Il testimone. Dall’Egitto a Roma sulla rotta del mistero di Stefano Medas

Copista presso la grande biblioteca di Alessandria d’Egitto e aspirante filosofo, il giovane Callimaco è in procinto di partire alla volta di Roma, dove, insieme al fratello maggiore Teocrito, dovrà consegnare un cospicuo carico di volumi alle biblioteche e ai librai dell’Urbe. Prima dell’imbarco, però, un misterioso personaggio gli affida, dietro pagamento di una cifra spropositata, una custodia di cuoio perfettamente sigillata, raccomandandogli di averne la massima cura e di recapitarla personalmente al destinatario. Comincia così un avventuroso viaggio per mare, che lambirà le coste dell’Asia Minore per poi inoltrarsi nel cuore del Mediterraneo fino a toccare Creta, Malta e la Sicilia. Un viaggio disseminato di insidie ma anche foriero di incontri inattesi: Dafne, anzitutto, una ragazza imprevedibile e ammaliante, capace di destare in Callimaco sentimenti che hanno il sapore di un’attesa esaudita; Paolo di Tarso, carismatico apostolo della fede in Cristo, che cercherà di minare la granitica fiducia di Callimaco nelle facoltà della ragione; un individuo minaccioso e sfuggente, che sembra spiare ogni sua mossa e seguirlo in ogni dove; e infine il Testimone, al cui cospetto nessuno potrà ostentare indifferenza. Sullo sfondo, gli ultimi bagliori della grande cultura greco-ellenistica, una Roma rilucente e al culmine del suo splendore e la nascente religione cristiana, destinata a rimettere in discussione gli equilibri di un mondo in cui ogni cosa sta cambiando. Ed è questo mondo che Stefano Medas, con uno stile nitido e in grado di catturare l’essenza delle cose, ci restituisce in tutto il suo fascino, come solo chi è fine conoscitore dell’antichità e ispirato narratore sa fare.

Link d’acquisto

Copertina rigida: 330 pagine
Editore: Mondadori (18 febbraio 2020)
Collana: Omnibus
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8804721928
ISBN-13: 978-8804721925

Recensione a cura di Sara Valentino

Stefano Medas, lo abbiamo conosciuto attraverso le sue parole dell’articolo che trovate a questo Link. E’ un archeologo subacqueo, io amo l’archeologia, per chi mi conosce sa che era il mio più grande sogno! Bene, credo che questo suo lavoro non possa che affascinarci.

Attraverso la lettura di questo romanzo, che credetemi ha fatto giri incredibili ed è arrivato proprio a me, segno inequivocabile che i libri vengano per raccontarci qualcosa di cui abbiamo inconsciamente un grande bisogno, scoprirete la grande passione dell’autore per il mare, la navigazione, le barche e tutto ciò che è il vasto e intrigante, nonché complesso mondo che vi gira attorno.

Siamo niente meno che ad Alessandria d’Egitto, nella biblioteca che tutti conosciamo per quello che ha rappresentato nei secoli passati, siamo intorno agli anni 60 d.C. I primo protagonisti che conosciamo ed incontriamo sono due fratelli, lavorano alla biblioteca sono copisti: Teocrito e Callimaco, l’uno più spirituale, l’altro affascinato dalla filosofia e dal costante desiderio di trovare una ragione plausibile per ogni cosa… e le sue avventure lo porteranno a mettere in seria discussione questa sua peculiare caratteristica.

“Non esisteva luogo che riuscisse a impressionarmi di più. Nei suoi scaffali era custodita l’anima degli uomini più grandi. Poeti, filosofi, storici, geografi, naturalisti, scienziati: tutto ciò che l’intelletto umano aveva prodotto nel corso del tempo era lì, a portata di mano. Settecentomila volumi, la più grande biblioteca del mondo!”

Mi scuserete ma in questa recensione mi sento un pochino a casa, il fascino della biblioteca non può che colpirci tutti, noi amanti dei libri, del sapere, della Storia…

“La differenza sta nel fatto che il suo cammino è più difficile, più complicato, perché maggiore è la conoscenza di un uomo, maggiore risulta la sua consapevolezza di non sapere abbastanza”

Callimaco ha un mentore, il filosofo Zenone, e prima di iniziare l’avventura pone una domanda al ragazzo, una domanda apparente semplice: “Allora, dimmi. Qual è il tuo obiettivo?”. La risposta del giovane è un po’ la stessa risposta che avrei dato io, mi sono specchiata in lui, rispecchiata se vogliamo. Raggiungere la conoscenza, studiare i principi che governano la natura, comprendere il significato della vita e del nostro destino, liberarsi dall’angoscia della morte.. E il vostro obiettivo qual è? Ci avete mai seriamente pensato?

Ebbene i due fratelli hanno un incarico importante, portare dei volumi a Roma, devono venderli a un editore, sarà uno dei primi editori della storia del mondo? Ma un misterioso personaggio affida  loro un apparente insulso contenitore, una capsa, e li paga profumatamente a chè lo stesso raggiunga la sua destinazione.

Le avventure per mare saranno parecchie e insidiose, gli incontri con personaggi dubbi, interessati a quel piccolo contenitore diverranno sempre più pressanti e a nulla varrà un tremendo naufragio per seminarli. La paura si insinua nel cuore di Callimaco, eppure guardando il cielo notturno e la coperta stellata sul ponte in mezzo al mare un pensiero si incunea nella sua mente.

“Meditai su quell’istinto irrazionale e mi resi conto di quanto sia debole la nostra ragione di fronte a ciò che non riusciamo a capire”

A volte la nostra mente fa dei giri strani, si incaponisce nel guardare una direzione senza rendersi conto che a volte sarebbe auspicabile un’apertura differente, così succede anche a Callimaco e al suo incontro con una giovane, Dafne. Agli occhi dipinti sulla imbarcazione, sotto gli occhi della dea Iside, la protettrice della navigazione, un incontro che ha il sapore dei fili zuccherini del destino, non importa se una innocua menzogna si insinua tra i giovani perché presto faranno un incontro che gli cambierà per sempre la vita.

L’incontro di cui vi parlo è con un prigioniero, Paolo di Tarso. Anche in questo caso una incredibile coincidenza ha determinato che qualche giorno fa acquistassi un volume dedicato proprio alla sua vita.

“Ho sentito parlare di un tale chiamato Cristo” “Se ricordo bene era un giudeo a capo di una nuova setta nata in Palestina, uno che si proclamava figlio di Dio e che è stato ucciso quando Ponzio Pilato era il governatore della Giudea”

In quel tempo, e lo si percepisce bene durante la lettura, come avrete notato la narrazione è in prima persona, la questione religiosa era a un punto cruciale: i cristiani iniziano a diffondere, con tutte le difficoltà che conosciamo, la parola di Dio.

Misteri inspiegabili, un testamento dal potere inimmaginabile, individui disposti a tutto pur di cancellarne le tracce, un uomo che si salva miracolosamente dal morso di un serpente velenosissimo, avventura, tantissimi ingredienti accattivanti.

Callimaco incontrerà un filosofo davvero famoso e conosciuto fino ai giorni nostri, i suoi insegnamenti sono un messaggio importante, ma religione e filosofia in questo testo si scontrano e si fondono laddove c’è una unica grande via che bisogna percorrere, ma non sempre c’è un senso che noi possiamo comprendere, non sempre il destino lo possiamo capire.

Bellissimo passaggio dove Seneca parla di un dio universale, una natura universale, un legame indissolubile tra questi e l’uomo. Spirito sacro che dimora in noi, parte della nostra anima.

“Sta a noi decidere se vogliamo vivere nell’angoscia o essere felici. La natura ci ha dato la ragione e questa a sua volta quello strumento essenziale che è la filosofia, l’unica terapia contro i mali dell’anima, il mezzo per aspirare alla virtù, che per l’uomo è la vera felicità”

Discorso meraviglioso che cerca di spiegare come la saggezza sia non preoccuparsi del passato e del futuro ma solo del momento presente. Il tempo si prende gioco di noi ma possiamo liberarci dal suo inganno. “Ci vuole tutta una vita per imparare a vivere e, credimi, cosa che forse ti stupirà anche di più, ci vuole tutta una vita per imparare a morire. Liberati dalla schiavitù, ragazzo mio, non affannarti inutilmente a cercare ricchezze e potere”

Dove sta il vero bene? Esiste la felicità? Scoprirete leggendo che non tutto il male è per sempre male…

 

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