Il viaggio della strega bambina

“L’hanno rinchiusa in prigione per più di una settimana. Prima l’hanno fatta camminare a passo di marcia, su e giù, su e giù in mezzo a loro, per un giorno e una notte, finché non è più riuscita nemmeno a zoppicare, tanto aveva i piedi gonfi e sanguinanti. Non avrebbe confessato. Così hanno deciso di dimostrare che era una strega”. Le pagine di un diario sono cucite dentro una trapunta. Una trapunta che giace indisturbata per oltre trecento anni, finché non viene aperta per essere pulita, e allora dalle sue pieghe cade una storia forte ed emozionante. La storia di Mary, nipote di una strega. Quando la nonna di Mary viene condannata a morte per stregoneria, Mary scappa per sfuggire allo stesso destino, prima nella campagna inglese e poi su una nave per l’America, dove spera di trovare una nuova casa, un luogo dove essere una persona nuova. Scopre però che non è facile fuggire e presto cade vittima di superstizioni e sospetti che potrebbero farle subire lo stesso fato di sua nonna. Mary è decisa a non farsi calpestare, torturare e uccidere per un crimine immaginario come la stregoneria. Uno sguardo femminile sul mondo, una storia narrata con grande vividezza, come una ripresa cinematografica.

  • Editore ‏ : ‎ Salani; 2° edizione (16 gennaio 2020)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 204 pagine

Recensione a cura di Sara Valentino

Una lettura emotivamente coinvolgente quella de “La strega bambina”. Una bambina vive con la nonna e come spesso accade in questi casi, quando si parla di periodi in cui la superstizione sfocia nella paura e la condanna per stregoneria verso le donne diviene una sola certezza. Mary, la piccola, deve fuggire, nascondersi per evitare che la stessa sorte si abbatta su di lei. Gli occhi malevoli della gente già corrono verso di lei. L’uomo ha sempre bisogno di avere qualcuno verso cui scatenare l’odio, quell’odio che in verità cova nella sua razza dall’origine dei tempi.

“E’ lei, la nipote. Figlia del Diavolo… il male è dentro di loro”

Il romando è una raccolta di annotazioni, un manoscritto poi ritrovato e chiamato “Le carte di Mary” trovato all’interno di una trapunta di epoca coloniale. Siamo nel 1659 e inizia così: “Mi chiamo Mary. Sono una strega. O meglio qualcuno mi chiama così”

Una donna ricca, della buona borghesia le si avvicina, non le dice chi è, ma ha un debito verso sua nonna. La prende con sè, la nutre, la porta nella sua casa e poi la imbarca verso il nuovo mondo, sperando di salvarla da un destino avverso, un destino che però pare seguirla sempre da vicino. Eppure guardando negli occhi della donna Mary scorge qualcosa di molto famigliare. Un doloroso nuovo addio…

Segue un racconto dettagliato della traversata atlantica, tra paure, angosce, tempeste e ancora una volta la superstizione a cercare una colpa nella stregoneria per comprendere le forze della natura che si scatenano.

“Lo chiamano fuoco di sant’Elmo, e si vede di rado. Qualcun altro lo chiama fuoco di strega, e dice che è lo spirito della strega.”

Mary in realtà ha davvero dei poteri, vede il futuro delle persone, sa come le coglierà la morte, è un peso molto pesante, un fardello non indifferente.

“La nonna diceva di non svelare mail il modo in cui qualcuno morirà. Non serve e non può evitarlo. Quel che sarà sarà, ma saperlo troppo presto darà un colore scuro alla vita di una persona, portandone via la luce.”

Il Nuovo Mondo che aspetta i coloni non è come speravano, c’è una terra selvaggia ad accoglierli, duro lavoro per costruire tutto il villaggio e prepararlo e prepararsi all’inverno. E poi ci sono gli indiani, selvaggi e sanguinari, idolatri del Diavolo, cos’ li vedono gli sprovveduti puritani.

“Gli indiani si muovono leggeri in questo mondo. Ricavano le loro case dagli alberi vivi, e prendono solo quello che serve prima di spostarsi e lasciare che la terra si rigeneri”

Mary invece si trova bene nella foresta adiacente, quella proibita, perchè lì si annida il male e fa amicizia con un giovane indiano, lui e il saggio vedono in lei che è diversa, sente la vita e sente la natura, diversamente da tutti gli altri uomini.

“Stavano guardando verso la città, quando il vecchio mormorò qualcosa nella sua lingua. Suonava come una preghiera, ma poteva essere anche una maledizione”

E come abbiamo imparato a capire, leggendo di puritani e di questo periodo storico, la storia è sempre la stessa: invidia, gelosia e paura si trasformano presto in accuse. Vi lascio senza svelare il finale ma conservo il ricordo di un libro che ha lo stesso valore di un balsamo sulle ferite.

“tutto ha il suo posto in questo mondo, lupi e uomini”

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