomo appassionato di antichità a cui George, che sente arrivare la fine dei suoi giorni, strappa una promessa: alla sua morte dovrà prendersi cura di Red, diventandone il tutore e crescendola come una signora, perché così avrebbe voluto la defunta madre della bambina. In cambio, Antrobus riceverà dalle mani dell’uomo il prezioso documento che racchiude le regole del Quadrato dei Sette, una rarità che in molti bramano di possedere. Dieci anni dopo, Red è una giovane donna che attende di debuttare in società sotto le mentite spoglie di Rachel Antrobus. La sua esistenza si regge su una impostura ma da qualche tempo la ragazza ha iniziato a porsi nuove, pressanti domande: chi era sua madre? Come è morta? E dove sono ora i misteriosi nemici da cui fuggiva suo padre? Mentre va in cerca di risposte, Red intrattiene l’alta società con i suoi numeri di cartomanzia, ignara del fatto che qualcuno è sulle sue tracce, disposto a tutto per impadronirsi del suo segreto… Costruito come una scatola cinese, tra rompicapi ed enigmi da risolvere, Il Quadrato dei Sette si snoda in una vertiginosa storia di eredità contese, morti sospette e misteri familiari, confermando il talento dell’autrice di Figlie della notte

  • Editore ‏ : ‎ Neri Pozza (28 novembre 2023)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 576 pagine

Recensione a cura di Sara Valentino

Devi sognare, Tamson, E’ così che l’impossibile diventa possibile”

Su questa frase, ora, al termine del romanzo, credo si fondi tutto il costrutto. E’ un pensiero che dovremmo tenere custodito nel cuore e nella mente ogni giorno.

L’autrice, che conosco per aver letto già una precedente opera, si riconferma un’abile narratrice e anche incantatrice in questo caso letterario.

La cartomanzia nei secoli XVII – XVIII ha proprio il suo massimo sviluppo. Il romanzo è interessante anche dal punto di vista storico perchè racconta come veniva vista la cartomanzia nei differenti strati sociali della popolazione del tempo.

Il 1735, scrive l’autrice nelle note, fu un anno importante giacchè il Parlamento inglese approvò una legge per la quale la stregoneria veniva dichiarata inesistente. Di conseguenza le cartomanti non venivano più condannate a morte o punite come streghe ma erano considerate truffatrici. Nonostante tutto molte persone delle varie classi sociali credevano e si affidavano ancora alla magia. Anche gli spettacoli di elettricità sono protagonisti del romanzo e sappiamo dal 1740 divennero estremamente popolari.

L’autrice struttura il romanzo come un metodo di lettura delle carte del Settecento: il libro è diviso in quattro parti, ogni parte ha ventuno capitoli, ogni capitolo inizia con una carta che rappresenta gli eventi che accadranno nello stesso.

La protagonista è prima una bambina dai capelli rossi per poi divenire una giovane ragazza rossa che cerca la sua storia, o se vogliamo il suo posto nel mondo.

Le vicende che vivrà saranno moltissime, forse in alcune parti davvero prolissa la narrazione. L’inizio è stato emozionante, letto con voracità per quanto stava accadendo a Red. Orfana di padre e di madre tra le grinfie di una donna spregevole a capo dell’orfanatrofio. Un salvataggio in corner da parte di un uomo buono e pare che tutto possa finire così: vissero felici e contenti.

Il realtà le vicende si complicano, gli enigmi si accavallano ma le vicende umane restano scolpite per come l’autrice ce le fa vivere.

“Se il tempo con coloro che amiamo si misura con la clessidra, la peggior crudeltà di Dio è non mostrarcene le dimensioni. Conoscendo quanto abbiamo a disposizione, si potrebbe razionare ogni granello di sabbia, riempire ogni istante di gentilezza, dire tutte le cose ancora non dette”

Ma le carte, si sa, si possono sparigliare… E’ ciò che accade con questo strano libro, ti sembra di avere capito tutto, chiaro in mente per poi comprendere che era tutto un’altra storia. Il finale effettivamente è un grande colpo di scena.

Uno stile che mi piace molto, descrizioni vivide che permettono di realizzare nella mente luoghi, personaggi ed eventi, come detto sopra però, a mio parere, lo avrei preferito leggermente più stringato in alcuni punti.

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