In tasca la paura di volare di Lorenzo Foltran

Scostate le fronde ultime, un saluto e ciascuno alla sua strada. Le prime luci, rade (è notte e la più parte dorme) fanno sicuro l’accesso al villaggio.

Copertina flessibile: 96 pagine
Editore: Oedipus (1 gennaio 2018)
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8873413382
ISBN-13: 978-8873413387

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È difficile recensire una raccolta di poesie, in quanto sono “qualcosa” di molto soggettivo e non sempre il lettore riesce a carpirne fino in fondo il messaggio, non sempre è affine al poeta.
Eppure, per chi ama questo genere, il bello è proprio quello di “entrare” nel mondo di chi le scrive, di farsi trasportare dalle emozioni che sa trasmettere e di lasciarsi avvolgere, come le note di una musica soave.
“In tasca la paura di volare” è una raccolta di versi semplici, immediati, brevi ma intensi, che colpiscono per la scrittura moderna ma influenzata dai maggiori poeti del passato(ci sono richiami a Dante, Petrarca,Leopardi):

– la prima parte è interamente dedicata alle donne, muse ispiratrici da amare, da desiderare, da dimenticare e, Lorenzo Foltran, lo fa’ in modo rispettoso e delicato, proprio come ogni donna desidera essere decantata…

Senza musa scrivo cose
senza senso, senza amore,
senza ritmo né misura.
Dove andate? Cosa fate?
Chi siete? Donne, maghe,streghe?
Vi prego tornate,almeno una.
E se fossi anche nuova,
saresti tu la sola.

– La seconda parte è incentrata sul fallimento del rapporto di coppia e quel senso di solitudine che lo accompagna…

Così, cadono morte le ore al vento,
mostrano rami rinsecchiti e corvi
che, nascosti, esistevano già prima
che li vedessi(un’ombra che ritorna).
Cadono foglie, cadono parole
mentre il tempo è passato
nell’attimo in cui un sogno
per lasciarsi cadere
dice addio al suo ramo.

– La terza parte ci racconta il mondo del lavoro, con tanto di denuncia in sottofondo, che porta il lettore a riflettere…

Donna mia, di carriera
accumuli le ore,
lavori tra muri bianchi
anche di sera, di notte,
a porte chiuse e finestre
aperte alla promozione
che mai arriva, donna mia.
Perché non torni a casa,
al riposo che ti aspetta,
al letto, al bacio, alla coperta?
Ma il capo non è soddisfatto
e schiava chini il capo
al bene superiore.

Una lettura davvero piacevole, un poeta moderno che “gioca” con le parole in modo perfetto, riuscendo a trasmettere quelle emozioni che il lettore va cercando.

Recensione a cura di Cinzia Cogni

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