La casa del melograno di Simona Bertocchi

Il romanzo appassionante di una grande famiglia fiorentina, che attraversa momenti fondamentali della storia italiana. Il rigoglioso melograno che domina il giardino di casa Martini, nel cuore della capitale toscana, è testimone del succedersi di diverse generazioni. Dai patriarchi Fulvio e Fedora, ai loro figli, e poi ai nipoti, e ancora oltre. Uomini e donne fioriscono, inseguono sogni e amori, combattono e soffrono, per poi affidare il proprio mondo a chi, con sguardo diverso ma con gli stessi valori, porterà avanti il loro nome e il loro ricordo. Le vicende si dipanano in un intreccio stupefacente, come quelli che solo la vita può comporre. I giganti dell’Ottocento italiano torreggiano sullo sfondo: gli ultimi granduchi degli Asburgo-Lorena, e poi Mazzini, Garibaldi, Cavour. Le febbrili vicende del Risorgimento e la prima, coraggiosa Italia postunitaria sono protagoniste di un tempo glorioso di ideali e di rivoluzioni, di conflitti e di cambiamenti, con gli occhi rivolti verso il domani. Sono uomini dallo spirito impetuoso e sensibile, quelli della famiglia Martini. E sono donne forti, tenaci, intelligenti, che affrontano con determinazione le difficoltà, che tessono la trama degli affetti che tiene la famiglia unita, e che sanno come sfidare con fierezza una società che le vorrebbe relegate in secondo piano. Intorno, una Firenze vivida, palpitante e sfrontata, colorata di luoghi dal sapore mitico e di un caleidoscopio di personaggi intrisi del più suggestivo realismo. La narrazione vibrante della forza di un legame di sangue e di anime, che si conserva intatto nel fiume inarrestabile del tempo.

  • Editore ‏ : ‎ Giovane Holden Edizioni (10 maggio 2022)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina rigida ‏ : ‎ 376 pagine

Recensione a cura di Sara Valentino

Un romanzo corposo questo di Simona Bertocchi, il racconto della storia e delle vicissitudini di una famiglia, la saga familiare dei Martini nella Firenze del Milleottocento.

Un simbolico esempio di ciò che attraversarono le storiche famiglie benestanti della borghesia industriale italiana in un’epoca quale fu quella che vide la nascita dell’Italia unita e la rivoluzione industriale.

Per raccontare l’Italia, i patrioti e le sue rivoluzioni l’autrice denota di aver fatto uno studio molto approfondito. La narrazione romanzata si arricchisce dunque grazie al suo bagaglio nozionistico regalando al lettore appassionato del suddetto periodo storico un quadro ben definito e particolareggiato.

“La casa del melograno” rivive le storie, gli amori, le passioni, i dolori di intere generazioni della famiglia Martini, il punto fermo è e rimarrà quell’albero di Melograno che sarà il testimone di nascite, dipartite, di nuove attività economiche e lo sarà fino al tramonto. Un regalo a donna Fedora da parte di Fulvio, cozza con glia altri doni più preziosi ma rispetto ad essi avrà un valore emotivo per tutti i Martini e per chi poi sarà parte acquisito della famiglia.

Se la prima parte del romanzo è dal passo placido e allentato che si deve alla costruzione della famiglia, all’incasellare e ricordare tutti i componenti, la seconda è uno scatto che trascina fulmineo al traguardo.

Il romanzo descrive come la situazione economica e politica del tempo inevitabilmente, come in ogni epoca, si riflette sulla vita degli uomini e delle donne che ne galoppano gli anni.

Ma sono le donne la vera forza motrice che emerge con tutta la potenza che solo l’amore verso un uomo, verso un figlio possono donare e la stessa energia che mettono nelle passioni, il nerbo che sa generare.

“Si mostravano come una famiglia unita, eppure i problemi dentro le mura dei loro palazzi erano frequenti. La vicende dei Martini, come quelle di tutte le famiglie più in vista della città, erano pane per i pettegoli e incuriosivano i fiorentini non meno delle indiscrezioni che arrivavano dal granducato”

Le emozioni che colpiscono me in modo particolare sono quelle che vedono la nascita e la morte tenersi a braccetto in un sol giorno, quando un uomo gioisce per una vita e allo stesso tempo piange una dipartita.

“L’eternità del loro amore lo avrebbe guidato nei suoi ultimi anni di vita, l’altrove sarebbe stato il suo presente.”

Come si sopravvive alla fine di un amore? Quando vola via, quando un’altra o un altro prende il nostro posto? Ci si frantuma, ci si fa pietra e piombo e poi però si va avanti perchè meritiamo di essere felici. Ci sono unioni che però trascendono il tempo e lo spazio e attraversano burrasche spaventose per poi tornare in porto.

C’è un tempo per essere folli, un tempo per sentirsi padroni del mondo, ma c’è il tempo per la redenzione per donarsi completamente per l’amore anche e naturalmente per un figlio, per salvarlo alla e dalla vita. C’è il tempo di chi torna, di chi restituisce il sorriso, lo stesso perso nel dolore per la perdita di un caro fratello.

Poi c’è un melograno che ha visto tutto, vegliato su tutti è il simbolo dell’abbondanza, della prosperità, di energia, la scorza dura fuori, come gli uomini e l’interno succoso di affetto per chi amiamo.

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