Il sigillo di Enrico IV – Tiziana Silvestrin

Trama

A Mantova è aria di Pasqua e in quel 1596 i riti e le processioni sono più intensi: si crede, infatti, che la città sia preda del demonio. Il ritrovamento dei resti di un rito satanico ha impaurito i cittadini e reso furioso il duca Vincenzo Gonzaga. Al capitano di giustizia Biagio dell’Orso, per niente incline alle superstizioni, l’incarico di trovare chi ha dato inizio a tutto questo e perché. Gli indizi lo porteranno prima a Cremona, dove qualcuno ha acquistato un libro di magia nera, poi a Torino, all’inseguimento di un conte. Ma allontanarsi da Mantova, stavolta, per Biagio è più difficile: Rosa è appena arrivata in città, un pittore l’ha scelta come modella per un misterioso dipinto per un altrettanto misterioso committente. Da Mantova parte anche una delegazione con a capo il vescovo di Mantova, Francesco Gonzaga, e l’arcivescovo di Firenze, Alessandro de’ Medici. Sono diretti a Parigi, ma lo scopo della loro missione è avvolto dal mistero, così come lo scrigno che il Medici tiene gelosamente tra le mani al momento della partenza. Un capitolo importante della saga gonzaghesca, in cui si fondono passioni e intrighi, alleanze e tradimenti.

Copertina flessibile: 335 pagine
Editore: Scrittura & Scritture (30 marzo 2017)
Collana: Catrame
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8889682973
ISBN-13: 978-8889682975


Mantova, anno 1596.

Un incendio nella cripta della Basilica di Sant’Andrea apre “Il sigillo di Enrico IV”, quarto romanzo nato dalla penna di Tiziana Silvestrin ,che ci accompagna in questo giallo storico ricco di intrighi, antichi riti magici e personaggi realmente esistiti.

Il Capitano di giustiza Biagio Dell’Orso e il bargello Giò Morisco, chiamati a indagare dal Duca Gonzaga e dal Vescovo in persona, si trovano ad analizzare alcuni strani elementi: un puzzo di zolfo tremendo risale dalla cripta, il simbolo magico del pentacolo riconducibile addirittura  a Salomone e alcuni orridi ritrovamenti animali.

La superstizione la fa ancora da padrona in questo periodo storico, ma Biagio Dell’Orso non si lascia certo ingannare e, di buona forchetta com’è, inizia a indagare dinanzi a una zuppa di grano saraceno e a un piatto di rane fritte.

Tutti credono che il maligno abbia steso la mano su Mantova, e quando la sparizione di due ragazzine dai capelli rossi non fa che confermare l’esistenza di un antico libro magico, e l’imminente compimento di un rito diabolico, al Capitano di Giustizia non resta che armarsi delle sue peculiarità: arguzia, perspicacia e una sana dose di bontà d’animo, uniti alla rabbia nei confronti di chi perpetra le ingiustizie contro i più deboli.

Una delegazione da Mantova, con uno scrigno misterioso gelosamente custodito dall’arcivescovo di Firenze, Alessandro de’ Medici, si recherà a Parigi, passando per Torino.

Oscuri legami tessono le trame di questa storia che è legata a doppio filo e vedrà sul suo cammino un antico ordine cavalleresco: “l’ordine del cigno nero”. 

Asserviti ad esso, scaltri assassini senza scrupoli non esiteranno a commettere le più nere atrocità.

Vorrei soffermarmi sulla copertina del libro: una lettera sigillata cosa può celare?

Ci sono lettere che possono sconvolgere gli equilibri interiori; possono nascondere, tra le pagine vergate da penne intinte nell’inchiostro, verità scomode per le potenti famiglie del tempo. In un clima politico precario in cui Enrico IV di Borbone ha abiurato la sua religione convertendosi al cattolicesimo, le sorti di Francia e Spagna sono incerte, ed è facile immaginare cosa possa scaturire da uno scandalo a corte.

L’autrice ha sapientemente mescolato, in questo romanzo, le sue conoscenze storiche con elementi di fantasia che ben si sposano con fatti realmente accaduti. In un crescendo di adrenalina tutti gli elementi si concateneranno alla perfezione sino al finale mozzafiato.

(Recensione apparsa già su LeggereTutti n. 118 Gennaio-Febbraio 2018)

By Sara Valentino
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